Fassone è un personaggio machiavellico. Durante il percorso del Voluntary prima, e del Settlement dopo, ci ha tenuto a ricordare che il Milan verrà giudicato a giorni per le violazioni del FPF verificatasi durante la gestione della vecchia proprietà. Assolutamente vero: le gestioni prese in esame sono la 2015, 2016 e 2017. Durante i suoi ripetuti (e inutili) interventi a ricordare un fatto di conoscenza globale, ha però avuto un piccolo vuoto di memoria: il FPF non ha smesso di esistere, ma continua ad essere in vigore, di conseguenza saranno attenzionate dagli occhi vigili dell'Uefa anche la stagione che sta per concludersi e le prossime.

Notizia di oggi, uscita dal cda del Milan: il passivo di bilancio per la stagione 2018 si attesterà sui 75 milioni di euro. La Uefa prevede che, nel triennio preso in esame, il passivo aggregato totale sia (al netto delle spese virtuose) di 30 milioni di euro. C'è da domandarsi come Fassone intenda rispettare il FPF per le stagioni 2018-2019-2020, partendo da una perdita che già nel primo anno supera il limite massimo permesso nel triennio; probabilmente pensava di poter fare un mercato aggressivo, nella scorsa finestra estiva  e di rientrare con i famosi 90 milioni di euro di entrate dal mercato cinese previsti nel primo anno, e gli oltre 120 milioni già nel secondo anno. Ad oggi l'unica partneship cinese porta 300mila euro...

Lungi da me "portar rogna" al Milan, ma pensare che la società rossonera possa, nelle prossime due stagioni, produrre degli UTILI, sarebbe un volo di fantasia pari ai già citati millemila milioni dal mercato cinese. Ma allora Fassone come intende rispettare ad oggi il FPF? La risposta è piuttosto semplice: non lo rispetterà, ancor più se il Milan venisse escluso dalle coppe per uno o due anni, o, nel caso migliore, se venissero trattenuto i premi Uefa. Il Milan quindi, e concludo, si appresta ad apprendere le sanzioni del FPF ben conscia che, nel 2020, dovrà - da recidiva - essere giudicata di nuovo. Molte volte la pioggia anticipa la tempesta.