Consent Award. In molti fino ad oggi non avevano sentito pronunciare queste due parole inerenti a tematiche calcistiche o comunque inerenti a questioni di politiche del calcio e di Financial Fair Play. Queste due parole sono state usate nel comunicato che annunciava da parte del Tas, con un accordo comune e un compromesso raggiunto tra Milan e Uefa, l'esclusione dall'Europa League dei rossoneri. Il Milan non parteciperà all'Europa League 2019/2020 nonostante si sia guadagnato sul campo il diritto a partecipare a questa manifestazione a seguito del raggiungimento del quinto posto nel campionato italiano.

Questa soluzione drastica e dolorosa era l'unica strada percorribile per il Milan per liberarsi dalle catene del FFP che non permettevano di operare concretamente sul mercato per il rilancio del club e per garantire al club rossonero, attraverso nuovi innesti, la giusta competitività tecnica e sportiva. Al Milan così vengono condonati i "peccati" per i trienni 2015/2017 e 2016/2018. Si riparte da zero. Questo accordo cancella le sanzioni precedenti e non obbliga il Milan al break even entro al 30 giugno 2021. Ora c'è un Settlement Agreement con la Uefa e il break even fissato al 2022. Il Milan guadagna un anno; verrà giudicato per i bilanci triennali dal 2019 al 2022. Guerra e Pace con la Uefa, tanto per parafrasare il romanzo di Lev Tolstoj o se volete l'omonimo cd del rapper italiano Fabri Fibra.

Ma perchè il Milan ha fatto questo accordo doloroso con la Uefa? Cosa ci guadagna? Ebbene, con questo accordo il Milan ha:

  1. meno vincoli impellenti sul mercato e non è obbligato a fare una plusvalenza importante entro il 30 giugno. 

  2. un anno in più per il break even, ovvero dal 2021 al 2022.

  3. la sicurezza che tutti i suoi sforzi saranno concentrati solo su campionato e Coppa Italia e quindi avrà meno partite, e di conseguenza può avere necessità di avere meno calciatori in rosa e può concentrare tutti i suoi sforzi solo su queste due competizioni cercando di raggiungere i migliori risultati.

  4. non più la necessità di vendere al ribasso i suoi calciatori solo perchè deve per forza fare urgentemente una plusvalenza, dunque non deve sottostare ai ricatti dei club che vogliono comprare il suo calciatore, in quella che possiamo anche definire una specie di concorrenza sleale. Il Milan venderà alle sue condizioni. Ha così più potere nel contrattare il prezzo di vendita di un suo calciatore. Tuttavia questo non significa che potrà spendere e spandere follemente. Dovrà comunque entro il 2022 raggiungere l'equilibrio di bilancio.

L'esclusione del Milan dall'Europa League amareggia molto, tuttavia bisogna anche comprendere che non si poteva fare altrimenti. Per stare nel break even precedente a questo accordo, il Milan avrebbe dovuto fare, per stare a -30 milioni nel 2021, 170 milioni di più in bilancio. Una vera e propria Mandrakata alla Gigi Proietti ed Enrico Montesano nel film "Febbre da Cavallo". Una missione impossibile.

La cosa sbagliata è fatta da coloro che, essendo ignoranti o stupidi, se la prendono con Elliott. Il fondo statunitense ha ereditato questa situazione da Silvio Berlusconi e da Yonghong Lì e dalla gestione scellerata del duo Fassone e Mirabelli, che hanno peggiorato una situazione che non era delle migliori. Elliott ha quindi ereditato e non creato questa situazione. Non ha alcun senso prendersela con questa proprietà e questa dirigenza, anzi vanno ringraziati per il grande lavoro di risanamento che hanno iniziato a fare nel club. Se si vuole trovare un capro espiatorio lo si può trovare nelle precedenti proprietà, nella Fininvest di Silvio Berlusconi e nella proprietà di Yonghong Lì. Elliott non ha colpe. Non vanno criticati assolutamente per questa situazione. Le gestioni precedenti vanno ringraziate per le vittorie o per gli acquisti decenti, ma per la situazione di bilancio lasciata in eredità vanno assolutamente criticati.

Da tifoso e sportivo dà fastidio che un risultato raggiunto sul campo venga tolto "da una scrivania". Penso che i risultati raggiunti sul campo siano sacri, a meno che non vengano ottenuti con dei favoritismi, e non vanno in alcun modo modificati. Sono contrario a qualsiasi risultato venga artefatto da situazioni extra campo. Al massimo si può lasciare vacante un posto, un titolo, ma i risultati ottenuti sul campo non dovrebbero mai essere modificati da fattori esterni. Con questa decisione il Milan riparte da zero. Ora c'è, se si lavora bene, la possibilità e anche più libertà per risanare il club, senza fare follie, e di riportarlo sulla retta via. Il Milan deve tornare ad alti livelli. La rinascita del club rossonero è appena iniziata.