Semplice sogno o realtà, suggestione o fondatezza, presto per dirlo con un campionato alle porte di fatto non ancora iniziato.
La trasferta di Udine alla Dacia Arena potrà essere uno spartiacque significativo sui reali obiettivi del Milan, vincere in una trasferta così insidiosa, ma a mio parere alla portata, potrebbe dare la giusta spinta, la giusta convinzione, la giusta motivazione per affrontare un campionato pieno di incognite con la consapevolezza che le squadre favorite per lo scudetto sono altre, ma che ciononostante si possa dire la propria  opinione comunque. Il mercato rossonero è stato scevro da grossi colpi, arrivasse ben Correa non sposterebbe l’asticella, ma ritengo la dirigenza rossonera abbia fatto il massimo con il poco che aveva a disposizione, ergo zero soldi e tantissime grane da risolvere, a cominciare da un mercato in uscita di non facile gestione e non ancora sistemato neppure ora che siamo ad un passo dalla chiusura dei battenti delle trattative.
La triade Boban, Maldini, Massara - in rigoroso ordine d’importanza - hanno fin da subito voluto affiggere un paletto degno di considerazione, i talenti non si svendono, si ascoltano i sondaggi, si valutano le trattative, ci si siede ai tavoli, ma non si cede ad offerte tanto per fare cassa. La sciagurata gestione precedente ha insegnato qualcosa, soprattutto col senno di poi, ed ora si è a gestire errori grossolani di valutazione, a cominciare da Andrè Silva che nessuno vuole, Castillejo dall’ingaggio proibitivo fino ad arrivare a Laxalt il cui valore appare eccessivo per le pretendenti. Si è venduto Cutrone, vero, ma dopo di lui il vuoto.

Eppure la forza di questa dirigenza è stata proprio quella di non cedere i propri talenti, a cominciare da Donnarumma, giovane portiere con ancora decenni davanti ed un’esperienza già consolidata alle spalle forte già di parecchie presenze in Serie A, peraltro alcune da protagonista assoluto. Almeno dieci punti nella passata stagione li ha assicurati ed ha tutte le carte in regola per diventare una bandiera, un colosso già lo è. In difesa capitan Romagnoli può dormire sonni tranquilli, al suo fianco l’esperto Musacchio, non un fulmine di guerra per carità, ma un difensore che affidabile farà sentire il proprio contributo giocandosi il posto con una scommessa - Duarte - che ha nulla da perdere e molto da guadagnare forte della sua noméa di difensore roccioso e difficilmente superabile. Aspettando Caldara, naturalmente. Sulle corsie esterne la musica no n cambia, grande qualità con Calabria e Conti sulla destra a giocarsi un posto da titolare e Theo Hernandez sulla sinistra che ha fin da subito mostrato di quale pasta sia fatto prima dell’infirtunio che lo terrà lontano dai campi di gioco per due settimane almeno.

Il centrocampo è forse il reparto più curioso, da un lato alimenta dubbi, dall’altro li fuga. Eh sì, perché sulla carta i neo acquisto Krunic e soprattutto Bennacer sono validi, di prospettiva, Biglia é collaudato e d’esperienza, Paquetá una promessa del calcio ormai quasi certezza e Bonaventura potrebbe essere paragonabile ad un vero e proprio acquisto ex novo della società, oltre al roccioso Kessie che vuole e deve dimostrare il suo valore dopo una stagione non di certo entusiasmante. Oltre ai suddetti, non dimentichiamoci di Calhanoglu, forse eccessivamente criticato, ma in grado di stringere i denti e giocare in ogni condizione, in ogni ruolo senza mai proferire lamento alcuno, un professionista votato alla causa.

Passando al reparto offensivo che dire di Piatek? Un cecchino fallibile n grado di segnare una caterva di gol alla prima occasione in Serie A, e ditemi se è poco, replicando nella squadra rossonera in un gioco, quello gattusiano, che non brillava quanto a brillantezza e propositivitá. Il polacco ha saputo con da subito essere protagonista, difficile pensare che non lo sarà quest’anno, una volta allenato da un tecnico che gli attaccanti li eleva e non li deprime. Al suo fianco arriverà Correa, difficile pensare altrimenti, giocatore moderno, tatticamente ordinato, tecnicamente dotato con uno spiccato senso del bel gioco, il suo apporto non potrà che essere un valore aggiunto da sommare a quello potenziale e non ancora espresso di Leao, talentino ancora tutto da scoprire e per questo ancor più intrigante. L’esperienza di Suso unita ad una tecnica ed una visione di gioco pari solo ai migliori numeri dieci farà il resto.

Per finire come non augurare un in bocca al lupo al nuovo tecnico Giampaolo, alla sua prima vera opportunità con una grande squadra. Sul groppone porta molte aspettative, forse troppe, forse quelle di troppi anni falliti, ma non per questo si dovrà tirare indietro perché il Milan è onere, ma soprattutto onore, sedersi su una delle panchine più calde, ma anche più vincenti al mondo deve essere uno sprone a puntare all’eccellenza, minuto dopo minuto, partita dopo partita e ritengo in questo momento sia il tecnico adatto ad aprire un nuovo ciclo con il giusto entusiasmo e la dovuta motivazione.
Tra le prime quattro il Milan ci arriverà, non vedo al momento cosa glielo potrebbe impedire, se non la buona sorte, quella buona sorte che lo scorso anno si è frapposta tramite numerosi infortuni e che quest’anno potrebbe, si spera, pareggiare i conti consentendo ai rossoneri di esprimersi per quante sono le loro potenzialità, a mio avviso molte.