PRONTI, VIA - Oggi, 8 luglio 2019, inizia ufficialmente il nuovo Milan. Il Milan dell'Anno Zero (l'ennesimo), il Milan della rinascita (l'ennesima), il Milan dei giovani (l'ennesimo), il Milan che deve tornare dove merita (per l'ennesima volta). Al tavolo della sala conferenza di Casa Milan, di fronte al solito pubblico di giornalisti più il preidente Scaroni in prima fila, c'erano volti nuovi e non: il nuovo direttore sportivo Frederick Massara, Paolo Maldini, il nuovo allenatore Giampaolo e il nuovo Chief Footballer Officer Zvonimir Boban. Tutti e quattro pronti a manifestare le loro ambizioni e il loro entusiasmo per una stagione che mai prima d’ora deve significare "qualificazione in Champions League". Ora si fa davvero sul serio, ma forse di serietà ce n'è fin troppa.

TRA EMOZIONE E (FORSE) IMBARAZZO - L'evento non inizia del migliore dei modi. C'è un silenzio imbarazzante, non proprio il biglietto da visita migliore per il neo-allenatore già di per se (visibilmente) emozionato. Ci pensa però Boban a rompere il ghiaccio (lui che di riflettori e microfoni ne ha masticati parecchi in questi anni in televisione), esclamando "Che atmosfera triste... di solito in Italia si ride di più". Succede, e la conferenza può finalmente iniziare. Prende la parola per primo proprio l'ex fuoriclasse croato, manifestando che quella di Giampaolo è stata la scelta più semplice, frase che noi sentiamo nel 99% delle conferenze di presentazione di un giocatore, dirigente o allenatore. D'altronde, non è proprio "polite" rivelare ai quattro venti che determinate scelte in realtà sono state difficili. E’ un po’ come quando ad un colloquio di lavoro ti chiedono il perchè hai scelto quella determinata azienda: il candidato di certo non può rispondere che in realtà sta valutando anche altre posizioni e che ha già affrontato altre colloqui. Ma una cosa Zvonimir ha messo in chiaro sin da subito: Giampaolo è stato scelto per il bel gioco, tallone d'Achille della squadra da troppe stagioni.

MISTER, SU LA TESTA! - Ed è proprio il “bel gioco” il tema principale della prima parte della conferenza. Giampaolo insiste sui seguenti punti: vuole trasmettere ai suoi futuri ragazzi la sua idea di calcio che è stata un marchio di fabbrica nei suoi anni alla Sampdoria; ma soprattutto vuole imprimere nella testa dei suoi giocatori (soprattutto quelli giovani) la giusta mentalità vincente. C'è qualcosa però che salta all'occhio nel suo "public speaking": testa quasi sempre china e qualche balbettio di troppo. Certo, il 51enne ex blucerchiato non è mai stato un animale da palcoscenico alla Mourinho, ma queste frasi d'effetto cozzano un po' con il suo modo di porsi e la sua postura. Tant'è che uno dei giornalisti se ne accorge e (furbamente) gli chiede se, sul piano tecnico, i suoi giocatori al momento saranno in grado seguire tale mentalità e se non abbia paura che la società sin da subito sia troppo esigente con lui. Questione non tanto banale da affrontare, visto che stiamo parlando di una squadra sì buona, ma che alle prime incombenze ha espresso nervi poco saldi e una certa fragilità mentale (vedi la lite Biglia-Kessiè nell'ultimo derby). Giampaolo però è bravo a dare una risposta valida: è un percorso che va fatto pian piano e ci vuole tempo per questo. Il tempo c'è e ci sarà, bisogna volare bassi partita per partita. Ma la testa bassa del mister continua a stranire tutti.

MERCATO - Non potevano mancare le classiche domande sul mercato e sui possibili rinforzi. Krunic è stato ufficializzato, Bennacer quasi; gli altri nomi sono Praet e Veretout: sul primo il mister glissa con il solito "Al momento siamo coperti", mentre per il secondo è protagonista di un piccolissimo siparietto con Maldini e Boban, facendo intendere che sul centrocampista della Fiorentina dei tentativi seri sono in corso (nonostante la forte concorrenza di Roma e Napoli). Perchè è vero che è il suo esordio da allenatore in una big, ma di certo non è sprovveduto e anche lui (come tutto l'ambiente e i tifosi rossoneri) sa che bisogna tentare anche con giocatori di livello internazionale, visto che due elementi giovani e di prospettiva che però vengono da una squadra appena retrocessa non possono bastare per un progetto così ambizioso.

Domani la squadra si ritroverà a Milanello per il primo allenamento stagionale prima della partenza per gli Stati Uniti in vista della classica tournèe estiva. Pertanto, in bocca al lupo e soprattutto testa alta Marco, perchè (per citare una metafora gattusiana), di pasta asciutta ce n'è da mangiare molta.