Dopo lo scivolone di Torino, Gattuso è tornato sulla graticola; quest’anno sono già una decina di volte che succede, dopo un pareggio o una sconfitta il Tecnico rossonero è stato quasi sempre messo in discussione, si  può dire a prescindere, perché la quasi totalità degli addetti ai lavori non lo ritiene all’altezza per  guidare una Big come il Milan e le accuse che gli vengono rivolte sono sempre le stesse, vale a dire quelle di avere poca esperienza, di  essere un integralista a livello tattico e di insistere troppo sull’impiego di certi giocatori.

Un’altra cosa alla quale ormai si è fatta l’abitudine sono le dichiarazioni post partita di Gattuso dopo i risultati negativi; sempre uguali, sempre la stessa assunzione di responsabilità, come una sorta di copia e incolla, ultimamente Ringhio ha  scomodato perfino l’anima dei giocatori, dicendo  che non ce l’hanno più nemmeno in allenamento, dove  non ha riscontrato nessuna reazione all’altezza del difficile momento che la squadra sta attraversando.

Il mercato di gennaio con l’arrivo di Paquetà e di Piatek sembrava aver messo a posto le cose in seno alla squadra, soprattutto grazie all’avvio scoppiettante dell’ex  attaccante genoano che con una serie di goal a raffica  -  il suo nickname è il Pistolero -  aveva  fatto risalire la squadra in zona Champions, che è l’obiettivo dichiarato di inizio anno della Società.
Poi qualcosa si è inceppato, non solo Piatek  ha smesso di segnare, perlomeno non lo ha fatto più a raffica, ma si è inceppato qualcosa a livello ambientale e questo è avvenuto all’indomani della sconfitta con la Sampdoria (1-0), quando Leonardo in una delle sue dichiarazioni alla stampa ha riconfermato la fiducia a Gattuso, quando una Società ritiene di dover confermare la fiducia ad un allenatore che ha un regolare contratto a lunga scadenza, di solito non gli rafforza la fiducia ma lo mette ufficialmente in discussione, infatti da quel momento la squadra ha cominciato  passo dopo passo a giocare sempre meno bene  con il risultato di  cinque  punti  nelle ultime  sei  partite.

In queste  ore  si parla apertamente di esonero del tecnico e si fanno pure i nomi dei sostituti, con l’ex CT della Nazionale azzurra  Donadoni in pole  position; non ci sarebbe da meravigliarsi se la Dirigenza rossonera procedesse alla sostituzione del Tecnico, perché gran parte della tifoseria è scontenta e soprattutto teme che oltre alla Champions possa sfuggire anche l’Europa League.
Ma non è una decisione facile per Leonardo e Maldini, per tutta una serie di ragioni la più importante delle quali è il  “passato rossonero”  di Ringhio , le tante vittorie a tutti i livelli ottenute e quel senso di appartenenza alla Società sempre sbandierato, gridato , quasi graffiato in faccia agli avversari in ogni campo del mondo;  Gattuso rappresenta uno spicchio della storia più gloriosa del Milan, e per questo, solo per questo, merita di uscire dalla scena con gli onori delle armi, come si fa alla fine di una grande battaglia verso il Comandante avversario sconfitto,  che fino all’ultimo si  è battuto con grande  coraggio e lealtà.

C’è da augurarsi che gli venga risparmiata l’onta dell’esonero, perché sarebbe uno schiaffo alla storia del Club e di conseguenza a chi  ha contribuito a scriverla, non può essere trattato come uno dei tanti; e anche se ci possono essere le condizioni per farlo, va trovata una soluzione consensuale che potrebbe essere anche quella di riportarlo sulla panchina della squadra Primavera - non sarebbe un declassamento per il grande Ringhio - dove il suo cuore ammantato dai colori rossoneri continuerebbe a battere orgogliosamente e forse  potrebbe trovare appagamento.