Sono passati molti anni da quando Ibrahimovic è stato venduto dal Milan.
Ha giocato in Francia, in Inghilterra per poi emigrare in America, in un campionato che, per quanto in crescita, non eccelle per gioco e impegno agonistico. Quanto i milanisti amino lo svedese, è cosa risaputa, ed ogni anno, con l'approssimarsi del mercato invernale, la speranza che possa ritornare, riaccende l'entusiasmo di moltissimi tifosi.

A trentotto anni riesce ancora ad entusiasmare, come pochi altri, anche perchè sognare è molto più semplice che confrontarsi con la realtà. In attesa di vedere quale decisione verrà presa, continuo a leggere i moltissimi commenti favorevoli al suo ritorno. Molti giornalisti si esprimono in modo entusiastico e lanciano appelli alla Società elencando i molti vantaggi dell'operazione. I dati statistici segnalano che 86 tifosi, su 100, gradirebbero rivedere Ibra con la maglia del Milan.
Bene, io sono fra quei 14 a cui la scelta non sembra né utile né funzionale al rafforzamento della squadra.
I motivi di questa mia posizione sono i seguenti: l'età, l'ingaggio, l'esuberanza. Il passare degli anni non si può fermare e anche se ci sono atleti più longevi di altri, il campionato italiano è impegnativo e dubito che lo svedese riuscirebbe ad allenarsi ai ritmi dei compagni.
Essendo un "campione", le sue pretese economiche sono rilevanti. Leggo che chiederebbe un milione al mese, con un ingaggio fino al 2021. Una cifra esorbitante, per il Milan e per quel tetto ingaggi a cui aspira di arrivare.
Accettando creerebbe dei malumori interni, comprensibili, difficili da gestire e la Società non ha certamente bisogno di avere ulteriori problemi. Chi si auspica il ritorno invoca la necessità di avere una guida, di inserire in una squadra giovane un giocatore di esperienza e carisma. Ecco che l'aspetto più convincente, di questa operazione, potrebbe avere un effetto totalmente diverso.
La voglia di vincere, quel desiderio di mostrare la propria bravura, se all'interno dello spogliatoio più che certezze portasse a rotture? Se l'allenatore lo lasciasse in panchina e lui "esplodesse"? Chi riuscirebbe a gestire la situazione?

Non avendo certezze, con una classifica che definire brutta è alquanto semplicistico, siamo poi così certi che sia positivo fare questo salto nel buio??  Per bene che possa andare si potrebbe arrivare settimi, ottavi, magari salvare la stagione vincendo la Coppa Italia, ma se andasse male? 

Lavoro e programmazione, queste sono le uniche vie per tornare a vincere.
Mister Pioli è arrivato da poco, sarà lui l'allenatore del prossimo anno? Già questa è una scelta importantissima, che prima viene presa, prima consente di fare scelte per la prossima stagione. Valutare attentamente i giocatori a disposizione, fare delle scelte, inserire due o tre giocatori per sessione di mercato. Lavoro, tempo e professionalità.

W Ibra, splendido Campione, ma il Milan ha altre priorità.