È come se si immaginasse di leggere, cantando ad alta voce il  "Tema" dei Giganti, un noto gruppo canoro degli anni '70.
Il Prof. di Musica esclama: "...concluda il brano Enrico Maria Papes - e lui -//...penso che l'amor sia la più bella cosa che ....//...Viva viva l'amor... è per l'amore che si canta!...Viva viva l'amor... è per l'amore che si canta!!..Amor!...Amor!!...Amor!!!//
E se oggi venisse assegnato dalla Commissione nella prova scritta del tema di italiano per lo svolgimento degli esami di maturità tra gli argomenti proposti il seguente titolo: "Descrivi in tre minicapitoli gli episodi più salienti da te vissuti", non mi stupirei affatto di quella scelta... e se io mi trovassi, come avvolto dalle verdiramose brume dei ricordi del passato, immedesimato  in uno di quei maturandi che, in un aula con il condizionamento guasto e madidi di sudore aggravato da un inatteso anticipo del Sol Leone, si stanno arrovellando le meningi per superare indenni la prima prova scritta... ahh!!... Eccoci qua!!... così avrei sicuramente esordito in quel mio componimento... 
"Viva, viva l'amor!!"... Ma non solo per la donna dei nostri desideri, ma anche per la squadra, che saldamente a lei unita alberga ormai biologicamente nel nostro cuore da tantissimo tempo!!... E per fare capire meglio al lettore il mio pensiero è d'uopo riavvolgere il nastro di tre anni... ed in tre anni... ne son cambiate di cose!

Correva il 25 aprile 2019 quando, incoraggiato da mio figlio, mi iscrissi nel portale di VivoPerLei di Calciomercato e riuscii dopo vari tentennamenti ad inviare il mio primo articolo usando queste parole... "Amici tifosi lo spettacolo al quale abbiamo assistito ieri sera nell'incontro disputato contro la Lazio è stato semplicemente penoso...", il titolo di questo pezzo "preistorico" era "Caporetto Milan" ed ottenne 63 letture, 7 like, valutazione redazionale voto 7 ed un solo commento a sostegno di quel mio minimo sindacale da me scritto, ad opera del blogger rossonero "4evermilan" che ancora oggi, essendo stato uno dei miei primi lettori ed il primo in assoluto a scrivermi un feedback, ho modo di considerare con vero piacere quale "padrino" a tutti gli effetti del battesimo di Massimo 48 nella Community di VxL!

Era il Milan di Rino Gattuso, ma un Milan ormai irriconoscibile, senza anima, senza trame offensive, senza affondi degni di nota, il nostro gioco stretto nella morsa e nell'eleganza dei fraseggi e delle incursioni laziali aveva un solo pregio, non certamente sfuggito ai più attenti tifosi e cioè la maestria del gioco denominato "palla all'indietro" tanto celebre quanto la sua alternativa, nel caso non funzionasse la prima, ripiegando sull'applicazione del metodo "palla con lancio lungo alla Viva il Parroco...e pedalare!"...ed il risultato era sconsolatamente visibile a tutti... fuori dalla Coppa Italia ed un mese dopo fuori anche dall'Europa anche se per ragioni...diciamo così "burocratiche"!...
Conclusione... come avrebbe detto un nostro simpatico allenatore a suggello del cammino del  Milan in quei due anni: "Zero Tituli"!!... Il digiuno post Muntari... purtroppo proseguiva!!

