Il Milan ha giocato la sua quarta partita di campionato, conseguendo il quinto punto in classifica; questo andamento lento lascia molto perplessi, perché se anche fosse stata seguita la cosiddetta media inglese (vincere in casa e pareggiare fuori) i punti avrebbero dovuto essere 8, con la prospettiva di dover recuperare un turno casalingo con il Genoa.

Invece i rossoneri hanno stentato anche contro l’Atalanta, che è bene ricordarlo, veniva da due ko consecutivi, di cui l’ultimo in casa con la SPAL. A questo punto non ci pare più rinviabile un esame approfondito dei mali che impediscono ai rossoneri l’auspicato salto di qualità.

Sotto accusa non puo’ che finire l’allenatore Gattuso che pure ha acquisito grandi meriti nella stagione passata, dove è riuscito a centrare la qualificazione in EL, dopo aver viaggiato per mesi a un ritmo che avrebbe potuto persino portare alla CL; nel finale di stagione un paio di passi falsi ha fatto sfuggire la coppa più prestigiosa, ma il lavoro del Mister resta apprezzabile.Ma aggiustare le cose lo scorso anno, sotto tanti aspetti, risultava più semplice che non partire in questa stagione con una rosa rafforzata e con la preparazione curata personalmente dall’allenatore. 

Gattuso lo scorso anno ha migliorato nettamente la fase difensiva, accorciando la squadra nei 30 metri, abbassando il baricentro alla propria tre quarti campo, infoltendo i reparti in modo da rendere più sicuro il possesso palla. Dal centrocampo in su invece le cose non sono migliorate, anche se l’esplosione del giovane Cutrone ha consentito il raggiungimento della EL.

In questa stagione ciò che vediamo è esattamente la stessa cosa: baricentro molto basso, che eleva esponenzialmente il rischio di perdere palla; la squadra inoltre cerca di uscire dal pressing avversario non solo palla al piede, ma specialmente sugli esterni.

Gli sbocchi sono quindi Biglia, Rodriguez e Calabria, Suso e Chanalogu, e addirittura Higuain.Accorciare la squadra per tenerla in 30 mt. avendo avanti tutti o quasi giocatori molto lenti (unica eccezione Calabria) rende di fatto impossibile il contropiede; così assistiamo a pervicaci passaggi all’indietro che vanificano l’apertura di spazi in profondità nelle ripartente. Il paradosso è che quando la squadra si allunga, per l’abitudine alla profondità che ha Higuain, o per la sapienza tecnica di Bonaventura capace di inserirsi in are come pochi attaccanti sanno fare cosi bene, arrivano azioni di prima e gol spettacolari.

Ma non è l’abitudine: la filosofia è un giropalla a ritmo lento, tendenzialmente all’indietro o al massimo per vie orizzontali; una specie di invito a nozze per l’Atalanta del secondo tempo, che liberatasi di due controfigure di punte, ha schierato un centravanti e un ala veri.

Tale mossa tattica si è immediatamente rivelata molto problematica per i rossoneri, che mantenendo inalterato il loro schema, finivano per portare dentro casa (area di rigore) i pericoli che i due nuovi (Zapata e Rigoni) creavano a getto continuo.

Per fronteggiare la nuova situazione tattica, sarebbe stato indispensabile far salire la squadra almeno a ridosso del centrocampo, creando i presupposti per aggiungere la tattica del fuorigioco, peraltro cautelandosi con ò’inserimento di un difensore più veloce di Romagnoli e Mustacchio; nella rosa del Milan questo difensore ci sarebbe, ed è omonimo del centravanti orobico: Zapata.

Fatto questo Gattuso avrebbe dovuto inserire un esterno veloce, soprattutto a sinistra, dove Rodriguez piano piano si spegneva e Chanalogu invece non si era neppure mai acceso; inserendo per esempio Laxalt, Higuain avrebbe trovato un punto di appoggio nelle ripartenze, dove invece si ritrovava sempre senza compagni e costretto quindi a temporeggiare in mezzo a due/tre avversari.

Il buon Ringhio invece entra in confusione e toglie dalla mischia il migliore dei suoi, Bonaventura, l’unico capace di rovesciare l’azione, di coprire due ruoli centrocampista e attaccante e di rappresentare una seria minaccia per la difesa orobica, come attestano un gol vero, un gol annullato e un palo!

5 minuti prima al 67’ era entrato Abate al posto di Calabria è già questo avvicendamento è apparso ai più pleonastico; fare entrare Bakayoko al posto di Jack,  è però un errore grave che il Milan paga col pareggio degli ospiti, nonostante gli stessi siano ormai con solo 10 effettivi, causa un infortunio  occorso al Papu Gomez, costretto a camminare negli ultimi 10 minuti di partita.Meno male, perché le cose per il Milan, dopo il pareggio, si potevano mettere anche ancor peggio, visto che pur in 10 i bergamaschi dominavano il possesso palla.

Gattuso nel finale  (85’) inserisce Castillejo per Calhanoglu: il castigliano non è comunque riuscito ad entrare in partita.

E’ comunque vero che tutta sta gran panchina il Milan non ce l’ha neanche: a parte che manca numericamente un attaccante centrale in aggiunta a Higuain e Cutrone (pure infortunato), ma sono quei giocatori che fanno cambiare il modulo che servirebbero.

Fateci caso. nella rosa del Milan ci sono molti giocatori che conoscono il 3-5-2, ma si obietta che la difesa a 4 è per il Milan un dogma! potrebbe allora giocare con un albero di natale 4-3-2-1 di ancellottiana memoria, ma basterebbero solo due dei 6 esterni presenti…..; allora un bel 4-4-2 capace di dare sicurezza e irrobustire la squadra: non possiamo schierare subito due punte su due che ne abbiamo e poi perderebbe il posto Suso; insomma non cè un modulo che accontenti tutti.

E allora, senza un costruttore di gioco (alla Pirlo), senza un idea di gioco, senza uno schema di gioco e con una rosa inadeguata è cosi sorprendente che il Milan zoppichi?

Arrivederci quindi al mercato di  Gennaio,  se saremo ancora in tempo per quel famoso 4^ posto, oggi così lontano….