Le vittorie, il prestigio sportivo, la buona classifica, sono fortemente legate alla grande disponibilità economica?
Le squadre di un certo blasone sembrano effettivamente condizionate dall'avere o dal non disporre denaro per compiere sul mercato dei grandi acquisti.
Negli ultimi anni l'emblema di questa particolarità sono l'Inter, che dalla scorsa stagione sembra aver preso di nuovo la strada giusta in tema di risultati e prestigio e il Milan. Entrambe le squadre hanno visto la "vecchia" dirigenza italiana, lasciare posto ad investitori cinesi.

Ma mentre l'Inter dopo la parentesi Thoir, con il gruppo Suning ed una dirigenza tecnico-sportiva ben calibrata, ha saputo gradualmente uscire dal tunnel e riacquistare quei posti nel calcio italiano e da quest'anno nel calcio europeo che contano e le competono, dall'altra parte il Milan invece sembra ritrovarsi in una situazione ambigua, dove per i risultati rimane molto legato al passato recente, mentre dal punto di vista dirigenziale, con la fine dell'era cinese e il fallimento della coppia Fassone-Mirabelli, adesso ritorna in mano ai milanisti, in particolare con la presenza di Leonardo e Maldini.

Ma, come si è visto negli ultimi anni, eccetto l'operazione Higuain, uno sforzo importante per fornire alla squadra un attaccante di peso e capace di fare reparto, oltre che abituato alla Serie A, del resto, la squadra sembra sempre mancare di qualcosa.

Una rosa davvero competitiva?

I tifosi, che sono abituati a vedere la propria squadra trionfare spesso, poco facilmente riescono a digerire più di un passo falso e quando si tratta di sfide come i derby, qui non ci sono sconti.
Per questo motivo, quando finisce un ciclo, ricominciarne un altro e soprattutto se non si ha il patron che spende a volontà acquistando da subito fior di campioni, non è semplice. Infatti si pretendono risultati immediati, un qualcosa che in pochi sono in grado di raggiungere. 

Ripartire dai giovani, per una squadra come il Milan è complicato, perchè non si tratta di una squadra di provincia, da metà classifica, per cui è sempre ammissibile l'errore di inesperienza del giovane calciatore.
La maglia rossonera pesa, come si suol dire, anche per questo: perché è una maglia che cerca sempre la vittoria e per vincere bisogna sudare e sbagliare poco o nulla. L'ossatura delle ultimi stagioni della squadra milanista è composta da gente come Donnarumma, Romagnoli, Bonaventura, Biglia, Suso, Higuain.
Ma questi possono davvero bastare?
E un altro problema è stata anche la guida tecnica: Mihajlovic, Montella e adesso Gattuso.

Sono allenatori davvero in grado di prendere in carico la gestione di una rosa che ha la pressione di raggiungere al più presto ottimi risultati?

Escludendo dal discorso Mihajlovic e Montella, esonerati, adesso è il turno di Gattuso. Dopo una stagione recuperata in corsa, nello scorso campionato riuscendo a raggiungere la qualificazione all'Europa League, l'ambiente rossonero, considerando anche il momento di transizione riguardo la proprietà del club, ha lasciato giustamente il timone a Rino Gattuso.
Un allenatore che conosce bene l'ambiente, che ha carattere e delle buone idee calcistiche; ma è pur sempre giovane, alle prime esperienze in Serie A, con una rosa che forse è forte e forse no.
Infatti il suo lavoro è sempre sotto l'occhio del ciclone e al primo passo falso, si parla subito di possibile esonero. Ma sappiamo come in Italia, o forse nel calcio in generale, la colpa alla fine sia sempre dell'allenatore. E tornando ai calciatori, questa formazione rossonera probabilmente non ha tutte e sottolineo tutte quelle qualità necessarie per compiere il salto successivo: ovvero ritornare tra le prime quattro ed aspirare ad una qualificazione in Champions League.

Donnarumma, sta manifestando dei limiti di base che vanno corretti adesso che è giovane, altrimenti rischia di portarseli per tutta la carriera: bravo fra i pali, ma pecca spesso nelle uscite e quando deve giocare palla al piede, giusto per menzionarne alcuni. Perchè non gioca Reina?

In difesa invece solo Romagnoli, che però non da la sensazione del difensore affermato da grande squadra, non può reggere l'intero reparto: Musacchio, Zapata, Caldara (ancora poco utilizzato), Abate, Rodriguez e il giovane Calabria, non possono dare quelle garanzie di continuità e di carattere tipiche da grande squadra.

Biglia, Bonaventura, Suso, Higuain, forse sono gli unici ad avere quella dimensione da Milan, ma devono essere ben supportati e trovare quei giusti meccanismi e quella grinta necessari per fa fare alla propria squadra il salto di qualità.

Non bisogna avere fretta

E così, sentire parlare del possibile arrivo di Donadoni, un ex rossonero, può fare piacere, per la sua storia e per "l'effetto Milan" che comporterebbe, ma rispettando e apprezzando le due doti, che l'hanno visto fare delle buone annate con squadre di medio profilo, ci sono dei dubbi nel caso di un palcoscenico come quello di San Siro.
Con i calciatori a disposizione, avrebbe le stesse difficoltà che hanno avuto i suoi predecessori e al momento Gattuso, pertanto rischierebbe di bruciarsi in breve tempo.
Questo non vuol dire che il Milan è una squadra da buttare, in fondo sta giocando anche l'Europa League e come prima elencati, ha in rosa dei calciatori ottimi e dei giovani di possibile prospettiva, come ad esempio Cutrone.
Serve quindi del tempo: ovvero che la dirigenza si stabilizzi dal punto di vista economico e nelle mansioni, così da riuscire a trarre delle importanti risorse da investire nella squadra.

Anche i tifosi milanisti devono avere pazienza e fiducia, anche quando si perde, così da non mettere pressione, anzi animare con il proprio entusiasmo il carattere e la determinazione dei propri calciatori.
Anno per anno, riuscire a innestare i giocatori giusti: meglio acquistare pochi ma validi, piuttosto che tanti buoni o meno buoni e ritrovarsi sempre a quel punto di non ritorno.

Lo stesso vale anche nei confronti del mister che allena: ogni allenatore ha delle idee che deve riuscire ad inculcare ai propri ragazzi, oltre che sapere pure adattarsi alle caratteristiche di questi.

Solo seguendo questa strada, pacata e paziente, quel salto di qualità può avvenire e quindi rivedere il Milan nelle zone alte che gli spettano e lo aspettano!