Prendo volentieri spunto da un recente fondo dell’ottimo Mario Sconcerti, che altro non fa che porsi le domande che i tifosi rossoneri più scettici, come il sottoscritto, si pongono dall’insediamento della proprietà attuale. E parto dalla fine di quell’articolo: non è bello, ne’ rassicurante che esista una proprietà ed un amministratore delegato che non hanno detto una parola, nemmeno buongiorno, non si sa dove siano, quasi non si sa che faccia abbiano.

E non è bello perché di norma i proprietari dei grandi club si fanno sentire, soprattutto dai milioni di tifosi, dichiarano i propri intenti, i progetti; da queste parti tutto è lasciato alle supposizioni, e chi suppone viene puntualmente tacciato di essere un pennivendolo perché scrive su queste: ed in base a cosa dovrebbe scrivere visto il silenzio assordante e assai poco educato?

Le società vanno avanti in base ai piani dei proprietari, non dei dipendenti, quindi non di Scaroni, di Leonardo, di Maldini. 
Alla fine dei loro giorni milanisti, Fassone e Mirabelli, mal celavano il loro disappunto circa una proprietà che perseverava nel distinguersi per la propria assenza. Non sono così sicuro che in cuor loro non vivano la stessa situazione le due ex colonne rossonere, le uniche ad aver rilasciato vaghe dichiarazioni, che non possono comprendere ciò che ci interessa : i veri progetti tecnici a medio-lungo termine, semplicemente perché non li decidono e, temo, non li conoscono.

Se ci pensate Gazidis, amministratore delegato, quindi alter ego della proprietà, si è insediato da oltre un mese: non esiste un solo virgolettato di questo che viene etichettato come uno dei migliori manager in circolazione. Io non ho alcun dubbio che lo sia, ma le uniche notizie che si hanno di lui ai Gunners, sono relative al fatto che è un mago nel far produrre denaro dal brand sportivo che gestisce, e mi riferisco a stadio, merchandising. Non si è distinto, invece, per aver costruito un gruppo di collaboratori in grado di assemblare un team portato alla supremazia tecnica in Europa: a me pare per un motivo molto semplice e cioè che nel suo mandato, e andiamo di supposizioni, esiste il punto A, ma non il punto B.

Trovo stucchevole azzardare ipotesi di mercato, e cioè perché alla fine Ibra che sarebbe stata una pressoché totale garanzia per l’ingresso in Champions, non sia stato ingaggiato, perché Fabregas ha seguito lo stesso destino, perché Marotta, che invece è il mago del punto B, finisce all’Inter.

Credo che l’armata di tifosi rossoneri attanagliati da ipotesi, incertezze, imprecazioni, si pongano una sola domanda, magari pretendendo finalmente una risposta, dopo i rutti di Galliani e le supercazzole in mandarino: quali sono le VERE intenzioni dell’edge found Elliot riguardo alla società Milan AC?