Diciamolo subito, il turno di campionato giocato qualche giorno fa, può essere paragonato a una partita di Ciapa no, quel gioco di carte in cui vince chi fa meno punti. Si gioca a non prendere, non a prendere. Nessuna delle squadre che occupavano i primi 7 posti ha vinto, mentre la Fiorentina, che ha battuto l'Atalanta, si ritrova solo ora (e per effetto di quella vittoria) al 7° posto.

Parlando dei primi posti, chi ci ha guadagnato e chi ci ha perso?

Fermato sabato sul pareggio dalla Salernitana, il Milan ha perso 2 punti contro la squadra che, tuttora, ha fatto peggio di tutti. Un risultato molto deludente, quindi, solo parzialmente compensato dal sospiro di sollievo per aver evitato una clamorosa sconfitta. E diciamo che, a un certo punto, la disfatta era diventata una prospettiva concreta. Eppure, alla fine della fiera, i rossoneri si sono ritrovati con un punto di vantaggio in più sull'Inter, cosa che non va trascurata. La corsa scudetto si sta presentando equilibrata e un punto in più, quel passettino in avanti dell'ultimo turno, potrebbe rivelarsi pesantissimo, specie considerando che il Diavolo è in vantaggio nei confronti diretti con i cugini.

L'Inter si apprestava al controsorpasso sul Milan, che sarebbe stato, a sua volta, pesantissimo. Il Biscione, infatti, ha ancora una partita da recuperare. Tuttavia, i nerazzurri sono stati inopinatamente sconfitti dal Sassuolo ammazzagrandi (aveva vinto anche contro la Juventus, oltre che contro il Milan).

E' vero che, così come il Milan a novembre quando ha incontrato gli emiliani, l'Inter era reduce da una partita di coppa tiratissima. Però, come per il Milan a novembre, l'impegno di coppa non basta da solo a spiegare la débacle del Biscione.

L'Inter ha lasciato scappare gli emiliani nei 30' iniziali e da quel momento la strada è diventata in salita. Se il problema fosse stato solo la stanchezza fisica, i nerazzurri sarebbero crollati nella seconda parte del match, perché se è vero che il loro calcio è dispendioso, non può esserlo fino al punto di entrare già stanchi.

In realtà, l'Inter ha dato l'impressione di essere entrata in campo con la stessa certezza che aveva il Milan di Salerno di avere già i 3 punti in tasca. Presa di sorpresa del terribile 1-2 del Sassuolo, la (non da me) Beneamata si è riversata in avanti provando a far crollare l'avversario a spallate, ma il Sassuolo, pur soffrendo a tratti, è stato in grado di ammorbidire l'impatto facendo correre la palla. Ogni volta che l'Inter rallentava, il Sassuolo si portava avanti facendo circolare la sfera in velocità con gente quale Traoré, Berardi e Raspadori. Col passare del tempo, sì che si sentiva la stanchezza nerazzurra, visto che dopo l'occasione incredibile del duo Dzeko-Lautaro, la pressione dei padroni di casa si faceva sempre più sterile. E per coloro che amano sommare le occasioni da gol quando valutano la prestazione delle squadre, faccio notare che, se l'Inter poteva mettere sul piatto 4 palle-gol clamorose, il Sassuolo riusciva a vantarne altrettante ugualmente nette oltre alle reti, come la traversa di Berardi alla fine del primo tempo.

Né l'Inter né il Milan hanno lasciato punti contro il Sassuolo per colpa, o solo per colpa, del precedente impegno di Champions. La stanchezza ha ridotto la reattività delle compagini milanesi alle difficoltà del match, ma le ragioni sono da cercare anche e soprattutto altrove. Il Milan, per esempio, era in vantaggio e scivolò alla fine del primo tempo, perché sul risultato di 1-0 rallentò e consentì a Frattesi, Berardi e Scamacca di sfruttare la terra di nessuno fisiologicamente presente nello schieramento rossonero. Più il Milan rallenta e si distrae, più quella terra di nessuno si dilata. Solo nel finale, la stanchezza portò al 3° gol avversario e all'espulsione di Romagnoli.

L'Inter, tuttavia, esce benino come il Milan da una giornata in cui ha combinato un patatrac. Seppure sconfitta, mantiene la testa potenziale della classifica, avendo una partita da recuperare contro una squadra che, al momento del recupero potrebbe comodamente essere salva. Il Bologna ha 9 punti di vantaggio sul terzultimo posto e potrebbe non giocare la partita della vita contro i nerazzurri. E c'è una giornata in meno da giocare, cosa che, se non altro, è un piccolo passo della potenziale capolista verso il titolo.

