Alle ore 18.30 di appena otto giorni fa, ovvero quando Quagliarella al trentesimo minuto di Milan-Sampdoria portava in vantaggio i blucerchiati a San Siro, la stagione dei rossoneri sembrava ormai destinata alla mediocrità e l'esonero di Gattuso praticamente certo con Donadoni pronto a prendere in mano una squadra che sembrava ormai vuota, senza idee e allo sbando.

Sono passati appena otto giorni, ma sembrano quasi due ere geologiche, con grinta, abnegazione, spirito di squadra e anche un bel pizzico di fortuna che non guasta mai, il Milan sembra aver trovato la retta via e da quel fatidico trentesimo minuto ha cavato fuori tre vittorie consecutive che hanno proiettato la squadra al quarto posto in classifica e messo al sicuro la panchina del proprio allenatore.

Sicuramente non è tutto oro quello che luccica, ma queste ultime partite hanno restituito al popolo rossonero una squadra, che nonostante tutti i suoi limiti tecnico-tattici e la caterva di infortuni che la stanno falcidiando, ha voglia di lottare fino all'ultimo portando il cuore oltre l'ostacolo e oltre il novantesimo minuto diventata ormai non più zona Cesarini ma zona Romagnoli. I Gattuso boys sono riusciti a ottenere questi nove punti con le qualità che secondo gli addetti ai lavori, ma soprattutto allenatore e dirigenti gli avevano rimproverato di non possedere, ovvero grinta, personalità e mentalità vincente.

Per raggiungere l'obbiettivo stagionale o diktat societario cioè il quarto posto, questa squadra dovrà sicuramente migliorare dal punto di vista del gioco, recuperare gli infortunati e a gennaio rimpolpare la rosa per non trovarsi a corto di uomini e di fiato già a meta stagione, ma già il fatto di aver visto un gruppo unito che con orgoglio e ostinatezza cerca la vittoria a tutti i costi, è già un gran bel passo in avanti nella costruzione di una squadra che può avere un futuro radioso al pari del suo glorioso passato.

Un vecchio saggio esperto di "Smorfia" diceva che la paura fa 90 e probabilmente il Diavolo ha davvero provato cosa vuol dire aver paura di fallire un'altra stagione, scendendo all'inferno e risalendo ben oltre il 90esimo minuto.

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