Su una cosa, credo, la stragrande maggioranza dei tifosi rossoneri è stata sempre concorde fin dall'inizio: le qualità dei giocatori del Milan non sono quelle di una squadra da scudetto, né con i titolari né tantomeno con le riserve. La squadra di Pioli dal punto di vista tecnico è ben lontana dall'Inter (che può permettersi di tenere Gosens, Vidal e Sanchez in panchina) o dal Napoli. Eppure, se i nostri ragazzi sono primi (con una partita in più rispetto ai nerazzurri) a sei giornate dalla fine, un motivo ci sarà: la cattiveria agonistica, la determinazione e la compattezza dimostrata durante questa stagione sono state di gran lunga superiori a quelle delle dirette concorrenti.  Siamo passati attraverso infinite difficoltà, ma la squadra non ha mai mollato, anzi... si è sempre rialzata più forte di prima

Per questo motivo, sono orgoglioso del percorso che abbiamo fatto in questi due anni e mezzo. Siamo tutt'altro che perfetti, lo so e se non vinceremo lo scudetto i rimpianti saranno davvero tanti: i punti buttati contro Salernitana e Udinese, il gol di Messias contro lo Spezia e le tante settimane passate con l'infermeria piena. 
Personalmente, mentre l'anno scorso non ho creduto allo scudetto nemmeno quando eravamo primi a gennaio, questa volta non mi sono mai nascosto, fin dall'inizio del campionato, e continuerò a sostenere questa meravigliosa squadra fino all'ultimo secondo dell'ultima partita: comunque vada a finire.

Non dimentichiamoci l'indisponibilità di Bennacer e Kessie per la Coppa d'Africa a gennaio, oppure che la nostra rosa è composta dalla quasi totalità dei giocatori e da un allenatore che non hanno mai lottato per obiettivi così prestigiosi. La difesa che ci ha permesso di mantenere la porta inviolata per sei partite di fila è formata da calciatori arrivati nell'ultimo anno e mezzo ma che sembra giochino insieme da una vita: Tomori, Kalulu e Maignan. Tre giovani, molto forti, che sono diventati dei leader totali in pochissimo tempo.   

Anche a me, vedere partite così brutte da parte di Brahim Diaz e di Messias, fa male e causa tanta rabbia: sono loro che stanno mancando in questi momenti decisivi. Ma d'altronde, se ci pensate, il 10 spagnolo viene da squadre in cui era una semplice comparsa e in cui giocava pochissimi minuti ogni stagione, mentre il brasiliano si era misurato solo con campionati e squadre di tutt'altra caratura: non sono giustificazioni, ma solo parole destinate a chi, tifoso come me, non riesce a dormire pensando a questa volata scudetto. Il nostro sogno non è finito ieri sera e dobbiamo farlo rimanere vivo fino all'ultimo secondo disponibile.
Al contrario di serate come quelle di Salerno, l'atteggiamento è stato quello giusto. Abbiamo lottato su ogni pallone e volevamo mangiarci campo e avversario: l'ho letto negli occhi dei nostri ragazzi. Stanno facendo quello che possono, ovvero onorare la maglia gettando il cuore oltre l'ostacolo. Esemplari, a tal proposito, le prestazioni di Tonali e Giroud, che hanno trascinato emotivamente i loro compagni anche nei momenti più difficili della gara: un leone contro i centrocampisti del Torino il primo, un guerriero su ogni pallone il francese nei duelli con Bremer

Quello che ci manca, purtroppo, rispetto alle concorrenti, sia in fase di impostazione che davanti alla porta, è la qualità, così come la sicurezza che hanno i campioni o, almeno i giocatori più esperti, nelle zone decisive del campo. E' un dato di fatto: non dobbiamo farne una colpa né ai giocatori né all'allenatore. E' così e basta. 

Ma non è solo con la qualità che si vincono i trofei. Sono consapevole che, visto quanto ci siamo andati vicini, sarebbe una delusione per tutti non vincere lo scudetto, anche se eravamo in pochi a crederci a inizio stagione. Ma se continueremo a lottare con le unghie e con i denti diremo la nostra fino alla fine. E anche noi tifosi dobbiamo fare la nostra parte. I ragazzi scendono in campo col cuore in mano per regalare a noi e a loro stessi un sogno: da qui in avanti, stringiamoci intorno a loro e incitiamo come non abbiamo mai fatto prima soprattutto quelli che stanno giocando peggio: da Kessié a Diaz, da Messias a Saelemakers. Andiamo a giocarci quest'ultima parte di campionato con il veleno negli occhi e mettiamo paura a tutti i nostri avversari: solo così potremo farcela. 

PERCHE' IL DIAVOLO NON MUORE MAI!
FORZA MILAN, SEMPRE!

Nicola Civetta