"Papà!... Ma se il 7 è un buon voto... perche' non ci provi ancora?"... e, prendendo alla lettera quel consiglio, solo due giorni dopo ci riprovai!
L'allora nostro professore di ginnastica, a quei tempi frequentavo la seconda media, aveva omaggiato a tutta la classe il tesserino della Roma Junior Club che consentiva ai giovani alunni di assistere alle gare disputate all'Olimpico con sole 100 Lire anziché 500. Correva la Domenica del 25.2.1962 ed il Milan, 3° in classifica, recava visita ai giallorossi e così tutta la classe varcò quel primo pomeriggio i tornelli della curva sud dello Stadio Olimpico per assistere alla gara
Io sono un romano di nascita ma mi ritrovai a tifare per la Roma solo per solidarietà, difatti la maggioranza dei miei compagni era lupacchiotta...e per non essere preso in giro... fui costretto ad adeguarmi!
Al fischio iniziale dell'arbitro Lo Bello il primo pallone fu mosso elegantemente da un ragazzo classe '43, avrebbe compiuto solo 19 anni in Agosto, rispondeva al nome di Gianni Rivera! Mi incantò per tutto il match con i suoi tocchi felpati e passaggi millimetrici e poi assistei agli spunti deliziosi sotto porta di Josè Altafini, alle incornate di Barison, alle geometrie di Dino Sani, alla sapiente regia di Trapattoni e Pivatelli, all'effetto diga di capitan Maldini e al lucchetto che Pelegalli mise al bomber romanista Angelillo al quale non fece letteralmente toccare un pallone! Ed in panchina si sbracciava educatamente, toccandosi di tanto in tanto il suo Borsalino, il mitico Nereo Rocco! 
La gara fu molto bella, aperta, combattuta, giocata senza lesinare fatiche ma a sbloccarla sarà, dopo una bella azione corale rossonera, uno sfortunato autogol del libero e capitano romanista Giacomo Losi che al 45' con quell'unica rete consentì al Milan, che a fine stagione conquisterà il suo 8° scudetto, di espugnare l'Olimpico.
Al triplice fischio finale del Sig. LoBello ci fu un'ovazione finale anche per parte romanista applaudendo a piene mani quel ragazzo che verrà soprannominato il "golden boy", il futuro e primo Pallone d'Oro italiano, oppure "l'Abatino" come amava chiamarlo nei suoi pezzi il mitico giornalista Gianni Brera.
Assieme ai miei compagni di classe raggiunsi la fermata del bus per tornare a casa, ma fummo superati da una spider rossa e capote nera con bandiere milaniste sventolanti con a bordo dei giovani festanti, nonostante si fosse alzata una gelida tramontana! Non so cosa mi prese in quell'istante, ma come colto dalla sindrome di San Paolo sulla via di Damasco, d'improvviso presi dalla tasca dei jeans il portafoglio, ne estrassi la tessera della Roma Junior Club la strappai e al suo posto misi, prendendola dall'altra tasca, la figurina dell'album Panini di Gianni Rivera, che per puro caso avevo trovato il giorno prima nella bustina comprata in edicola.
Mai casualità fu più profetica!
E ai miei compagni, rimasti attoniti nel vedere il mio folle gesto, urlai a squarciagola... "Forza Milan!!!...per sempre!!!"... E loro..."...a Massi...ma che t'ha preso?!?...ma che te sei ammattito!?!"....
Ancora a distanza di oltre mezzo secolo mi sembra di avvertire dietro al collo...il fiato vendicativo dei miei compagni di scuola!...Ma ero un bambinone!!!... Ed ora ritengo, in un' età ben più matura, che quel gesto si possa tollerare solo nel pensiero di un minorenne... la squadra per la quale si è tifosi deve essere una ed una sola! e per sempre!.... come la propria mamma!

