C'era una volta la zona Milan, quella dei minuti finali in cui con le unghie e con i denti si acciuffava un risultato, rocambolesco ma comunque si portavano a casa i punti. Oggi la zona Milan è al contrario una voragine nella quale becchiamo gol dal 70' in poi e sopratutto perdiamo punti. È successo contro Udinese, Torino, Lecce ed è successo anche ieri dove per 70 minuti il Milan ha giocato alla pari, se non meglio di una Lazio stanca e senza idee. Però le partite durano fino alla fine e concentrazione, convinzione e determinazione hanno la meglio. In questo senso Pioli ha le sue colpe, quando per inserire un Leao che più scarico non si può fa uscire Paqueta fino ad allora uno dei migliori e sopratutto uno dei pochi capace di saltare l'uomo.

Al resto ci aveva pensato la sfortuna, facendo uscire Castillejo che fino ad allora era stato il migliore in campo. Da quel momento il Milan è rimasto in 10 perché il sostituto Rebic è entrato con l'aria di uno che si è appena svegliato piuttosto che con la voglia di dimostrare di meritarsi un posto in campo. Note stonate anche da Calabria che come spesso capita ai giovani del Milan - a parte Donnarumma - non è riuscito a fare a il salto di qualità e ora meriterebbe di giocare per squadre meno blasonate, come prima di lui hanno fatto Locatelli e il buon Cutrone.

Qualche segnale incoraggiante invece - ed era ora - arriva dai nuovi: se infatti Hernadez è sempre tra i migliori,  sono andati bene anche Benacer e tutto sommato Krunic. Purtroppo però nessuno di questi ha mostrato la grinta necessaria a portare a casa un risultato che fino al metà del secondo tempo sarebbe stato tutto sommato meritato: leader di spogliatoio. Possibile che nessuno in campo sia andato da Leao a dargli la sveglia? O da Rebic ? O da Calabria? Ognuno giocava per sé. Mentre dall'altra parte ho visto gente con gli attributi, che ha provato a vincere fino alla fine, fino oltre a quei 70 minuti che non servono a niente se non a mangiarsi le mani per ciò che poteva essere e invece non è stato.