La nuova proprietà, fin dai primi giorni di insediamento, ha iniziato già da subito un cambiamento generale sia nella struttura societaria che in alcuni elementi di “etica economica”, tanto cara ai tifosi, i quali si sono sempre lamentati delle laute commissioni date dalla vecchia gestione agli agenti dei giocatori, tra i quali soprattutto il potente e poco amato, per usare un eufemismo, Mino Raiola.

Ma davvero il cambiamento c’è stato? Davvero il Milan ora paga il giusto le commissioni agli agenti intermediari delle trattative? Qualche anno fa c’è stata l’entrata in vigore di un nuovo regolamento che poneva al 3% il possibile guadagno di un agente intermediario in una trattativa di acquisizione di un cartellino da parte di una società calcistica e sempre del 3% sulla retribuzione lorda del calciatore. In realtà è cambiato ben poco, visto che legalmente si “consiglia” di non eccedere questa percentuale. Sta infatti alle società stabilire una cifra forfettaria che non si discosti dal tetto stabilito. Per parlare del nuovo corso societario rossonero si può prendere ad esempio il caso Andrè Silva, sotto procura di Jorge Mendes, fondatore della Gestão de Carreiras de Profissionais Desportivos, S.A., nota anche come GestiFute , potentissima società di procura sportiva e famosa per curare gli interessi di Cristiano Ronaldo.

E’ stata infatti pagata la cifra di 38 milioni di euro al Porto durante la pirotecnica, e poco vincente, con il senno di poi, campagna acquisti estiva, che ha portato il Milan a spendere 230 milioni di euro. Il nuovo corso milanista ha sancito così una nuova alleanza con il procuratore portoghese, prendendo il posto di Mino Raiola come possibile fulcro dei futuri affari. Il prezzo di vendita come è noto è stato appunto di 38 milioni di euro esposta a bilancio del Porto a circa 27,8 milioni. In ogni caso quando si compra un giocatore con un prezzo del genere le vie del denaro portano a tre voci che si sommano: un Third Party Ownership (TPO), che era stato costituito precedentemente al divieto, in questo caso a favore della stessa GestiFute, una quota concordata del prezzo che va al giocatore secondo contratto e i costi di intermediazione, sicuramente a favore ancora della GestiFute.

I 10 milioni di differenza tra il costo complessivo e la voce nel bilancio del Porto sono andati a convogliare quindi nei tre grossi elementi elencati e il Milan si è fatto carico di questi costi, dimostrando che poco è cambiato rispetto al passato. Senza prendere in considerazione il fallimentare rapporto spesa-resa del giocatore si può notare ancora una volta che il problema non è Raiola, per quanto i suoi metodi siano discutibili, o Jorge Mendes, ma le regole di un calcio malato che hanno portato all’ipertrofia incontrollabile dei costi e l’ascesa di questi nuovi Re Mida che gestiscono società che hanno in gestione enormi quantità di denaro, nell’ordine di centinaia e centinaia di milioni di euro, aumentando ancora di più la forbice tra i club con i mezzi per affrontare tutto questo e chi invece, come il Milan, rischia di rimanere indietro come blasonata decaduta, testimone di un calcio forse più “povero” rispetto ad ora, ma sicuramente più nobile di quello odierno.