E' questa una parte dell'articolo che soltanto il giorno seguente l'uscita del mio primo pezzo inviai a VxL. Venne pubblicato alle h. 21.32 del 26 Aprile, data me ricordevole essendo il compleanno di mia figlia, ottenendo un ottimo voto, un 8.25, 10 like, nessun feedback ed appena 30 visualizzazioni. Sconsolato non riuscii a comprendere come mai si potesse spiegare che il pezzo precedente con un voto più basso avesse ottenuto il doppio delle letture del secondo con una valutazione maggiore di oltre un punto.
Restai con questo interrogativo per circa una settimana quando, mentre ero tornato a rincitrullirmi nei meandri delle parole crociate arrivò una telefonata di mio figlio a ricordarmi di andare a vedere la sezione VxL di Calcio Mercato perché l'articolo "Quando scambi le figurine" aveva ottenuto il premio alla critica settimanale con ottima valutazione del Prof. Pippo Russo.
Rimasi nel leggerlo...folgorato!!... Esattamente come nel film di Fantozzi quando ricevette i biglietti gratis per andare al Circo!!
Da allora, cari miei lettori, vi avrò tormentato con tante, troppe storie... di poco calcio... ma, almeno, e spero di vero cuore, di molta buona vita!!    Quella vita che da oltre due anni a questa parte a causa dell'emergenza pandemica che ci ha invaso è radicalmente cambiata per tutti noi. 
Il mio profondo e sincero augurio è che si possa tornare a sorridere serenamente... a rigustarci dallo stadio una partita di calcio... a poterci riabbracciare dal vivo tutti noi, specie nella nostra fantastica Community rimasta orfana del suo primo Workshop organizzato con cura meticolosa dalla Caporedattrice Jea Bercigli, che suo malgrado dovette disdire a data da destinarsi solo due giorni prima di quell'infausto martedì 26 Febbraio '19 (a Codogno 59 Km da Milano era comparso il primo caso Covid in Italia).
E questo appena letto sarebbe il primo minicapitolo del nostro tema che intitolerei, come primo passo: "La gioia di essere Rossoneri".
La seconda perla, almeno per il sottoscritto, che vado ad incastonare in questo svolgimento risale ad una vicenda Rossonera datata 19 anni fa'! Chissà perché, ma questo numero ultimamente è di certo il preferito da tutto il popolo Rossonero...

Manchester, Stadio Old Trafford, 28 Maggio 2003.
Lo sguardo più volte rivolto verso l'arbitro, il tedesco Markus Merk pronto a fischiare il quinto penalty, la sua mente che rivive in quella manciata di secondi tutta la sua vita dalla terribile fuga da Chernobyl a quella fredda domenica del '99 quando Adriano Galliani lo visionò nella sua Ucraina e lo volle fortemente con sé nel Milan. Poi di colpo come un lancio nel vuoto... la concentrazione... la scelta dell'angolo giusto... i suoi occhi vitrei da "cerbiatto" optano per l'angolino alla sua destra... e come un colpo di  "kalashnikov" spara e non perdona... il suo proiettile perfora a sinistra la rete bianconera vanificando il volo dell'esterrefatto Buffon proteso nel lato opposto.
Chissà quanti altri lustri dovremo ancora attendere per rivedere una finale di Champions League così entusiasmante, così adrenalinica.... e soprattutto completamente italiana!!!
Questo e molto altro Andriy Shevchenko ha voluto raccontare nel suo libro "Forza gentile - La mia vita, il mio calcio" scritto in collaborazione con il giornalista Alessandro Alciato e presentato lo scorso Maggio alla trasmissione televisiva del canale nazionale di Rai 3 condotta da Fabio Fazio Fuori che tempo che fa. Quella VI Champions League vinta dal Milan di Carletto Ancelotti il 28 Maggio 2003 all'Old Trafford di Manchester è a mio avviso, per merito dell'enorme carica adrenalinica sprigionata, la più ricordevole delle sette conquistate dai Rossoneri.
Terminerei qui il secondo minicapitolo al quale darei il seguente titolo: "L'onore di essere Rossoneri!
"Non ero sicurissimo della vittoria perché nel calcio non si sa mai, ma ero tranquillo che il Milan ce l'avrebbe fatta e così è stato, tanto che dopo nemmeno mezz'ora la partita era finita e ho tirato un sospiro di sollievo".
A dirlo è Tito Rocco, figlio del Paron Nereo, tecnico che tra gli Anni '60 e '70 ha guidato i rossoneri. "Sono felice, è stato uno scudetto strameritato. Il futuro si presenta roseo".
Questo accadeva al termine della 38ma gara che ha visto al Mapei Stadium di Reggio Emilia il Milan laurearsi Campione d'Italia per la 19ma volta, grazie alla doppietta di Olivier Giroud e al gol di Frank Kessie con un rotondo 3 a 0 ai danni del Sassuolo che ha posto il sigillo alla meritata conquista dello Scudetto scucito proprio nell'ultima gara dalle maglie dei cugini Nerazzurri. Del resto il 22 Maggio è una data storica per il nostro Milan e mentre tutto il popolo Rossonero si scatenava in una delirante festa tra il Duomo e l'intera città... andiamo a curiosare sugli accadimenti di quello stesso giorno di ben 59 anni prima...

