Il Milan ha intrapreso un percorso nuovo, una strada mai battuta prima d'ora. In un certo senso è stata quasi costretta a percorrere una strada del genere anche per una questione di risanamento della società e di bilanci.
E' un Milan under 25 quello allenato da Marco Giampaolo. Secondo quanto riportato da transfermarkt il Milan ha una età media, per quello che concerne la rosa della prima squadra maschile, di 25,2 anni. E' molto bassa come età media, specie per un club che va per la maggiore. Non si ricorda un Milan così giovane nella storia recente e non si ricordano top club in fase di rinascita e di ricostruzione, come è il Milan in questo momento, avere così tanta giovinezza in squadra. E' un rischio quello che si è preso la squadra rossonera. Ed è forse stato anche un pò estremo. Lo stesso Boban, chief football officer dell' Ac Milan, ha fatto notare che era necessario immettere in rosa elementi esperti.

Scrivo di estremismo e di esagerazione in una costruzione della rosa così giovane, con soli 3 elementi esperti come Reina, classe 1982, Jack Bonaventura, classe 1989 e Lucas Biglia, classe 1986, perchè altri club che in passato hanno scelto di puntare per esigenze e progettualità, come Ajax e Monaco su un progetto simile a quello rossonero, non sono mai stati così tanto giovani come è il Milan 2019/2020, e anche se la loro squadra era comunque ricca di giovani, c'èra sempre un giusto mix con elementi esperti, che arrivavano ad essere 6/7, anche di prestigio, e non 3 risicati come il Milan, e avevano comunque giovani che hanno avuto la possibilità di giocare la Champions e di fare esperienza, quindi alcuni di loro, quelli più giovani, avevano già una certa esperienza, e li possiamo definire dei giovani-vecchi.

Prendiamo come esempio il Monaco 2016/2017, che è stato semifinalista di Champions League e ha vinto la Ligue 1 sorprendendo tutti anche grazie alle magie di Kylian Mbappé e con uno strepistoso Bakayoko, ex Milan tornato al Monaco proprio in questa annata 2019/2020 proveniente dal Chelsea. Quella squadra molto giovane annoverava tra le sue fila elementi esperti come Morgan De Sanctis, portiere classe 1977, Subasic, portiere classe 1984, Dirar, difensore classe 1986, Glik, difensore classe 1988, Andrea Raggi, difensore classe 1984, Joao Moutinho, centrocampista classe 1986, e un certo Radamel Falcao, bomber classe 1986. Ben 7 elementi esperti in una rosa giovane fondamentali a livello di spogliatotio e come punto di riferimento per gli stessi giovani, oltre al prezioso apporto che hanno dato in campo. Se non ci fossero stati così tanti elementi esperti a guidare in un certo senso la valorizzazione dei più giovani, forse il Monaco non avrebbe ottenuto i successi avuti. E poi c'era Leonardo Jardim come allenatore, che è anche un coach molto esperto.

L'Ajax 2018/2019, semifinalista di Champions e che aveva vinto il campionato olandese, aveva una rosa molto giovane ma nelle sue fila annoverava Lasse Schone, centrocampista ora al Genoa, classe 1986, e gli attaccanti Dusan Tadic, classe 1988, e l'ex Milan Klaas Jan Huntelaar, classe 1983, ma soprattutto i suoi giovani avevano già tanta esperienza internazionale poichè l'Ajax si qualifica ogni anno per la Champions e i suoi giovani giocando una manifestazione così importante e probante, accumulano esperienza che poi fa la differenza, come David Neres, De Ligt, ora alla Juventus, Frankie De Jong, ora al Barcellona, Donny van de Beek e tutti gli altri. Ed è questa la differenza con il Milan.

Il Milan ha preso elementi giovani estremamente interessanti e tra i più promettenti, ma con poca esperienza internazionale e ancora tutti da svezzare, far emergere e valorizzare. Quando si ha una squadra giovane come il Milan sappiamo che si è a un bivio e si rischia molto. Il Milan può essere la rivelazione della Serie A e raggiungere risultati insperati, sorprendere e spiazzare quasi tutti oppure fare flop, deludere e vedere i suoi giovani ancora acerbi e non valorizzati. Bisogna essere consapevoli che il Milan ha avviato un progetto rischioso, ma i giovani che ha preso hanno un potenziale non indifferente e potrebbero fare il salto di qualità proprio con il Milan. Due nomi su tutti, ovvero Rafael Leao e soprattutto Ismael Bennacer, che sembra essere quello più smaliziato e con più personalità per ciò che si può evincere da questo inizio di stagione.

Ismael Bennacer ha tutto per diventare un top internazionale nel suo ruolo. E' un playmaker che può fare anche la mezz'ala, che si destreggia bene con entrambi i piedi, dotato di un ottimo controllo palla al piede, bravo nello stretto e nel brevilineo, tecnico, bravo nei calci piazzati, ottima visione di gioco e bravo nel dribbling e nel servire i compagni. Vede anche la porta. Bisogna fare i complimenti alla società rossonera per la lungimiranza avuta nel prenderlo dall'Empoli pagandolo circa 16 mln più 1 di bonus prima che da protagonista con l'Algeria vincesse la Coppa d'Africa e venisse eletto miglior calciatore del torneo.  E' un classe 1997 francese nato ad Arles ma naturalizzato algerino che Wenger portò all'Arsenal a 17 anni e lo fece anche esordire in una partita di coppa di lega inglese. Con il gioco di Giampaolo che vede il playmaker toccare tanti palloni ed essere un fulcro importante del gioco, può esaltare le sue qualità, crescere ed emergere con la maglia rossonera del Milan fino all'esplosione e al consacramento come uno dei migliori playmaker internazionali. Con Giampaolo sarà lui il titolare nella zona centrale del centrocampo con Biglia sua alternativa.
E c'è da scommetterci che sarà lui una rivelazione di questa serie A 2019/2020.