Ibra firmerà, è certo che firmi, perché non può non firmare. Considerando, tuttavia, che la storia va avanti da un mese, che la squadra è già in ritiro e che fra le parti ballano davvero pochi spiccioli... insomma la storiella dei dettagli da definire sta diventando stucchevole.

La richiesta dello svedese, dalla quale Raiola e Ibra non si sono mai spostati di un millimetro, è di 7,5 milioni di euro netti per la prossima stagione: un cifrone, chiariamo, per un quarantenne, sia pur un quarantenne in grande forma. Eppure, se lo svedese è davvero considerato un leader, non solo dal punto di vista tecnico ma anche morale, una vera muraglia che copre le spalle di Pioli, allora la cifra chiesta da Ibrahimovic ci sta per intero. Ciò perché la presenza di questo estroso personaggio completa lo staff conferendo più carisma alla conduzione tecnica. Non si riesce pertanto a capire come mai il Milan sia partito da un'offerta di 4,5 milioni di euro netti, quando con qualche milione in più avrebbe chiuso il discorso subito e si sarebbe messo nelle migliori condizioni per proseguire con tranquillità il mercato, con una rotta chiara per il timoniere.

Elliott sta attento anche ai centesimi? Di certo, ma non credo che un fondo di tale livello, una volta fatta una scelta come quella di rinunciare a Rangnick, mandi poi tutto alle ortiche per qualche milione.  E allora dov'è l'inghippo? Di dettaglio da definire in dettaglio da definire, è passato un mese da quando le parti hanno iniziato a discutere, per cui non si può più credere alla storiella dei dettagli da definire. Bisogna invece raccogliere dal pavimento del calciomercato una serie di briciole e metterle insieme. Scopriremo che il Milan ha trattato a lungo Jovic con il Real, con il quale sta ancora parlando, anche se ufficialmente per Diaz e Rodriguez. C'è in giro un altro vecchietto, Cavani, più giovane di Ibra che sta trattando con varie squadre, ma non si è ancora accasato. Mendes sta proponendo qua e là Diego Costa, centravanti nella fase discendente della carriera, ma un ragazzino rispetto a Ibrahimovic. Sono solo esempi che ci fanno pensare che il Milan, conoscendo la durezza di Raiola nelle trattative, l'abbia cavalcata sperando di arrivare nel frattempo a un altro centravanti, che se non fosse stato di prospettiva come Jovic, sarebbe stato comunque un profilo tale da completare il reparto offensivo per un lasso ragionevole di almeno 2-3 anni. Non possiamo, del resto, escludere che i rossoneri, pur essendosi avvicinati molto alle richieste di Ibrahimovic, si tengano ancora un passo indietro, perché le porte di qualche altra trattativa, pur non essendosi spalancate, sono ancora aperte.

Raiola ha definito fake-news, con decisione e quasi con scortesia, la notizia dell'avvenuto rinnovo. Ora, questo signore sarà anche l'antipatia fatta persona, ma è un professionista che lavora per altri professionisti, non un benefattore delle società e dei relativi tifosi. Raiola, in sostanza, deve essere valutato per la sua capacità di fare gli interessi dei suoi assistiti e i propri. Se i calciatori gli danno fiducia, vuol dire che è apprezzato e questo deve essere considerato con attenzione. La durezza della replica (fake-news è un'espressione forte) dà l'idea di un Ibrahimovic che ha subodorato qualcosa e ha mangiato qualche fogliolina.

Si è parlato degli sgravi fiscali recentemente approvati, che avrebbero reso più conveniente l'operazione per la società rossonera, ma considerando quanto scritto sopra, ormai il contratto dello svedese avrebbe dovuto essere cosa stra-fatta, no? Ibra firmerà durante il week-end? Forse, ma lo stesso Ibra non ha un'attività che lo impegna durante la settimana e che lo costringerebbe a prendere l'aereo nel week-end. Perché non potrebbe firmare durante il fine settimana e unirsi subito ai compagni?

La foglia mangiata da Ibrahimovic si è rivelata indigesta per il giocatore e il suo procuratore, che ora faranno cascare il sospirato ok dall'alto. E' inevitabile, ma del resto Raiola era già contrariato per il mancato rinnovo del contratto a Bonaventura, uno della sua scuderia, professionista dei più seri e apprezzato dai tifosi (me compreso) che è stato mollato senza che il suo sostituto sia stato ancora acquistato e che forse, vedi Brahim Diaz, potrebbe essere solo un prestito. Vediamola con gli occhi dello stesso Raiola e mettiamoci nei suoi panni. E poi, se Mino Raiola tira la corda per Donnarumma, altro affare in ballo, è nel suo diritto, visto che il vincolo per i calciatori è stato abolito da tempo immemorabile.

Ibra e Raiola hanno anche capito che il mercato del Milan, almeno in parte, non decolla perché la casella del centravanti titolare non è ancora a posto, per cui, tentennamenti o meno dei rossoneri, si sono messi sulle loro. Il  Milan tratta da troppo tempo col Chelsea per un Bakayoko in prestito con un diritto di riscatto molto alto, cosa ragionevole, in quanto tutelerebbe anche la società inglese, in qualche modo. Si tratta a oltranza con Madrid per Diaz, quando un prestito secco di 2 anni, simile a quello di Rebic, sbloccherebbe tutto, in quanto i rossoneri potrebbero trarre vantaggio dalla valorizzazione del giocatore, avendo un tempo onorevole di utilizzo, mentre le Merengues avrebbero la garanzia di poterlo riavere a propria disposizione. D'accordo, Aurier è fermo come conseguenza dell'inesistenza di proposte per Calabria (e vorrei vedere, chi se lo prende?), ma per il resto, è l'incognita sul centravanti che congela tutto.

Come tutti sanno, e non ho problemi a ribadirlo, avrei voluto Rangnick con Upamecano, Szoboszlai e Jovic. Le scelte, però, sono state altre e ora vanno portate avanti con coerenza e decisione. Scegliendo Pioli, si è scelto anche Ibra e, a questo punto, andrebbe bene così, considerando la serietà professionale dello svedese, bizzoso, ma atleta all'altezza. Chiudete, quindi, e ricordatevi che, se per chiudere occorresse rinnovare il contratto a Bonaventura, avreste in squadra il vecchio Jack, un signor giocatore e non uno qualsiasi. Sveglia!