Nella stagione, ahinoi, più ricca di colpi di scena degli ultimi anni, il nostro amato Milan sta finalmente vivendo un buon periodo, di forma e di risultati, ed il cosiddetto “Normal One”, mai soprannome più triste, si è guadagnato una insperata e, fino a pochi giorni fa, impronosticabile conferma. A Pioli va riconosciuto il grande merito di aver forgiato un 11 ben definito, credibile e, soprattutto, capace di portare a casa punti preziosi. Oltre ai titolari ha dato ordine anche alle riserve, è fondamentale a mio parere dare più certezze possibili ai giocatori: anche un subentrante, abbonato ai 15 minuti finali, se consapevole del ruolo, sarà confortato dal fatto che quelli saranno i “suoi” 15 minuti. E che anche se dovesse sbagliare 1,2,5 volte, comunque saranno i “suoi” minuti. Ed è proprio da questi aspetti che puoi riconoscere un grande mister.

Gran merito dunque a Pioli ed alla rosa per aver tenuto la barra dritta e portato la squadra a giocarsi l’Europa con chance più che buone. Da tifoso si fatica a comprendere le logiche di Elliott, il corteggiamento infinito a Rangnick, oltre ad essere stato poco elegante nei confronti di Pioli, si è infine rivelato come una cottarella passeggera, ed i risultati ottenuti dal gruppo hanno impedito di compiere l’ennesima scelta controproducente. Ma è davvero andata così? O come alcuni sospettano la scelta è dipesa da un imminente cambio societario, così da lasciare il campo libero agli eventuali successori? Che sia la volta buona per vedere l’ingresso di Monsieur Arnault? Ancora qualche mese e lo scopriremo…

Indipendentemente da questo credo che queste partite post lockdown abbiano fatto capire alla dirigenza e ai tifosi che questa volta non è necessario rifondare il gruppo, con i giusti profili si può completare una rosa di per sé competitiva. Il budget stanziato è abbondante e permette ampi margini di manovra. Penso ad elementi funzionali, non necessariamente top player: un buon centrale, l’ormai inavvicinabile Milenkovic o il polivalente Mancini, un terzino duttile, come può esserlo Spinazzola, per far rifiatare Theo o per supplire alla partenza di uno tra Conti e Calabria. Un paio di elementi a centrocampo come possono essere i prospetti di Pessina, Petriccione o il giovane Pobega; alzando il tiro ed aumentando il budget il sogno sarebbe imbastire uno scambio con l’Inter per Barella o in alternativa per Sensi. Pare Fantacalcio ma a ben guardare l’Inter ha un problema di affollamento in mediana, visto che anche l’arrivo di Tonali pare cosa fatta. E proprio quest'ultimo sarebbe l'ideale anche per i rossoneri, avremo un titolarissimo per i prossimi 10 anni, la speranza è di poter partecipare alla trattativa, i soldi appena incassati dalla vendita del mai rimpianto Suso possono fare la differenza. Altri profili di livello per il centrocampo potrebbero essere De Paul, Castrovilli, lo strombazzato Szoboszlai o, perchè no, l'esperto Allan. Chiaro che dipenderà da quali giocatori decideremo di mettere sul mercato, il gran finale ha scombinato i piani degli uomini mercato della società, diversi giocatori parevano in uscita certa, mentre ora non è affatto da escludere la permanenza dei vari Paquetà, Conti, Kessie, Krunic, Ibra o Castillejo.
Capitolo a parte il rinnovo di Donnarumma. Tenerlo piacerebbe a tutti ma non è possibile che la società venga continuamente messa sotto pressione da giocatore ed agente. A questo punto forse sarebbe meglio monetizzare, prendere un portiere esperto ed affidabile per non caricare di troppe responsabilità quello che tutti prevedono sarà il futuro dodicesimo: Plizzari ha dimostrato di aver doti non comuni ed ha ben figurato in serie B. L’attacco è forse la zona che necessita di meno interventi, prenderei un buon goleador di scorta come il sorprendente Caputo e proverei ad imbastire uno scambio con il Napoli per Milik o Lozano, sacrificando, ahimè, il buon Paquetà, l’unico assieme a l'intoccabile Chala che potrebbe ingolosire Gattuso. Se poi dovesse arrivare un'offerta indecente per Leao si potrebbe pensare ad un attaccante top. Berardi? Belotti?

Ultima osservazione sul mercato estero, non essendo più la serie A delle favole, si è visto negli ultimi anni quanto sia difficile per i ns. club competere con le big estere. Ritengo quindi non fattibili operazioni allettanti come potrebbe essere l’avvicinamento ad Alaba (in scadenza), oppure il prestito di Jovic da parte del Real. Anche un mio vecchio pallino, Torreira, difficilmente lascerà la Premier per tornare nella ns. piccola, amata, Serie A.

Riprendendo il grande Troisi, sintetizzerei il mio intervento ed il dietrofront societario così: “Ricominciamo da tre! Due cose buone le abbiamo fatte nella vita, e allora… perchè ricominciare da zero?!