"Se non fossi diventato un cantante sarei stato un calciatore... o un rivoluzionario. Il calcio significa libertà, creatività, significa dare libero corso alla propria ispirazione". BOB MARLEY

"Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui". EZRA POUND

Non mi sarei mai immaginato così tanto catastrofismo dopo una sola sconfitta. E soprattutto non avrei mai immaginato così tanta insicurezza da parte di un allenatore nel mettere da parte le proprie idee dopo il primo ostacolo e la prima sconfitta. Il Milan ha perso contro l'Udinese. E' solo la prima giornata. E già il nostro coach, Marco Giampaolo parla di cambiare modulo. Di tornare al 4-3-3 abbandonando il 4-3-1-2. Cosa assurda.

Il Milan è stato impietoso e inguardabile. Lento, prevedibile e senza idee. Possibile che una sola sconfitta possa mettere in crisi un allenatore a tal punto da rinnegare le proprie idee sul quale lavora dall'inizio di questa nuova avventura? Se il Milan avesse pareggiato o magari avesse vinto con il rigore che non ci hanno concesso, Giampaolo avrebbe proseguito con il 4-3-1-2 nonostante sarebbe comunque stato lo stesso una indecorosa prestazione della squadra? Cosa si vuole fare, si cambia modulo ogni partita che si perde? Si devono avere le idee chiare. E bisogna essere sicuri delle proprie idee.

Se Suso non rende trequartista, il Milan deve mettere da parte tutto il lavoro fatto da inizio stagione e tornare al 4-3-3 perchè Suso non fa bene il nuovo ruolo e perché Piatek non rende con Castillejo a fianco? Sento dire che il polacco rende di più da punta unica con due esterni d'attacco a supporto. Con il Genoa giocava a due in avanti con Kouame a suo fianco. E anche con la Polonia gioca con Lewandowski. Ed è bravo a duettare con il compagno di reparto. Quindi il modulo a due punte non è un problema per Piatek, perchè ha sempre segnato giocando in questo modo. E di certo il Milan non può essere Suso-centrico. Trequartista può essere impiegato Paquetà o Calhanoglu con Bonaventura mezz'ala sinistra con Suso che si accomoderebbe in panchina.Lo stesso Jack può fare il trequartista. Il Milan non deve fare una rivoluzione sbagliata perché Suso non produce prestazioni positive da trequartista.

Che senso avrebbe prendere Giampaolo per poi continuare a giocare con il 4-3-3, modulo che applicava anche Gattuso? Se si doveva proseguire con il 4-3-3 si andava avanti con Gattuso o si prendeva De Zerbi, o un allenatore che gioca in questo modo.
Un allenatore deve essere bravo a non avere solo un modulo di riferimento ma sapersi adattare agli uomini che ha a disposizione, ma se la società sceglie Giampaolo sposa una filosofia di gioco che vede come modulo il 4-3-1-2.

Giampaolo ha sempre creduto in questo modulo e il Milan se lo ha scelto è perchè crede nelle sue idee. Fare questa rivoluzione tornando al modulo passato significa stravolgere tutto. Giocare con il tridente significa occupare il campo in maniera diversa, muoversi in maniera diversa, attaccare gli spazi, la profondità, giocare palla in maniera diversa, l'ultimo passaggio, tutto cambierebbe e il giampaolismo si trasformerebbe e si modificherebbe radicalmente.

Il Milan in alcune amichevoli, come per esempio contro il Manchester United, aveva fatto bene. Il match era finito 2-2 e poi il Milan aveva perso ai rigori con sbaglio decisivo di Daniel Maldini. In quella partita lo United era stato dominato per gran parte del match e in gol era andato Suso, che da trequartista aveva fatto molto bene. Giocava in verticale, tra le linee, creava superiorità numerica, si procurava punizioni, insomma la sua prestazione è stata positiva. Nelle altre partite un po' meno. Giampaolo ha sempre elogiato Suso, lo ha definito addirittura un fuoriclasse e si è detto convinto che possa giocare trequartista. Possibile che basti solo una sconfitta per far ricredere e far fare dei passi indietro su tutto ciò in cui si è lavorato fino ad adesso?

Avere coraggio nel portare avanti le proprie idee, se valgono qualcosa, è una grande virtù. Lo stesso Arrigo Sacchi iniziò la sua avventura nel Milan con una sconfitta contro l'Espanyol. Tuttavia non si arrese, portò avanti le sue idee e regalò al mondo del calcio una delle squadre più forti di sempre, se non addirittura la squadra più forte di sempre. Aveva una squadra di fenomeni, compreso il trio olandese Rijkaard, Gullit e Van Basten, il Milan di Giampaolo è tanto più debole e tanto più giovane, tuttavia deve seguire l'insegnamento di Sacchi. Avere coraggio nel portare avanti le proprie idee. Deve sbagliare con la propria testa ed essere più sicuro del suo lavoro e delle sue idee di calcio. 

Marco Giampaolo ha dichiarato che uno dei suoi insegnanti di calcio, Giovanni Galeone, ex allenatore del Pescara tra gli altri, gli ha sempre detto che "è meglio annegare nell'oceano che in un bicchiere d'acqua". Allenare il Milan richiede personalità, carattere, sicurezza, che poi va trasmessa all'ambiente e alla squadra. Dichiarando che forse bisogna tornare al 4-3-3 significa non essere sicuri di ciò che si è fatto fino ad adesso. Giampaolo non deve arrendersi al primo ostacolo. Se le sue idee valgono, le deve portare avanti. Deve proseguire con il 4-3-1-2.

La società ha il dovere di fare qualcosa di importante in questi ultimi giorni di mercato. La squadra è incompleta e rinforzarla è doveroso, anche a costo di fare dei sacrifici nel massimo delle proprie possibilità. Mi aspetto delle sorprese sia in entrata che in uscita. Penso e spero che non arrivi solo Correa. I nomi che girano, oltre all'argentino dell'Atletico Madrid, sono quelli di Aurier, Lucas Martinez Quarta, James Rodriguez, per quanto riguardano le entrate. In uscita i nomi sono quelli di Gabbia, André Silva, Laxalt, Reina, che potrebbe andare al Real Madrid, e chissà, forse proprio Suso e lo stesso Castillejo. Tra pochi giorni sapremo chi arriverà e chi partirà.  Mi aspetto che la squadra venga rinforzata. E mi aspetto che Giampaolo porti avanti le sue idee e non si fermi al primo ostacolo, ma nemmeno al secondo e al terzo. Se le proprie idee valgono bisogna portarle avanti. Sempre