Settimana scorsa (giorno più giorno meno) scrissi che c'era poco da esultare in merito al recente passaggio di proprietà del Milan al gruppo Elliott. Spiegai che da un punto di vista finanziario, la nuova proprietà era subentrata in virtù di un credito pregresso, non in merito ad un'offerta diretta per l'acquisizione del club. Una cosa è se finanzi l'acquisizione di un'azienda, aspettandoti che quei soldi ti tornino in tasca con tanto di interessi, un'altra è trovarti ad essere proprietario dell'azienda perché chi dovrebbe ripagare (Li) il debito è insolvente. Da questo punto di vista, era chiaro che l'interesse maggiore fosse rientrare dell'investimento operato e non lo fai spendendo ulteriormente in una macchina che non sai se produrrà profitto. 

In quella prima analisi avevo evidenziato la concreta possibilità di una smobilitazione in casa rossonera, in modo che la dirigenza potesse risanare il bilancio, ridurre le uscite e preparare un piano finanziario e sportivo adeguato a fronteggiare la prossima stagione. Oggi, in attesa del responso del TAS di Losanna che potrebbe restituire l'Europa League ai rossoneri (possibilità ridotte al lumicino), si parla già di possibili cessioni pesanti in casa Milan.  Odio dover recitare il ruolo di quello che dice "Ve l'avevo detto" ma tant'è. 

Adesso è chiaro che il Milan, in attesa del TAS, guardi con attenzione pressante al mercato in uscita. Bonucci è attratto dal PSG dell'ex compagno di squadra Buffon e per una cifra intorno ai 35 milioni l'affare potrebbe concretizzarsi. L'ex centrale bianconero, oltre a non aver spostato gli equilibri, si aspettava probabilmente un ambiente societario e un piano tecnico differente, motivi per cui potrebbe valutare l'addio dopo una sola stagione in rossonero. 

Altro prezzo pregiato è Gigio Donnarumma: l'anno scorso il portierino (solo per d'età) stupì tutti a suon di prestazioni positive, facendo schizzare la sua valutazione alle stelle. Il Milan preferì respingere le avanches al mittente e blindarlo con un ricco ingaggio: forse non fu esattamente la scelta ottimale. Donnarumma la scorsa stagione non ha vissuto un'annata brillante e la sua valutazione è sensibilmente calata, ma una sua cessione porterebbe comunque una plusvalenza monstre (essendo prodotto delle giovanili), oltre ad un sostanzioso risparmio sull'ingaggio. Il Milan si è comunque cautelato con l'acquisto (a parametro zero) di Pepe Reina e se aggiungiamo che trovare, alla voce "ingaggio portieri", la modica cifra di circa 10-11 milioni fa storcere il naso un po' a tutti (addetti ai lavori e non). 

In ultimo, ma solo nell'elenco, anche Suso potrebbe essere sacrficato per far quadrare i conti. Il Milan punta ad incassare altri 35-40 milioni dalla cessione dello spagnolo, uno dei pochi ad aver offerto un rendimento più che sufficiente nella scorsa stagione. 

Dimenticavo: prendere Conte (l'allenatore che lasciò la Juve per la questione del ristorante da 10 o 100€) al posto di un allenatore come Gattuso che l'anno scorso ha rivitalizzato un gruppo allo sbando sarebbe un clamoroso errore. Non solo da punto di vista finanziario, ma anche dal punto di vista tecnico. 

Non me ne vogliano i tifosi rossoneri, i bene informati in materia finanziaria o di calciomercato, ma una settimana fa ho ricevuto anche commenti che sostenevano l'infondatezza della mia analisi e oggi siamo qui a riparlare delle stesse cose, confermandole in toto. Fa sempre piacere confrontarsi con altri e ricevere il loro punto di vista, ma ogni tanto sarebbe anche necessario fare un passo indietro e, come detto nel precedente pezzo, guardare le cose al di fuori della scatola.