Prendendo in considerazione le squadre italiane al momento, vediamo che c'è un costante rapporto che dona alla squadra un certo equilibrio tra giocatori "offensivi" o con caratteristiche più offensive e giocatori più "difensivi" o con caratteristiche più difensive o semplicemente relativi ai compiti di determinati giocatori, e questo rapporto lo interpreto come 4:6, dove 4 sono i giocatori più offensivi e 6 i più difensivi.

Prendiamo il Napoli ad esempio, con 4 difensori più un playmaker basso e una mezzala di sostanza come Allan, piuttosto che la Juventus con 4 difensori più Pjanic a fare regista basso e un altro centrocampista più di sostanza come Khedira o Matuidi, e così tante altre.
Vedendo i dati degli ultimi anni, poi, denotiamo come ci sia anche un rapporto tra gol fatti e subiti che da un certo valore, una certa qualità e forza alla squadra che poi si traduce nella classifica con un alto piazzamento che prevede circa 80 gol fatti e circa 30 gol subiti.

A questi 2 dati aggiungiamo il fatto che, se per i gol subiti la squadra in toto con tutta la fase difensiva ha molta più importanza del singolo, per la fase offensiva circa 3 quarti dei gol fatti da una squadra vengono o devono arrivare da quei 4 giocatori che vanno a ricoprire le caselle più offensive grazie alle loro caratteristiche. Scrivere ora l'intero sistema di equazioni non è il caso ma metto in evidenza solo i numeri, risultato di questo sistema, che portano a raggiungere quegli obiettivi  con queste condizioni:

1) una squadra dovrebbe avere la media di 2,10 gol fatti a partita;

2) i 4 giocatori offensivi (anche più di 4 ma che poi nel corso della stagione si alternano in quei 4 ruoli) devono avere una media di 1,58 gol a partita;

3) le rimanenti 6 caselle devono portare 0,52 gol a partita.

Tradotto in gol stagionali, i giocatori offensivi devono spartirsi 60 gol a stagione, e altri 20 devono arrivare da tutti gli altri.

Sulla base di ciò se si costruissero le squadre pensando prima ai numeri e poi al resto, un po' come ha fatto la Juventus quando ha portato a casa non Higuain e Pjanic, ma il maggior numero di gol e il maggior numero di assist della stagione precedente, allora tutti i discorsi avrebbero più senso. Questi sono i numeri che dovrebbe prendere in considerazione una grande squadra. La provinciale, che non può spendere cifre alte sul mercato è quella che deve scommettere su i giocatori, La grande squadra dovrebbe ragionare in numeri (almeno per gli eventuali titolari della squadra e al massimo scommettere su qualche seconda linea). 

Traslando questi numeri e concetti al Milan, e analizzando i numeri della scorsa stagione dei giocatori maggiormente offensivi attualmente rossoneri troviamo:

- Kalinic 15 gol; - A. Silva 16 gol; -Suso 7 gol; - Bonaventura (prendiamo in considerazione la penultima stagione dato il lungo infortunio) 6 gol; - Cutrone non classificabile; Calhanoglu in una stagione e mezza 9 gol; Mettendoli tutti insieme sono 55 gol escluso Cutrone.
Quindi, giocando tutti insieme forse arriverebbero ai 60 gol richiesti, ma far giocare a tutti tutte le partite è impossibile quindi qualcosa nella valutazione iniziale del potenziale offensivo è sbagliata, dato lo standard che si richiede; ecco che allora un altro errore grande che si può commettere è quello di puntare su un sistema di gioco che prevede solo la presenza di 3 dei sopra citati.
Questo Milan non può permettersi di tenere 2 dei 3 veri attaccanti in panchina e allo stesso tempo non può essere orfano di Suso, data l'importanza nel gioco che ormai ha per suoi meriti acquisito, e uno tra Bonaventura e Calhanoglu deve esserci per cercare di raggiungere certi obbiettivi. Certo è che solo metterlo in campo e far timbrare il cartellino non basta, Il compito dei giocatori è di dare il massimo e giustificare gli enormi stipendi, ma poi c'è il compito dell'allenatore che è quello di farli coesistere, di dare una mentalità, un'identità di gioco e spronarli al sacrificio, e ad oggi neanche giocando con 5 attaccanti e 5 rifinitori il Milan potrebbe essere pericoloso, perché mancano le idee, e solo con la disperazione (vedi il derby) o con lo sporadico miracolo del singolo (vedi col Chievo: se Suso non avesse inventato quel gol, non so se poi la partita sarebbe proseguita comunque su quel binario) riesce ad essere pericoloso e dare quel qualcosa in più.
A questo poi si aggiunge Il compito dei direttori sportivi che è quello di ragionare in numeri e non in lettere, quelle lettere che compongono i nomi belli da sentire ma che poi in campo devono dimostrarsi di un certo livello.