Domenica sera sulla Milano rossonera non si è conclusa solamente una stagione calcistica culminata con il mancato accesso alla Champions League: quello che si sta consumando è un vero e proprio taglio con il passato, con la Storia rossonera, quella con la S maiuscola.

Via Leonardo, via Maldini: il primo doveva scegliere i giocatori da cui far partire il progetto Elliot, il secondo doveva contagiare Milan dentro lo spogliatoio, e per fare ciò bastava davvero soltanto la sua presenza. Via Gattuso, che doveva forgiare i valori trasmessi dalla società in prestazioni maiuscole sul campo, prestazioni da Milan che, forse, non si sono mai viste. Subito fuori dall’Europa League, quinti in un campionato in cui la qualificazione in Champions League è stata sognata solamente perché l’Inter l’ha resa possibile, con il suo andamento altalenante. Milan comunque lontano dalla vera quota Champions, generalmente sopra i 70 punti.

Rimane Gazidis: l’AD sudafricano, arrivato a stagione iniziata e scelto direttamente da Elliot, ha subito dato direttive importanti, annullando l’affare Higuain su cui Leonardo aveva costruito il suo mercato e la sua credibilità. La sua figura ora diventa più centrale che mai: ora sceglierà lui il direttore sportivo, ed il direttore sportivo sceglierà l’allenatore, esattamente come non è successo nei Milan post-Berlusconi.

Niente più DNA rossonero o allenatori con gloriosi passati di trionfi a San Siro o in Europa, la strada che Gazidis vuole intraprendere sembra ormai tracciata: allenatore con profilo internazionale, attività sul mercato in ingresso solamente a fronte di cessioni importanti, investimenti nei mercati esteri per aumentare i profitti.

Il modello Elliot sta funzionando: in Francia il Lille è reduce da un’ottima stagione, conclusa con il secondo posto, la qualificazione in Champions e alcuni giovani in rampa di lancio (Pèpè, Bamba) pronti per essere venduti a non meno di 40 milioni l’uno. L’Arsenal, che non è di Elliot ma che ha costruito il background professionale di Gazidis, vivacchia tra un anno in Champions ed uno in Europa League, restituendo comunque l’impressione di un progetto a metà tra la mediocrità ed il fiasco totale.

I tifosi rossoneri possono stare certi di una cosa: quello che stanno per stanno vivere sarà qualcosa che non hanno vissuto mai. La certezza è che Gazidis stupirà la platea: sarà ancora più interessante capire in che maniera lo farà.