Chi ne ha viste tante, sa bene quanto la storia del Milan sia una giostra passionale, dalle polveri alla gloria, dalla Cavese al trionfo al Nou Camp, da Blissett a Van Basten.
La sentenza dell'Uefa che esclude il Diavolo dall'Europa League è un altro di quei colpi tremendi, da cui ripartire.
Ammaccati ma almeno vivi.
Una condanna figlia degli ultimi anni sciagurati dell'era Berlusconi e, sulla scia, dal fantasma giallo. Per assurdo, ma mica tanto, la condanna ridà linfa alla nuova società, fino ad ora zavorrata sul mercato.
Un anno in più per ottenere la parità del bilancio (2022), è manna dal cielo. Da accogliere con moderato entusiasmo, ingoiando l'amaro boccone e fregandosene dell'onta subita. Finalmente i nostri eroi potranno agire sul mercato. Scatenare l'inferno. Facciamo un infernetto, altrimenti si rischia di restare delusi e svegliarsi tutti sudati.
Il Milan, ad oggi, avrebbe bisogno di: almeno un centrale difensivo. Tre centrocampisti, magari anche uno difensivo. Gli esegeti del maestro teramano raccontano di come quello di Giampaolo sia un calcio champagne di fatto di grandi costruttori di gioco, ma qualcuno che faccia legna può sempre servire.
Pure Sacchi aveva un Angelo Colombo. Poi due attaccanti, se uno tra Cutrone e Silva (al mercato di Porta Portese) verrà ceduto. C'è sempre bisogno delle plusvalenze.
Le benedette plusvalenze. Vendere. Vendere. Vendere.
L'unico rossonero con mercato sembra Donnarumma, ma è un mercato offensivo. Più umiliante della condanna Uefa. Avete presente quando avete bisogno di soldi e andate a vendere al monte dei pegni un orologio a cui tenete tanto che vale 2000 euro e una specie di ricettatore vi dice: 150 euro, prendere o lasciare?
Ecco, questo è quello che sta accadendo, con Leonardo pronto a lanciarci due noccioline. Altrimenti, a malincuore, passerà alla seconda scelta: Oblak, per cui è pronto a pagare la clausola di 120 milioni.
Per ora il Milan ha resistito, ma il problema è che alla vendita di Donnarumma non ci sono alternative credibili. L'appeal dei giocatori rossoneri sul mercato è pari a quello di Povia a Woodstock.