Quando le cose non vanno bene, anzi vanno malissimo, è giusto mettere sotto accusa non solo una persona singola, ma l'intero gruppo. Su questo non ci piove, in azienda, come nei club calcistici. Inutile dire che le colpe di questa catastrofe rossonera, la quale si fa fatica a chiamarla Milan, siano da additare non solo a Giampaolo, ma anche alla dirigenza e, perché no, alla squadra. 

Tra ex giocatori che un tempo solcavano i campi di Milanello, vecchi dirigenti e opinionisti del pallone, ve sono alcuni però che hanno preso nel mirino il valore complessivo della rosa a disposizione di Giampaolo. "Non all'altezza delle sue idee" hanno detto alcuni, "scarsa" hanno vociferato altri, addirittura "pessima" hanno sussurrato i più coraggiosi. Se dovessimo metterla a confronto con le compagini di Inter, Juve e Napoli, molto probabilmente qualche pensierino in merito verrebbe in mente a tutti. Ma la rosa del Milan è veramente così scadente? Il sottoscritto non è di questa idea. Fatta eccezione per alcuni giocatori sotto gli standard, o altri osannati come campioni, quando in realtà sarebbero da medio-piccola, il Milan conta calciatori di buon livello. Non campioni, non fuoriclasse, ma gente che di sicuro sa stare in campo e che può dare molto. 

La dimostrazione ci viene da ricordi ancora non del tutto sbiaditi. Meno di sei mesi fa infatti, questa "squadra raffazzonata" lottava per una posizione di Champions, al punto da sfiorarla a pochi minuti dal fischio finale della stagione. Un solo punto aveva diviso i rossoneri dal ritorno nel calcio che conta, con moltissimi rammarichi per quegli errori (tanti è vero), che se solo alcuni di essi fossero stati evitati, avrebbe portato il Milan matematicamente a giocarsi la coppa dalle grandi orecchie, magari con una o due giornate di anticipo. 

La domanda dunque giunge serafica: è possibile che una rosa in grado di lottare per un simile obiettivo meno di sei mesi fa, oggi venga considerata così scarsa? Dove sta l'errore? In un illusione farcita di fortuna del passato, oppure in una valutazione assai drastica, quanto ingiusta, dei giorni odierni?

Il Milan l'anno scorso non è stato per nulla fortunato. Ha commesso i suoi errori, non giocava un bel gioco, ma aveva un minimo d'idea e, soprattutto, carattere. Dopo anni infatti, si rivedeva un Milan che, quando andava in svantaggio, faceva di tutto per recuperare e, in alcuni casi, con successo. Senza contare che, conti alla mano, il bilancio degli episodi arbitrali fu assai negativo. Ma questa è un'altra storia. Additare gli arbitri come rei di aver lasciato il Milan fuori dal quarto posto, è un'accusa che una grande squadra non si può permettere. 

C'era un Bakayoko in più, è vero, ma Romagnoli-Musacchio non ne sbagliavano una, Piatek segnava con regolarità, Chalanoglu (Dio ce ne scampi) offriva buoni assist e il resto della squadra faceva il suo. Nulla di che, forse persino al di sotto delle loro possibilità, ma diamine c'erano, sentivano che potevano farcela, lottavano. Oggi invece che cosa è successo? Come mai non ci sono più quelle idee di solidità, di desiderio di rivalsa, di vittoria? 

Torno a ripetere: è stata solo un'illusione, un insolito allineamento cosmico, oppure c'era qualcosa di vero in quella squadra? 

No, io non credo che si sia trattato di un'illusione. Io non credo che questa rosa non sia all'altezza. Di sicuro non è farcita di campioni, ma ha gli stessi valori di quella dell'anno scorso. Dunque la risposta è molto semplice: i giocatori non stanno dando nulla di quello che possono e, a mio avviso, non in maniera volontaria o per svogliatezza. Semplicemente perché non possono, non sono messi nelle condizioni di farlo. Ciò che personalmente gli posso additare, è la mancanza di carattere. 

Di chi è la colpa allora in tutto ciò? L'allenatore ne ha fatte di cotte e di crude per arrivare a questo punto, ma c'è da dire che in questa squadra non c'è un giocatore, vecchio o nuovo, che rispecchi le sue ben note e radicate idee di gioco. Quando la dirigenza lo ha scelto come allenatore, si era almeno fatta un'idea di chi stava ingaggiando e come faceva esprimere il suo calcio? Domanda che purtroppo rimarrà in sospeso per sempre. 

Tornando a Giampaolo però, una tiratina d'orecchi dobbiamo fargliela (l'ennesima). Dal voler trattenere Suso (completamente lontano dai suoi schemi) durante il mercato, passando per il valzer degno di una canzone di Sanremo "trequartista sì, trequartista no", sino a giungere ai posizionamenti insensati di diversi giocatori messi fuori ruolo, il tecnico rossonero ne ha combinate peggio di Carlo in Francia

Forse è vero, i giocatori che formano la rosa del Milan sono lontani anni luce dalle compagini di Ancelotti, e perfino di quella di Allegri. Ma non si può certo dire che sia penosa, dato i risultati raggiunti solo la scorsa stagione. No, non sono d'accordo con chi dice che la squadra messa in mano a Giampaolo sia scarsa, anzi più scarsa del suo allenatore. Perchè se è vero, e sacrosanto, che una squadra deve mettersi al servizio del proprio tecnico, il tecnico deve fare la stessa cosa, in particolare nelle prime giornate della sua prima stagione. Se si scombussolano le idee, è chiaro che far funzionare undici teste e ventidue piedi diventa difficile. Ogni tanto, forse, si dovrebbe mettere da parte tattiche e schemi, permettendo alle caratteristiche dei giocatori di venire fuori e consolidarsi. Poi, una volta trovato il giusto equilibrio, ecco che il tecnico può far emergere le sue idee, cercare di iscriverle nel DNA della sua rosa. 

Purtroppo parole al vento, che molti tecnici al giorno d'oggi salutano con un "Aborro", come direbbe Mughini.