Il calciomercato rossonero si chiude con un colpo targato Zvonimir Boban, il quale ha imbastito con un altro dirigente che condivide con “zorro” le origini croate, ossia il direttore sportivo dell’Eintracht Francoforte, Fredi Bobic. Il colpo in questione è l’attaccante Ante Rebic, croato come il dirigente rossonero, giocatore poliedrico ed in grado di ricoprire più ruoli. Le evidenti difficoltà riscontrate dalla dirigenza milanista per raggiungere l’obiettivo dichiarato fin dall’inizio del calciomercato estivo, Joaquin Correa, hanno portato a virare prepotentemente e repentinamente verso l’attaccante proveniente dalla penisola balcanica.

Un colpo per giunta dal duplice effetto in quanto nell’operazione rientrerà anche un giocatore fuori dal progetto, Andrè Silva: l’attaccante portoghese infatti, pur avendo fatto il suo debutto nella prima gara stagionale a San Siro contro il Brescia sabato scorso, è apparso ancora una volta un elemento estraneo al gioco della squadra anche con il nuovo allenatore ed il nuovo modulo; così il portoghese compirà il percorso inverso del croato accasandosi a Francoforte in un’operazione fatta di duplici scambi, che vede dal punto di vista prettamente del valore di mercato avvantaggiato il Milan il quale ad oggi si ritroverà in rosa un attaccante il cui valore rispetto al portoghese è praticamente doppio.

Ma non sono questi i motivi principali che hanno spinto Maldini e Boban ad optare per Ante Rebic come colpo sostitutivo di Correa. Innanzitutto lo scopo era quello di fornire a Giampaolo una seconda punta, ruolo sempre più raro da ritrovare nel calcio moderno ricoperto “naturalmente” da un numero sempre più esiguo di calciatori. Tra questi vi sono sì il già citato Correa, ma anche l’attaccante di Spalato per l’appunto. Ante, seguito da tempo anche dall’altra sponda calcistica di Milano, andrà quindi a riempire una casella rimasta vuota sino ad oggi, ma come cambia davvero l’attacco rossonero con questo nuovo acquisto last minute? Proviamo ad indovinarlo… “ex ante” appunto.

Rebic potrebbe essere "l’altra punta" del 4-3-1-2 di Giampaolo al fianco di Piatek in quanto l’allenatore italiano predilige affiancare al tipico centravanti di sfondamento (il polacco appunto) una punta agile ed in grado di saltare l’uomo, caratteristiche per cui Rebic si è già distinto non solo in Germania ma anche con la maglia della sua nazionale. Se invece Giampaolo dovesse virare sul 4-3-2-1 Rebic sarebbe benissimo in grado di la posizione di seconda punta come da modulo, suo ruolo naturale; infine se Giampaolo dovesse ricredersi ancora sul modulo da impiegare optando per un 4-3-3 più congeniale alle caratteristiche degli altri giocatori già a disposizione, allora Ante potrebbe riprendere il ruolo di ala sinistra che riveste già nella Croazia.

Vero è che il giocatore in Italia ha già fatto due apparizioni, con le maglie di Fiorentina e Hellas Verona senza brillare, ma all’alba dei 25 anni oggi Ante è maturato in terra teutonica dimostrando il suo valore sia sui campi della Bundesliga sia sul palcoscenico internazionale dell’ultimo mondiale in cui con la sua nazionale ha raggiunto la finale persa contro la Francia. Ed anche la Fiorentina ci aveva visto lungo quando nel cederlo ai tedeschi del Francoforte si era riservata un 50% sulla futura rivendita del calciatore.

Certamente resteranno delusi coloro che si aspettano dal nuovo arrivato di arrivare in doppia cifra per gol realizzati; Ante non è un bomber e la sua storia lo dimostra, ma un soldato utile in grado sì di segnare qualche rete, ma anche di fornire preziosi assist per i compagni.

Complimenti dunque alla dirigenza rossonera che in una sola operazione di mercato è riuscita a risparmiare un investimento importante (quello richiesto dall’Atletico Madrid per Correa) liberandosi di un esubero (Andrè Silva) ed acquistando un calciatore addirittura più utile per l’allenatore milanista che potrà impiegarlo in più ruoli, nonché già conoscitore del nostro campionato.

Vincenzo D'Aria