Già ieri dopo l'uscita della sentenza del giudice sportivo in merito alle due giornate di squalifica assegnate a Gonzalo Higuain dopo la sceneggiata ho pensato: "Beh è andata bene". Secondo il mio modestissimo parere è una sentenza giusta perché è vero che i calciatori dovrebbero considerare di essere degli idoli e quindi dovrebbero comportarsi di conseguenza; ma è altrettanto vero che in primis i calciatori sono delle persone umane e pertanto in determinate situazioni di particolare pressione, sotto adrenalina è tutto sommato comprensibile che uno abbia delle reazioni inadeguate. Se pensate a freddo ma del tutto normali in determinate situazioni.

Io penso che Higuain abbia avuto una reazione isterica comprensibile se si pensa all'importanza che lui dava alla partita Milan-Juventus, se si pensa al rigore fallito se si pensa all'andamento della partita e quindi per questo io mi sento di non metterlo in croce, nel senso che bisogna condannare il gesto, la reazione, ma non per questo deve essere marchiato a fuoco.

Ciò che trovo inspiegabile invece il ricorso che la società Milan si appresta a fare. Molti di voi mi diranno, 'beh è normale, una società deve difendere i propri dipendenti e compito degli avvocati difendere ogni cliente, sempre e comunque'.
Considerando il fatto che tramite l'entourage di Higuain è trapelato che il giocatore non si senta troppo tutelato dalla società Milan, notizia non smentita, e pertanto un fondo di verità potrebbe anche esserci, trovo del tutto inopportuno il ricorso della società rossonera in quanto attraverso questo ricorso è come se si autorizzasse la sceneggiata; è vero che Higuain non ha insultato l'arbitro, ma l'atteggiamento che ha avuto è del tutto condannabile. Con questo comportamento il Milan rischia di appoggiare il comportamento avuto dal suo assistito, e il problema è che qualsiasi ragazzino può pensare di attuare il medesimo comportamentismo.