Venne allora chiamata "la magica notte di Wembley"! Furono in molti a definirla in questo modo, perché negli anni '60 la maggior parte delle gare europee veniva giocata in notturna. Ma la finale della Coppa Campioni tra Benfica e Milan venne giocata il 22 maggio 1963, ma non più alle 20.30, bensì alle h.15.00 e senza diretta televisiva, la TV nazionale non ne aveva ancora acquisito i diritti, mentre tutta Europa vedeva la partita in live. E così in Italia tifosi ed appassionati potevano sentire solo la diretta radiofonica sul programma nazionale con la mitica voce del radiocronista Niccolò Carosio. E in TV? In Italia solo differita, a partire dalle 21.15 ovviamente in solenne bianco e nero (le prime trasmissioni a colori della Rai inizieranno solo nel 1972 con l'annunciatrice Rosanna Vaudetti a presenziare con delle prove tecniche le Olimpiadi di Monaco di Baviera).
Questa era la grande sfida storica del 22 Maggio: spezzare l'egemonia iberica dettata da due squadre colosso quali Real Madrid e Benfica. Cinque successi per gli spagnoli e due per i portoghesi nell'allora Coppa Campioni. Ma in quella finale tra i lusitani c'era un campione indiscusso, un certo Da Silva Ferreira detto Eusebio. L'attaccante trascorse quindici dei suoi ventidue anni di carriera tra le file del Benfica, di cui ne diverrà il miglior marcatore della storia con 638 gol in 614 partite, e dunque il Milan non era certamente considerato il favorito. Addirittura la carta stampata nostrana di quel tempo, per forti rivalità interne, non osava sperare che il calcio nazionale potesse avere ben due squadre, e per giunta della stessa città al via della Coppa dei Campioni 1963/64, e cioè il Milan e l'Inter.
Ma i rossoneri riuscirono a farcela. Dopo il gol di Eusebio nella prima frazione di gioco seguirà, dopo una pepata omelia predicata in perfetto dialetto veneto dal "Paron" Nereo Rocco ai suoi giocatori negli spogliatoi, il Diavolo si presenterà nella ripresa in tutt'altra veste e sarà la doppietta di José Altafini a ribaltare il risultato e regalare la prima Coppa Campioni al nostro Milan.
Proprio lui José, il fuoriclasse brasiliano che prima della partita aveva paura di essere lasciato troppo solo in attacco e di essere servito troppo poco, sarà il vero mattatore di quella finale, a dispetto di tutti coloro che attendevano sul podio il grande Eusebio.
Tutte le ansie e i dubbi della vigilia svanirono al fischio finale dell'inglese Holland, con lo stesso Altafini, Trebbi e Benitez che si abbracciavano con la Coppa Campioni alzata al cielo da capitan Cesare Maldini, al suo fianco il ventenne Gianni Rivera e con grande sobrietà l'allora Direttore Tecnico Gipo Viani  parlò ai giornalisti esterefatti per il gran risultato ottenuto senza che il Milan avesse espresso il top della sua prestazione, mentre l'umile Paron Nereo pensava già alla partita successiva, quella del 26 maggio dove i Rossoneri con la vittoria a Palermo consolidarono il loro terzo posto in classifica.
Ma oramai si era aperto per il nostro Milan un futuro che perdurerà per oltre mezzo secolo inanellando un enorme numero di Coppe, Trofei e Scudetti che condurranno il Diavolo nel culmine dell'era Berlusconiana ad essere la squadra più titolata al mondo!  

Ecco amici tifosi Rossoneri! Avrei concluso il terzo minicapitolo al quale attribuirei il seguente titolo: "Milan! 22 Maggio! Il passato e il futuro, dove il Diavolo merita di esistere!"
Consegno il mio tema, con la speranza di superare la Maturità!...
Le porte dell'Ateneo, ora, ci attendono a braccia aperte!

Buona estate a tutti!
Massimo 48