C’erano 80.000 spettatori di cui qualche migliaio di increduli interisti, circa sei milioni di euro incassati al botteghino, due milioni e mezzo di telespettatori, oltre 100 emittenti televisive collegate.

C’erano soprattutto la speranza dei milanisti di vincere finalmente un derby di campionato, visto che in Coppa Italia era accaduto nella stagione scorsa, mentre nel più prestigioso torneo nazionale  la vittoria rossonera manca dal 31 gennaio 2016, quando il Presidente era Berlusconi, l’allenatore Mihajlovic e il centravanti Bacca!

C’erano Leonardo e Maldini in tribuna e Gattuso in panchina; c’erano undici giocatori che indossavano la maglia a strisce rossonere, pagati fior di milioni di euro, galvanizzati da 5 vittorie consecutive e una striscia di imbattibilità di 10 partite.
C’era una difesa che sembrava imbattibile, la migliore d’Europa nel nuovo anno, a cui per fare un gol bisognava sudare sette camicie; c’era un portiere che non vedeva l’ora di riscattare un grave errore nel precedente derby, che era costato la sconfitta all’ultimo istante; c’era un giocatore che nei derby aveva fatto fior di prestazioni, Suso, di cui si attendeva la rinascita nell’occasione più attesa dai tifosi; c’era un centravanti Piantek, cui bastava solo guardare il pallone per metterlo in rete.
C’erano fior di opinionisti, i principali bookmaker, i coloni del giornalismo italiano che alla vigilia giuravano sulla vittoria del Milan; persino molti dei tifosi nerazzurri pregavano il dio del calcio di avere pietà per la loro squadra e concederle un miracoloso pareggio.

Invece... invece siamo noi, quelli con le strisce rossonere che siamo usciti da San Siro, sconfitti e umiliati, incapaci di dare una motivazione alla indegna prestazione dei nostri protetti; siamo noi costretti a subire i cori di scherno di chi fino a due ore prima non osava neppure sperare nel pareggio! Siamo noi, noi che portiamo addosso il nome della città, quelli costretti a sentirsi dire “Milano siamo noi” dal proprietario cinese (incredibile vero?)  di una società - che è bene sottolinearlo- esiste al mondo solo perché esiste il Milan...

Questa partita amara non porta solo il rammarico di aver ceduto la supremazia cittadina (pensate l’Inter ha scavalcato il Milan di due punti, ma sei li ha presi direttamente a noi….) ma è ancora più grave perché metteva in palio il terzo posto, ovviamente ceduto ai nerazzurri senza offrire un minimo di resistenza.

Abbiamo finito: no. Abbiamo ancora da sottolineare le interviste di Rino, dove veniva glorificato l’amore fraterno che regnava nel gruppo; un Gruppo coeso uno per tutti e tutti per uno; calciatori che si amavano al punto da sacrificare giornate di libertà per stare insieme; l’invidia di tutti i restanti club d’Italia... ma di cosa stiamo parlando? Kessy e Biglia ci hanno dato ampia dimostrazione di quanto lontana dalla realtà l’immagine che il buon Rino cercava di trasmettere nelle sue conferenze stampa; anzi oggi veniamo a sapere che la ruggine tra i due litiganti serpeggiava da tempo, alla faccia dell’unione del Gruppo!

Insomma il Derby ci lascia macerie; un terremoto dal quale dobbiamo a tutti i costi rimediare perché non sarà facile risalire la china; ora che sappiamo come è deflagrato il caso Biglia /Kessy, come credere all’armonia regnante tra Cutrone/Piontek, Conti/Calabria, Castillejo/Suso?

Vedremo dopo la sosta che reazione avrà la squadra, sperando che non sopraggiunga una serie di risultati negativi; nella scorsa stagione le ultime 9 giornate fruttarono 16 punti: lo stesso punteggio ci farebbe concludere il campionato a 67 punti, credo insufficienti anche per mantenere questo imperdibile 4^ posto.