Il Napoli? Ha perso un'ottima occasione per agganciare il Milan e tenere dietro l'Inter, almeno fino al recupero di Bologna-Inter. Il Cagliari, infatti, non ha una classifica così superiore alla Salernitana. I partenopei, tuttavia, per effetto dei risultati di Milan e Inter, sono ancora in corsa, anche se possono disporre del solo confronto diretto con i rossoneri e non più di quello con i potenziali battistrada dell'Inter.

La Juventus ha preso un punto nel derby che la mette in vantaggio nella corsa Champions nei confronti dell'Atalanta, sconfitta a Firenze e che deve recuperare un match a sua volta. Il pari contro il Toro, comunque, se non la esclude del tutto dalla corsa per il titolo, la allontana sempre di più dallo Scudetto. Ha ancora 11 punti potenziali da recuperare sul primo posto (qualora l'Inter batta il Bologna nel recupero), con 3 avversarie davanti e una giornata in meno da giocare.

Ora, è improbabile che nel turno che si sta per giocare si riproponga questo minitorneo di Ciapa no. Quindi sarà altamente consigliabile, in ottica rossonera, che il Milan batta l'Udinese. Da adesso in poi si giocherà a... Ciapa sì.

I friulani galleggiano poco sopra il terzultimo posto, perché non sono questo popò di compagine, ma hanno la caratteristica di far giocare male gli avversari. Se ne è accorto il Milan a dicembre, dove peraltro stava pagando anche una formazione iniziale in cui Bennacer fungeva da vertice arretrato e Bakayoko da perno avanzato, con le spalle agli avversari. La Lazio, però, squadra di livello, pochi giorni fa stava lasciando le penne nel capoluogo friulano, segno che, quando si tratta di creare la palude a centrocampo per tendere l'imboscata al nemico, l'Udinese sa farlo. Forse sa fare solo quello, ma sa farlo.

Pioli è stato criticato per aver dato dei giorni di riposo alla squadra prima di Salernitana-Milan, causando un calo di tensione. E' anche vero che la prossima settimana vedrà il Milan affrontare in sequenza, non solo l'Udinese, ma anche l'Inter in semifinale di Coppa Italia e poi il Napoli. In qualche maniera, forse, il tecnico rossonero temeva di causare un sovraccarico, più nervoso che di forze, nei giocatori. Ha colto l'ultimo momento utile per farli riposare prima del tritico di fuoco.

Pioli, tuttavia, dopo il match di Salerno, ha fatto capire di attribuire il pari al fatto che il Milan, una volta in vantaggio, avrebbe dovuto gestire il match, piuttosto che cercare il secondo gol. E quest'affermazione è stata, con ogni evidenza, diretta a tutti coloro che lo criticano per l'eccessiva prudenza, quasi a voler sfruttare a proprio vantaggio il mezzo passo falso della squadra.

Fossi in Pioli (premessa retorica, perché non lo sono, ma in questi casi si dice così...) non mi intrappolerei da solo in questa controversia, facendone una guerra di religione, per dimostrare che certi punti persi in passato non sono dipesi dal suo attendismo.

In effetti, Il torto del Milan non è stato di continuare a giocare alto, ma di farlo in maniera troppo accademica, come testimonia il gol fallito da Giroud nel secondo tempo. Inoltre, il gol del pareggio, non è stato preso in occasione di un contropiede propriamente detto, anche se la squadra è stata lenta nel ripiegare. Nonostante tutto, il gol si sarebbe potuto comodamente evitare solo che Maignan fosse rimasto al posto suo. Pioli, inoltre, dimentica che (invito chi può a rivedersi il primo tempo di Salernitana-Milan), pochi minuti prima del pareggio, il granata Fazio ha sovrastato Tomori e ha mancato il pallone di testa a colpo sicuro, perché è andato a incornare con gli occhi chiusi, come si nota nella ripresa dal basso. E lì la difesa, non lo dimentichi Pioli, era schierata.

Segnalo quanto sopra, perché non è mai utile offrire le terga alla pedata solo per dimostrare di avere ragione. Nel calcio vige una regola fondamentale, oltre a quella che contano le reti e il gioco non conta una cicca, ovvero che, finché il risultato è in bilico, si rischia di pagare senza sconti il primo errore. Meglio quindi avere per lo meno il doppio vantaggio, prima di pensare a gestire. Alzando il baricentro della squadra, si rischia, ma meno di quanto si rischi rimanendo in attesa, se si attacca concentrati e cattivi, come il Milan non ha fatto a Salerno. Magari gestisci il minimo vantaggio e ti va bene, ma a furia di farlo, ti può capitare la fregatura al primo errore.

In un certo senso, condivido quello che ha detto Teotino lunedì su Milan TV ovvero che il Milan sembra una squadra condannata ad andare avanti, più che a gestire.

A differenza della Salernitana di Nicola, se non altro, l'Udinese di Cioffi è ben nota a Pioli. Che il tecnico faccia tesoro di questo vantaggio.