Il Pistolero ha finito le munizioni. E non spara più. Ha smarrito la sua arma letale, il suo senso del gol. Piatek lethal weapon non spaventa più le difese avversarie. Lethal Weapon come il film con Mel Gibson e Danny Glover o come l'omonima serie tv con Damon Wayans, Clayne Crawford e poi Seann William Scott.

Piatek non ha più quel veleno sotto porta che aveva nelle annate precedenti. E giù critiche. In molti criticano Piatek come se fosse solo colpa sua questa improvvisa sterilità sotto porta che lo affligge. Non sono d'accordo per nulla con le critiche che stanno piovendo addosso al pistolero rossonero. E non credo che sia solo colpa di Piatek, se non in minima parte.

La crisi di Piatek poggia le sue fondamenta su due forti cause: la prima deriva da una inadeguata preparazione atletica fatta ad inizio stagione che non ha dato i frutti sperati. Molti calciatori del Milan sembrano molli, lenti, con le gambe pesanti, e questo ha influito nei risultati, e i risultati negativi hanno influito anche a livello psicologico e motivazionale. La squadra sembra spenta, compreso Piatek. Condizione approssimativa psico fisica che ha portato a questo scarso rendimento iniziale. La seconda causa deriva da un nuovo modo di giocare. Piatek con il nuovo modo di giocare viene lasciato spesso solo in balia delle difese avversarie, rientra spesso, svaria, lo vediamo spesso stare lontano dalla porta, abbassarsi, allargarsi, e questo gli fa sprecare molte energie con il rischio di perdere lucidità sotto porta. Inoltre gli esterni sono troppo larghi, non gli stanno vicino, lasciandolo solo contro i difensori avversari a fare sportellate, oltre a servirlo poco e male. Questo suo spreco di energie, come descritto in precedenza, lo porta poi a sbagliare dei gol che magari l'anno scorso non sbagliava. Piatek non ha giocatori a fianco che lo servono al quale dettare i movimenti, andare in profondità. Ogni tanto ci sono dei guizzi dei vari Suso, Calhanoglu e Paquetà come se fossero delle sorprese, e lui deve sfruttare queste poche possibilità occasionali. Non c'è una manovra offensiva fluida, costruita, gli esterni sono dei cavalli impazziti ed é difficile prevedere cosa possono fare. La manovra offensiva deve cambiare. La colpa non può essere solo delle punte. I fatti dicono che gli attaccanti del Milan, che sono Piatek e Leao, hanno segnato principalmente su rigore o su giocate individuali, come il gol di Leao contro la Fiorentina, dove ha scartato tre uomini e ha fatto centro. Ragion per cui significa che non vengono serviti a dovere e che quindi devono arrangiarsi da soli e inventarsi i gol con calci da fermo o giocate individuali.

La cura della sterilità offensiva del Milan e di Piatek può arrivare con una modifica nella manovra offensiva rossonera. Il Milan può passare a giocare a due punte con il trequartista dietro, che sarebbe fortemente consigliabile, oppure con gli esterni d'attacco, se proprio si vuole insistere nel giocare con il 4/3/3, che stiano meno larghi e più vicini alla punta centrale. E la cura potrebbe essere anche l'innesto di Zlatan Ibrahimovic.

L'arrivo dello svedese al Milan sarebbe una scossa all'ambiente positiva. Non è ben chiaro se possa dare ancora qualcosa al calcio europeo e italiano, ma a livello mentale, motivazionale, può dare un importantissimo apporto alla causa rossonera. Vedrei molto bene un attacco a due Ibrahimovic-Piatek o Ibrahimovic-Leao. Indipendentemente dal fatto che Ibra possa o meno essere competitivo ancora per il calcio europeo, solo con la sua stazza fisica è uno che può aprire le difese avversarie e liberare da delle marcature Piatek o i centrocampisti che si inseriscono. Nocerino con Ibra fece 10 gol in campionato. Avete idea con uno come Ibra di quanti gol possa fare un giocatore molto più talentuoso di Nocerino come Paquetà, bravo ad inserirsi, oppure Bennacer? Sicuramente ne trarrebbero giovamento.

Ibra starebbe al Milan come Antonio Conte sta all'Inter. Conte dalla panchina riesce a stimolare e a far dare il massimo ai suoi giocatori, li migliora, li sprona, li fa rendere di più. Ibra farebbe la stessa cosa ma in campo. L'unico dubbio che permane su Ibra é sul suo rendimento individuale. In america con i Los Angeles Galaxy ha fatto molto bene. Nel 2018 in 27 presenze ha segnato 22 gol. Nel 2019, sempre con i Galaxy in 31 presenze, ha realizzato 31 gol. La Mls è un campionato che sta crescendo ma lontano dalla competitività della Serie A, che però Ibrahimovic conosce molto bene. Classe 1981, l'attaccante svedese fisicamente appare molto tonico e in forma. Da testare ancora la sua competitività ad alti livelli, ma è un rischio che si può correre, anche per salvare il Milan e Piatek.