#vaialmastersport-2 Il Milan è giunto alla fine del ciclo targato Berlusconi, durato 30 anni. E' stata un'epoca gloriosa, costellata di successi nazionali e soprattutto internazionali, dove per almeno 25 anni, ovvero fino al 2011, anno dell'ultimo scudetto rossonero sotto la guida tecnica di Massimiliano Allegri, il "Diavolo" è salito sul tetto del calcio mondiale. Adesso è arrivato il momento tanto atteso, ovvero il passaggio del Milan alla nuova proprietà cinese, che si sta per insediare a Milanello. La nuova proprietà dovrà basare il rilancio della squadra rossonera su tre punti-cardine: 1) Mercato adeguato, unito al mantenimento di un grande vivaio giovanile dal quale pescare giovani talenti da inserire man mano nella rosa della prima squadra; 2) Sviluppo del Brand Milan a livello globale, per aumentare i ricavi commerciali e di conseguenza le risorse da investire sul mercato dei calciatori; Stadio di proprietà; 3) Chiarezza dei ruoli nella dirigenza. Partiamo dal punto 1, quello che fa sognare di più i tifosi, cioè il mercato. La nuova proprietà orientale dovrà essere brava, attraverso i propri uomini-mercato, a trovare giocatori adatti alla filosofia di Mister Montella. Analizzando la rosa della prima squadra, balza all'occhio la grande differenza tra cosiddetti titolari e riserve. Al tecnico rossonero serviranno tre pedine titolari, una per reparto, in grado di aumentare il livello dell'11 titolare, e inoltre servirà migliorare la qualità delle cosiddette riserve. Fondamentale sarà comunque investire nel vivaio, come è stato fatto negli ultimi anni, per far sì che i migliori talenti possano arrivare direttamente in prima squadra, senza dover passare da prestiti vari, o nella peggiore delle ipotesi da cessioni scellerate. Non sarebbe sbagliato puntare anche su un nome di fama mondiale, conosciuto, di talento, in modo da far aumentare le sponsorizzazioni, e quindi il valore commerciale del marchio Milan. E qui arriviamo al punto 2, ovvero lo sviluppo del brand rossonero. Sarà importante far riavvicinare i tifosi di tutto il mondo al Milan, come sarà altrettanto indispensabile trovare nuove aziende pronte ad investire per legare il proprio nome al Milan, che dovrà tornare ad essere simbolo di vittoria e prestigio internazionale. La nuova proprietà dovrebbe poi considerare l'ipotesi di costruire un nuovo stadio, con una capienza di almeno 60000 posti, che possa essere fruibile sette giorni su sette, sulla falsariga di quello che stanno facendo gli altri grandi club europei. Infatti solo così potranno aumentare i ricavi, e ci potrà essere una concorrenza reale con le più grandi società di calcio. In ogni caso, la nuova proprietà cinese dovrà chiarire fin da subito i ruoli all'interno della dirigenza. Ognuno dovrà sapere qual è il proprio compito, e dovrà essere libero di svolgerlo in modo indipendente, ovviamente sempre sotto la guida dei proprietari. Non ci dovranno essere ingerenze, né confusione all'interno dell'area tecnica. Per concludere, quello che attende la nuova proprietà cinese del Milan è un percorso arduo, complicato, irto di difficoltà, che avrà come termine di paragone il più lungo, glorioso e vincente periodo vissuto da una società di calcio, il ciclo del Milan di Berlusconi. Ma come spesso accade, a volte la realtà supera la fantasia, e quindi i tifosi rossoneri sognano di tornare a rivivere le gioie che il Milan berlusconiano ha regalato loro.