Oggi 30 Settembre, classifica alla mano, il Milan è posizionato al sedicesimo posto, solo le due prestazioni contro Verona e Brescia (meritate?) ci consentono di galleggiare al di sopra dalla zona retrocessione.
Solo scrivere Milan e zona retrocessione nella stessa frase è uno strazio, eppure la situzione ad oggi è chiara, la squadra rischia grosso, non credo che si possa parlare seriamente di retrocessione, ma la stessa Europa League pare un lontano miraggio, forse chiudere al 8/9° posto potrebbe essere una previsione abbastanza reale e razionale.

Il fatto grave è che sovrapponendo la rosa attuale a quella dello scorso anno sotto la direzione di Gattuso, si nota chiaramente una formazione più completa e funzionale, epurata dalle zavorre in panchina e arricchita con qualche giocatore interessante proveniente dal mercato estivo. Eppure il buon Rino passò momenti di incredibile difficoltà, metà squadra in infermeria, Higuain in crisi, ciò nonostante a dicembre si mangiava il panettone comodo al quarto posto. Da lì la scalata al terzo posto ed infine la delusione di quel punticino a separarci dal ritorno in Champions. La domanda è come ha fatto Giampaolo a fare peggio? Rosa migliorata, infermeria svuotata (a parte il fantasma Caldara) un Bonaventura in più, dati alla mano, nessuno compreso me, si sarebbe potuto immaginare un epilogo simile.

Oggi dopo la disfatta con la Fiorentina si cercano i colpevoli. Ovunque ci si gira tv, giornali e pagine dedicate il messaggio è sempre quello : "Giampaolo Out". Forse potrebbe essere la soluzione ma bisogna fare luce sul problema reale che attanaglia questo Milan. Si tratta del gioco? Il modulo? O sono i giocatori? No, la testa.

Il primo grande nemico di questa squadra è proprio la testa, manca spensieratezza nei giocatori, non basta disporsi in campo come indica il mister se poi di fronte al pressing dell'avversario hai timore di provare la giocata, o se per assurdo quanto tiri in porta sei terrorizzato al pensiero di poter sbagliare. Già, la sensazione da fuori, è che la paura si sia stabilita con un certa prepotenza dalle parti di Milanello. Evidente infatti, che le prestazioni migliori siano arrivate lontane da Milano e dall'Italia dando prova di cosa è in grado di fare questo Milan con la mente libera, in quella ICC il cui valore vale fino ad un certo punto.

Sono dell’idea che la testa per un professionista sia fondamentale, può essere il primo alleato o il primo nemico. Con la mentalità giusta si possono raggiungere obiettivi impensabili, fare cose incredibili, ma se questa manca anche le cose più scontate diventano tremendamente complicate.
I giocatori del Milan sono tutti giovani, età media  24,4 anni, si parla di ragazzi, molti dei quali alle prime armi in un grande club, è dunque, ovvio e pure lecito presupporre che possa esserci un minimo di fragilità mentale. Uno come Piatek che nella stagione 2018/19 ha segnato 30 reti non diventa dall’oggi al domani un mediocre attaccante che non vede la porta, stesso discorso valido per tutti i suoi compagni. Il discorso in generale è più ampio e copre tutti i grandi nomi come Torres, Higuain, Bacca ecc. che puntualmente una volta sbarcati a Milano diventano dei signor nessuno. Il guaio è che nel Milan di oggi manca un leader in grado sopportare questo peso e allo stesso tempo capace di tirare il grupp. Una volta in campo c’erano Maldini, Gattuso e Nesta oggi abbiamo Donnarumma e Romagnoli. Giusto per citarne due, definiti leader dalla nostra dirigenza. Probabilmente qualcosa non sta funzionando. Probabilmente nonostante le doti calcistiche manca un po' di esperienza. Noi non possiamo saperlo.

Ma allora come se ne esce?

Con il gruppo. Esatto, serve la squadra; mi allaccio al pensiero di qualche tempo fa di Giampaolo, in campo vediamo 11 giocatori che ancora rimangono impiantati nella concezione: ”Io faccio il mio e speriamo in bene” i risultati (scontati) li abbiamo visti tutti.
Bisogna immediatamente cambiare punto di vista, pensare in collettivo, lasciare da parte le singolarità e puntare tutti insieme ad un unico obiettivo. Allora magari Biglia non farà più il passaggino, Piatek tornerà a segnare come ci ha abituati e forse anche Rodriguez proverà a proporsi in attacco. Utopia ? forse è un azzardo pensare di potercela fare, ma quali sono le altenative? 

Giampaolo penso abbia capito anche lui che l'impresa è ardua. Il rischio altissimo. Finchè si parla di correggere la posizione di un giocatore o un movimento tattico, tempo di un paio di allenamenti, un paio di partite e poi le cose si sistemano. Quando si deve entrare nella mente delle persone tempi e modi cambiano. 

Ci vuole pazienza. Già, ma la pazienza non può e non deve essere infinita. Visto le circostanze ed il tipo di problema con cui si ha a che fare, un passaggio di testimone in panchina francamente, in questo momento potrebbe anche peggiorare le cose. C’è bisogno di una reazione di squadra, già da Genova, carattere e mente libera, questi gli ingredienti.

Il Milan è tutto tranne che lo scempio a cui stiamo assistendo.