Sottovalutare
[sot-to-va-lu-tà-re]
v.tr.
Valutare qualcuno o qualcosa al di sotto del reale valore o dell’effettiva importanza: sottovalutare il nemico.
Ha sottovalutato innanzitutto il lavoro e il valore di Gattuso e la scelta del nuovo allenatore. Inter docet: con Conte i nerazzurri si sono trasformati e lotteranno fino alla fine per lo Scudetto. Giampaolo, prediletto di Maldini e Boban, si è invece rivelato sbagliato, inadatto. Non incapace - è un mister valido - ma incompatibile con l'attuale rosa del Milan: Suso e Piatek (per citare i casi più eclatanti) non c'entravano niente con modulo e gioco dell'ex Sampdoria e lo hanno trascinato al fallimento con la loro incapacità di adattamento, che si è unita all'incapacità di adattamento (alla rosa) dello stesso tecnico. È stata poi sottovalutata la scelta del sostituto di Giampaolo, puntando su quel Pioli che già aveva fallito con Inter e Fiorentina. La sliding door che portava a Spalletti (allenatore capace di centrare la Champions League per quattro anni di fila tra Roma ed Inter) grida ancora vendetta. Chi più spende meno spende: valeva decisamente la pena fare un sacrificio per il tecnico di Certaldo.
Altro tasto dolente legato al mercato è quello in uscita. Sono stati sottovalutati l'addio (o meglio: la mancata conferma) di Bakayoko e la cessione di Cutrone. Centrocampista di fisico e carattere, tatticamente importantissimo il primo; attaccante di "veleno" e grinta, attaccamento alla maglia il secondo. È stata sottovalutata l'importanza della costruzione di un attacco funzionale. A mio modesto avviso, quello del centravanti è il ruolo più importante della squadra nel calcio moderno. Troppo di fretta e leggerezza ci si è liberati di Cutrone per puntare tutto su un giocatore reduce dalla prima - seppur ottima - esperienza in Serie A (Piatek) e su un classe '99 (Leao) che ancora deve far vedere tutto. Nello specifico il polacco sta dimostrando di non saper venire incontro per giocare con la squadra e ha perso fiducia; mentre il giovane portoghese è un talento ancora da sgrezzare: più seconda punta che centravanti, come evidenzia la poca cattiveria sotto porta. E Rebic in prestito è la classica toppa peggio del buco, perché ha portato via un André Silva che avrebbe sicuramente fatto comodo: oltre al danno delle insulse prestazioni del croato, la beffa.
La spada di Damocle del fair play finanziario è inesorabile, ma Elliott deve dirci cosa vuole fare da grande: serve un progetto sensato e realistico, ma all'altezza delle ambizioni dei tifosi e della storia del Milan. Il Milan non è un investimento da far fruttare: va trattato con rispetto, passione ed ambizione.
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