Quanto l'arbitro Serra con il triplice fischio ha concluso la partita Milan, Cagliari, mandando tutti negli spogliatoi, un velo di tristezza è calato su tutto il "popolo rossonero". La vittoria per tre a zero, il decimo gol di Ibra e i 41 punti conquistati nel solo girone di ritorno, facevano già parte del passato, poichè quel fischio decretava anche la fine della stagione 2019/20. Erano anni che non ci divertivamo così tanto, certamente la pandemia, la sosta e gli stadi deserti, senza la presenza degli spettatori, hanno condizionato questa stagione, conclusasi il 2 di agosto, ma facendoci vedere una squadra finalmente competitiva, in grado di affrontare ogni avversario, con rispetto, ma mai da sconfitti, come succedeva troppo spesso nel recente passato.

Se facciamo un confronto con la passata stagione, quando in panchina c'era Mister Gattuso, il quinto posto e i 68 punti totalizzati, distanziati di solo un punto per poter partecipare alla Champions League, ci consegnava una squadra con molte meno certezze rispetto all'attuale. Quella formazione è mutata, non solo nel modulo, ma in moltissimi interpreti. Sorvoliamo sulle prime sette giornate e sulla scelta di Mister Giampaolo, il "Maestro" arrivato da Genova, sponda blucerchiata, troppo sbagliata per meritare analisi approfondite. Il cambio in panchina, con l'arrivo di Mister Pioli, una campagna acquisti finalmente funzionale, con la cessione di Suso fondamentale per uscire da una "situazione tattica", che aveva condizionato il lavoro di tre allenatori, Montella, Gattuso e Giampaolo, ma specialmente l'arrivo di un campione come Ibra, in grado di guidare e motivare la squadra e i compagni come nessun altro avrebbe potuto fare, hanno prodotto quel gioco e quei risultati che fino a Dicembre sembravano impossibili, migliorando una classifica ancora non entusiasmante, ma ugualmente sufficiente per poter partecipare alla competizione europea, seppure meno importante.

Con 19 vittorie, 9 pareggi e 10 sconfitte, il Milan totalizza 66 punti, ripetendo lo stesso piazzamento di due e tre anni fa, ma con ben 12 punti di distacco da quel quarto posto indicato ogni anno quale obiettivo "vitale", per poter aumentare gli investimenti. Da evidenziare che se il Milan ha perso entrambe le partite solo con una formazione, proprio la seconda formazione di Milano, l'Inter, è riuscito viceversa a batterne solo quattro, Brescia, Parma, Bologna e Cagliari e fra queste solo la prima è retrocessa in serie B. Sono ugualmente molte le cose positive che ci autorizzano ad essere ottimisti per il futuro. Proviamo ad analizzarle :

DIFESA. Con 46 gol subiti, è la quarta difesa del Campionato. Se Donnarumma è il miglior portiere del nostro campionato e fra i più forti al mondo, l'inserimento a gennaio di Kjaer, in sostituzione di Musacchio, ha portato centimetri e tranquillità sulle palle alte, aiutando anche capitan Romagnoli, che ha migliorato le sue prestazioni, non impeccabili ad inizio stagione. Theo Hernandez si è rilevato un ottimo acquisto, ha garantito gol e facilità di arrivare alla conclusione e al cross, tanto utili quanto funzionali per un gioco molto più veloce rispetto agli anni passati. Con due rinforzi, un terzino destro e un centrale, il reparto può garantire ottime prestazioni per molti anni.

CENTROCAMPO. Il cambio di modulo, con l'attuale 4/2/3/1, che può diventare anche un 4/2/4, con l'abbassamento di Zlatan, ha trovato in Kessie e Bennacer i due punti fissi dove poggiare gran parte del gioco. Entrambi hanno trovato fiducia e garantito ottime prestazioni, qui si dovrà intervenire attraverso il mercato per garantire le sostituzioni all'altezza che attualmente non ci sono.

ATTACCO. Se i 63 gol realizzati proiettano il Milan al settimo posto, per reti segnate, non va trascurato che 35 sono stati realizzati nelle ultime 12 partite e solo 28 nelle precedenti 26. Il cambio di modulo, un Rebic entusiasmante, un Chalanoglu finalmente all'altezza delle aspettative e, come già evidenziato, un Ibra "direttore d'orchestra", a dettare i tempi, hanno prodotto questa incredibile media di quasi tre gol a partita. Dalla trasferta di Cagliari, all'ultima partita proprio contro la squadra sarda, il Milan ha sempre trovato la via del gol, portando la striscia favorevole a venti partite. Come si dice sempre ;"vincere, aiuta a vincere", una bella iniezione di fiducia.

PIOLI. Era arrivato accolto da moltissimi dubbi e "Pioli-out" gridato da moltissimi tifosi, che volevano Spalletti, lasciava poche speranze ad un futuro roseo. Con il lavoro, la pazienza e la determinazione, ha saputo conquistare tutti, squadra, critici e tifosi. Ma specialmente si è conquistato la fiducia della Proprietà che ha cambiato totalmente decisione, rinunciando al cambiamento, per dare continuità ad un progetto che oggi e aggiungerei, SOLO OGGI, appare concreto e vincente. Nel celebre film Rocky 3, Apollo Kid, diventato allenatore di Balboa, gli spiega l'importanza di avere :"gli occhi di tigre", non aver paura di nulla e guardare l'avversario, obbligandolo ad abbassare lo sguardo. Pioli mi ricorda Rocky, non si è mai arreso, ha creduto nel suo lavoro e nella squadra, lavorando a testa alta e, posso scommetterci, ci e si darà, moltissime soddisfazioni. 

Tre settimane di riposo e poi ci sarà il ritiro, servono rinforzi, giocatori pronti per un grande palcoscenico come è San Siro. Biglia e Bonaventura sono a fine contratto e sono molti i giocatori che, a fronte di offerte convincenti, potrebbero essere ceduti. Una parola per "Jack" che arrivato dall'Atalanta, nell'agosto del 2014, ha giocato 183 partite. Professionista serio, dispiace averlo visto solo a centrocampo, al termine della partita, commuoversi per la sua ultima partita al Milan, certamente se il pubblico fosse stato presente gli avrebbe tributato un lungo applauso, meritato, perchè ha sempre onorato la maglia, cosa che altri non hanno sempre fatto. GRAZIE Jack ci sarà occasione per salutarti con affetto anche se verrai a San Siro con un'altra maglia. Il Campionato purtroppo è finito, ci stavamo divertendo, ma la sensazione di essere finalmente fuori "dal tunnel", è evidente.                   

 Si ripartirà da questo sesto posto e da molte certezze, aggrappati ad un Campione, ad un giovane di 39 ANNI, ma specialmente tornando allo stadio perchè il pubblico è parte di questo gioco stupendo, che si chiama calcio.