Stefano Pioli si accinge a iniziare la sua nuova avventura sulla panchina rossonera. L'inizio non è dei migliori auspici, con l'hastag #Pioliout che ieri è divenuto addirittura un trend mondiale, nonostante il tecnico non abbia ancora firmato. Un vero e proprio record, si potrebbe dire. Esonerato dai supportes prima ancora di cominciare. 

In realtà, la tendenza web dei followers milanisti è più diretta verso la dirigenza e non al tecnico parmense. Infatti, se con un nome importante come Spalletti, Maldini e Boban si sarebbero tolti un po' di responsabilità sulle spalle, con Pioli essa rimane e anzi, si fa ancora più gravosa, su di loro. La scelta di Pioli potrebbe dunque essere una sorta di spada di Damocle per i due dirigenti e bandiere del Milan. 

Per quanto Elliot possa essere vista come una società "assente", è pur sempre un fondo che viene dal mondo anglo-sassone. In simili ambienti, per quanto i toni rimangano sempre pacati per etica, esiste una legge non scritta pseudo-sportiva. Una regola silente che, per chi conosce il baseball, sarà di semplice comprensione. Si tratta della "3-strikes-is-out", che tradotto in gergo significa: "3 errori e sei fuori!". 

Se ci pensiamo bene, il duo Boban-Maldini ha già commesso un paio di errorini che potrebbero pesare parecchio sui loro destini. Primo fra tutti, la scelta di Giampaolo (anche se Boban ancora non c'era) il quale è stato esonerato dopo appena 7 giornate. Esonerato attenzione, non dimesso. C'è una bella differenza tra le due, perché con l'esonero il Milan continuerà a pagargli lo stipendio pattuito, sino a quando Giampaolo non troverà un'altra squadra o il contratto andrà a scadenza (ben due stagioni di attesa). 

Ma come sono in molti a dire, non tutte le colpe sono state di Giampaolo. La squadra che ha avuto a disposizione infatti non rispecchiava, nemmeno per una minima percentuale, il suo stile di gioco. Il mercato non ha seguito una vera logica vicina al suo tecnico, inoltre è stato inconcludente in molti aspetti. Gli "scippi" di Sensi e Veretout ad opera di Inter e Roma infatti sono stati a dir poco imbarazzanti. E qui sta il secondo strike, il secondo errore commesso dal Boban e Maldini. 

Un errore ancora e la sedia potrebbe traballare anche sotto di loro. E qual occasione migliore, se non scegliendo un allenatore poco "attraente" per i tifosi, con un curriculum un po' sterile dal punto di vista dei risultati, il quale si troverà di fronte un compito assai arduo. 

Ecco, prima di proseguire, diamo un'occhiata un po' più da vicino al contratto che Pioli sta per firmare. Secondo le indiscrezioni rilasciate dai massimi quotidiani, con ogni probabilità il nuovo tecnico firmerà un biennale, definito "elastico". Che cosa s'intende con questo termine? In pratica, se Pioli non dovesse raggiungere gli obiettivi prefissati in sede di contratto, il Milan potrebbe prendersi la briga di rescindere senza penali a fine stagione, così come pattuito da un possibile Gentleman Agreement, un accordo tra gentiluomini. In altre parole, nulla di scritto, ma solo un accordo verbale. Se i latini avevano ragione, verba volant... 

E quali sarebbero questi obiettivi che Pioli dovrebbe raggiungere per accedere al secondo anno? Su questo non si è fatta ancora chiarezza e, dato che il tanto vituperato accordo non sarà messo nero su bianco, sarà difficile che vi saranno certezze nel prossimo futuro. Detto ciò, le voci più roboanti parlano del raggiungimento delle Coppe Europee, Europa League compresa. Altre invece alzano il tiro, sostenendo come l'unica possibilità di Pioli di rimanere in sella al Milan sia il raggiungimento del quarto posto, ovvero Champions League. 

Che sia l'una o l'altra, poco importa per ora. Il fatto su cui bisogna focalizzarsi riguarda invece la partenza del neo tecnico fresco di nomina. La prima partita che andrà ad affrontare infatti, lo vedrà scendere in campo contro il Lecce, in un match casalingo. Una partita che Pioli sarà costretto a vincere. Non tanto per guadagnare fiducia, ma più che altro perché, dopo l'incontro con i pugliesi, il Milan affronterà un mese infernale dove incontrerà nell'ordine: ROMA, Spal, Lazio, JUVE, Napoli (in maiuscolo le partite fuori casa). 

A leggere, verrebbero i brividi anche all'allenatore più spavaldo. Una serie talmente dura, da cui però Pioli dovrà uscirne con le gambe ancora integre, se vorrà avere qualche possibilità di non spegnere del tutto la corsa ai suoi obiettivi. Risultati che andranno a intrecciarsi al destino di Boban e Maldini, oltre ovviamente a quello del tecnico. Anche se dovesse andare male, con ogni probabilità non si vedranno altri esoneri entro la fine della stagione, catastrofi apocalittiche escluse.

Ciò nonostante, portare avanti una stagione incolore, magari fuori da ogni minima lotta (sperando che quella per la salvezza non entri in gioco), sancirebbe il forse definitivo terzo strike per Boban e Maldini. In tal caso, non solo Pioli saluterebbe a causa dell'accordo non scritto, sempre che venga rispettato, ma potrebbero farlo anche i due dirigenti. 

In ogni club, come in ogni azienda infatti, le scelte hanno un peso. A volte le cose possono non andare come si sperava e questo è perdonabile. Quando però si fa fatica ad azzecarne una, il rischio di saltare si fa pesante.