Ieri sera abbiamo assistito ad un'altra orribile serata per i rossoneri.

Pronti via, è rigore per la Fiorentina, lo sigla Pulgar. 
Il Milan non riesce a scuotersi e le manovre d'attacco sono sterili e confuse. Mentre gli uomini di Montella, ex allenatore rossonero che si è preso proprio una bella rivincita contro chi l'ha esonerato. Anche se di chi l'ha esonerato non è rimasto più nessuno. Sono organizzati e ben messi in campo, e complice anche l'inerzia della partita possono fare già il raddoppio nella prima metà di gara.

Nella ripresa ancora, Milan inproduttivo e su contropiede della viola, rosso a Musacchio dopo il consulto dell'arbitro col VAR. Al suo posto entra Duarte che insieme a Lĕao sono le uniche note positive della serata. Ma su un altro errore dei padroni di casa, i gigliati approfittano e si portano ora sì, sul 0-2.
Diavoli in 10 e sotto di due gol.

Partita finita già al 60'. Ma qualche milanista osserva che era già conclusa prima che iniziasse.

Poi altro rigore per i viola, questa volta tira Chiesa ma Donnarumma para. A tenere almeno un pochino a galla quel che restava della dignità del Milan.
Ma su una magia del francese Ribery, che con questo inizio di campionato sta facendo ricredere gli scettici che l'ho davano ormai per finito in Italia e in Germania, è 0-3. Crollo e buio totale in casa Milan. Dopo un giro d'orologio arriva il gol della bandiera di Rafael Lĕao.
Ma l'umiliazione comunque resta. E lo dimostrano anche i tifosi organizzati del Milan, che voltano le spalle alla tribuna. Cosa che non accadeva dai tempi in cui il Milan era risalito per la seconda volta dalla Serie B. Prima dell'acquisto della società rossonera da parte di Berlusconi, tanto per intenderci.
Per andare a trovare un'avvio di stagione come questo, dobbiamo andare al campionato 38-39. Era stata quella l'ultima volta in cui il Milan aveva perso 4 delle prime 6 gare.

Giampaolo, tecnico scelto dalla nuova dirigenza, non ha dato niente delle sue idee... poi se le sue idee sono queste non sappiamo...

Ora il Milan viene atteso da un'altra partita delicata. Al Marassi contro il Genoa. Che dopo il bel avvio sta vivendo un momento simile a quello del Milan. Aspettative, investimenti e blasone togliendo. Dove potrà ritrovarsi di fronte un altro ex sulla panchina. Proprio lui, il tecnico uscente Rino Gattuso. Perdere questa volta renderebbe l'allenatore già discusso per mancanza d'esperienza e anche se vogliamo, di carisma, Giampaolo, esonerato.
Ed a questo punto cosa dovrebbe fare il Milan?
I tifosi milanisti dibattono sul da farsi.
Ma io, da esterno, un'idea lucida e concreta l'avrei.
Basta con i "maestri di calcio". Basta con le scommesse. Non c'è né la voglia né il tempo.
Bisogna affidarsi ad un allenatore esperto della Serie A, navigato, e con un curriculum alle spalle nelle grandi piazze.

Quindi chi meglio di Luciano Spalletti?

Che se ne sta libero ed uccel di bosco, proprio per aspettare un occasione come questa. È forse, la dirigenza milanista dovrebbe fare pure qualche tentativo per convincerlo.
Di sicuro aumentarli ed allungarli l'ingaggio che percepisce ora dall'Inter facendo niente. È dargli garanzie sul proseguo del progetto.
Dal suo canto Spalletti, ti battezzerebbe un'undici e lo manderebbe in campo con i sani sensi.
Di sicuro ci vuole una svolta anche sul terreno di gioco.

Via chi ha fallito tutte le occasioni concessogli: Musacchio, Rodriguez, Suso e Calhanohlu. È lasciarli in panchina fino a che non c'é ne fosse bisogno.
E dentro i nuovi: Duarte, Krunic, Rebic e Lĕao. E rimettere dentro Bonaventura, questo Milan ne ha disperatamente bisogno.
L'uomo di Certaldo gli affiderebbe il suo 4-2-3-1. Marchio di fabbrica del tecnico che sempre é arrivato nelle prime quattro quando ha concluso una stagione intera in Serie A.

Ovviamente chiederglielo ora sarebbe impossibile. Il Milan ora è da 9° posto. Troppo indietro rispetto ad Atalanta, Roma e Lazio.
Ma si porterebbe avanti col lavoro. Concludendo magari la stagione al settimo posto, se magari chi vince la Coppa Italia quest'anno non sarà in Champions, proprio  come la Lazio l'anno scorso. Evitando il purgatorio dell'Europa League.
E cominciando seriamente a puntare all'obiettivo che manca da ormai troppo tempo al Milan: ritornare in Champions.

È questa la squadra che deve percorrere il Milan. Una strada lunga e fangosa.
Ma il tecnico di Certaldo ha dimostrato nella sua carriera, di non aver paura di sporcarsi le mani.