Poteva essere l'ennesima opportunità per Napoli di superare gli stereotipi con cui viene giudicata, almeno in Italia, e per far vedere a tutta Europa una maturità raggiunta almeno a livello sportivo, invece anche questa volta è stato un fallimento.
Tifosi, giornalisti, giocatori, allenatore e società hanno preferito rifugiarsi dietro la classica scusa della direzione arbitrale scarsa o di parte, piuttosto che rendere omaggio alla squadra vincitrice.
Soprattutto chi avrebbe il compito di "educare" i tifosi ha fallito in pieno.
Parlo di Spalletti, mio corregionale.
E' facile fare i filosofi centellinando le parole quando tutto va bene, molto meno quando ti trovi una squadra contro con cui perdi quasi tre volte in venti giorni, subendo 6 gol e facendone solo uno a tempo scaduto.
Non ci sono rigori non dati, ammonizioni o infortuni che possono giustificare questo atteggiamento soprattutto confrontandosi con il Milan che da più di due anni è colpito da infortuni a catena e da valutazioni arbitrali certo non favorevoli.
Inutile ricordare l'assenza per 5 mesi di Maignan o gli infortuni di tutta la fascia destra per due mesi e delle loro riserve. Il ritorno di Giroud ed Hernandez in condizioni disastrose dai mondiali per poi sentire dire in conferenza stampa che molti giocatori del Napoli sono tornati dalle Nazionali in condizioni non buone...

Nessuno della società, tecnici e giocatori ha mosso un dito per mettere fine ad una accoglienza al Milan degna di una città del terzo mondo e non di una città civile, come penso i napoletani si ritengano.
Insulti a Theo Hernandez e auspici di morte per il figlio di un anno, insulti a Maldini, Giroud e ululati razzisti nei confronti di Leao. Già... il razzismo, quello contro cui i napoletani giustamente si stanno battendo da decenni, ma che sono stati in questo caso i primi ad utilizzare per denigrare l'avversario.
Si è preferito mostrare per l'ennesima volta il lato peggiore di Napoli, mettendo in piazza la strafottenza, l'ignoranza e la maleducazione e l'inciviltà.

Invece doveva essere usata l'umiltà e il rispetto, così come ha fatto il Milan, che ha sempre affrontato il suo avversario rispettandolo e attuando un gioco resiliente che ha portato al raggiungimento di un traguardo che nessuno dei tifosi rossoneri si aspettava all'inizio della stagione.
L'umiltà di una partita di sacrificio da parte di Diaz, Bennacer, Tonali, Leao, Messias, Giroud volti a difendere, raddoppiare o triplicare piuttosto che andare a cercare fortune personali, fanno capire che spessore morale e di senso di appartenenza hanno i giocatori allenati da Pioli. Quindi non solo una sconfitta sportiva, ma l'ennesima sconfitta di una città intera!