Il Milan attraversa un momento difficile, con svariate occasioni perse arginate in piccola parte dalla vittoria contro il Bologna. Ma il club di Via Aldo Rossi non è l'unico ad essersi addentrato in un vortice buio e freddo, c'è qualcuno che, non solo vi è entrato moltissimo tempo fa, ma ha serie difficoltà a riemergere. La tifoseria milanista nel 2012 lascia alle sue spalle una grande catena di vittorie, la società Berlusconi comincia a deludere con una svendita incontrollata dei campioni che hanno regalato l'ultimo scudetto al club di Via Aldo Rossi, movimenti che non solo hanno scaturito la furia della curva sud, ma hanno dato il via a una vera successione di stagioni fallimentari, cominciata, secondo svariati opinionisti, con la vendita di Zlatan Ibrahimovic, ultimo piede leggendario che abbia calpestato il prato di Milanello.

Solo nel 2017 però, avviene la caduta della goccia che farà traboccare il vaso rossonero.
Viene ufficializzata la cessione della società rossonera all'imprenditore cinese Li Yonghong, che inizialmente darà la vera impressione di un risorgimento immediato, lanciando un segnale con l'acquisto del difensore bianconero Leonardo Bonucci. La tifoseria rossonera cade in un grande entusiasmo (escludendo chi già osservava ma con occhio critico e poco fiducioso), entusiasmo subito stroncato da una stagione fallimentare, coronata da grandi problemi finanziari e da una nera crisi societaria.

A questo punto non risulterà difficile capire quale sia il tifoso più deluso degli ultimi anni.
Differite dal titolo, la tifoseria rossonera non è un problema, il problema appartiene alla tifoseria rossonera. Possiamo infatti notare quanto il tifoso milanista sia diventato indiscreto nei confronti della squadra, commenta ogni movimento della società rossonera con sfiducia e aggressività, sebbene però la supporti.
All'interno dei social possiamo ritrovare questo fenomeno e osservare quanto realmente si sia diffuso. Si possono trovare commenti dall'identità esasperante come "Non vogliamo Tonali, è il Pirlo della serie B" o "Il Milan ha una società debole". Insomma, il tifoso milanista si è dimenticato cosa significa fidarsi della società e posso dimostrarlo.
Prendiamo in considerazione il commento riguardante Tonali, il ragazzo viene paragonato a un Pirlo ma dalla caratura molto più bassa, una sorta di modello tarocco, ecco. Bene, ricordiamo da quale squadra fu pescato il grande Andrea Pirlo dall'Inter? Vi rinfresco la memoria, venne soffiato al Brescia. Ma prima di approdare in Serie A era anch'esso un oggetto misterioso e una scommessa, una scommessa pienamente vinta.

Ora invece analizzeremo quella che è l'ideologia della tifoseria rossonera nei confronti della neo-società. "Elliott una società fallimentare e debole", si tratta di una definizione molto azzardata, sconsiderata e sotto molti punti di vista ingrata, ma perché? Su quali basi la società viene definita debole e fallimentare da alcuni tifosi? Diversi sostengono si tratti di una società non capace di proferire parola nei momenti complicati, altri spiegano come secondo la loro idea di mercato il mercato rossonero sia stato fallimentare. Dobbiamo sapere che una società, viene valutata "forte" anche in base alle capacità di gestire problematiche appartenenti alla squadra senza renderle pubbliche, senza far rumore, e in questo la società milanista riesce alla perfezione, basti guardare il caso Kessie- Biglia e confrontarlo con il caso Inter-Icardi. La società Berlusconi, come possiamo ricordare, fece sentire pubblicamente la sua voce in rarissime se non inesistenti occasioni ma nessun tifoso sottolineava questo con disprezzo, era troppo impegnato a festeggiare le coppe.

La seconda motivazione, secondo la tifoseria rossonera, sarebbe il mercato, ritenuto da diversi un mercato fallimentare senza però una particolare base sulla quale appoggiare questa teoria. Il mercato milanista odierno è guidato da Leonardo, definito uno dei migliori geni del mercato di sempre, Sheva e Kakà fanno parte delle sue migliori scoperte ad esempio. Il mercato milanista infatti (sebbene cominciato in ritardo e concluso immediatamente) porta a Milano tre rinforzi per la squadra di Gattuso, arrivano Bakayoko, Laxalt e Catillejo, il trio del sole (come amo chiamarlo io). Tutti e tre tardano giustamente a dare il loro contributo, ma il primo dei tre citati da il primo scossone fondamentale alla squadra e viene subito abbracciato dalla tifoseria dopo aver subito da essa stessa una compilation di diffidenze e insulti, e qua già notiamo come il tifoso dovrebbe pazientare di più e fidarsi delle potenzialità della nuova squadra ancora in costruzione.
Gli altri due citati si dimostrano utili, ma entrambi vengono trattenuti da una panchina maledetta che ostina a trattenere i talenti e forzare in campo chi arranca. In ogni caso Laxalt si rivela utile in partite decisive, quando però utilizzato con criterio e regola d'arte, Castillejo invece insacca la palla in rete, dribla e corre in ogni occasione ma anch'esso viene utilizzato solo come sostituto. L'inverno è invece la stagione di Piatek e Paquetà, pochi commenti nei loro riguardi, già sappiamo quanto sono stati utili e quanto talento e tecnica conservino il polacco e il verde-oro.
A questo punto la domanda sorge spontanea, veramente vogliamo definire un simile mercato "fallimentare"? E soprattutto, vogliamo ancora definire una tale società "debole"? Ciò che ultimamente è diventato debole è invece la tifoseria milanista, troppo divisa da chi ha fiducia e da chi aspira a qualcosa di incomprensibile, come ad esempio acquisti "alla Juventus", dimenticandosi come il Milan abbia sempre trovato i talenti, e che con i giocatori affermati, la Juve, non riesce a sbloccarsi in Europa, sebbene conservi una rosa estremamente completa e forte.

Milanisti, ora la ricetta è finalmente avere pazienza e fiducia.