La telenovela di inizio estate che coinvolge Donnarumma, portiere di belle speranze prodotto del vivaio del Milan, e la società rossonera sta forse per giungere al termine: nella giornata di oggi le parti dovrebbero incontrarsi per prendere una decisione che sarà probabilmente definitiva perché Fassone e Mirabelli vogliono programmare tutti gli acquisti entro luglio.
In mezzo alle due parti che si stimano a vicenda e che si sono inviate messaggi concilianti in questi giorni c'è "uno che sa fare bene il suo lavoro", quel Mino Raiola capace di moltiplicare il valore dei suoi assistiti e di farli ben guadagnare. Il suo obiettivo è guadagnare il massimo e far guadagnare il massimo ai suoi assistiti.
Se questi vengono ceduti, lui prende la provvigione, se rinnovano il contratto, lui prende la provvigione.

Il valore di Donnarumma non si discute, ma nell'anno nel quale il calcio italiano ha perso la sua ultima bandiera, Francesco Totti, ci sarebbe da chiedersi se questa rincorsa al guadagno di qualche pugno di euro in più abbia un senso e soprattutto se lo abbia parlando di un ragazzo di 18 anni.

Se lo chiedono i tifosi, se lo chiede anche qualche giornalista, ma a farsi delle domande dovrebbe essere proprio il sistema-calcio: la FIGC, l'Assocalciatori, il CONI e tutti gli attori che dovrebbero vigilare sullo sport, perché la sensazione è che il procuratore stia potenzialmente provocando un danno al ragazzo, il quale ha già dichiarato di voler rimanere al Milan (non mi sento di mettere in dubbio la buona fede del ragazzo). 

Parlo di un danno perchè si tratta di un ragazzo di 18 anni, con un grande potenziale, ma che si è sempre espresso in un ambiente che l'ha cresciuto e protetto. Questa trattativa potrebbe avere tre scenari conclusivi:

  1. Donnarumma rinnova: il rapporto con i tofosi rimarrà inizialmente molto freddo e c'è da augurarsi che il ragazzo non ne risenta psicologicamente, perché al primo errore lo stadio potrebbe sommergerlo di fischi;
  2. Donnarumma non rinnova e Raiola trova una squadra pronta a rilevare il cartellino dal Milan, che non cederà il suo portiere per meno di 60 milioni, ai quali la nuova squadra dovrà aggiungere non meno di 5 milioni di ingaggio. Cifre da top player insomma, Donnarumma diventerebbe il portiere più caro della storia e sarebbe esposto ad una pressione forse eccessiva per un ragazzo di soli 18 anni. E' un grande rischio. Non a caso Ederson, che è appena passato dal Benfica al Manchester City per 50 milioni, ha ben 6 anni più di Donnarumma ed anche Buffon fece il grande salto a 23 anni, maturando con calma nella società che lo aveva cresciuto, non a 18 anni dopo una sola stagione da titolare in Serie A.
  3. Attenzione alla terza opzione: Donnarumma non rinnova, Raiola non trova una squadra in grado di soddisfare le richieste del Milan, che a quel punto spedirebbe il ragazzo in tribuna per tutto l'anno per dimostrare di avere polso, con l'approvazione dei tifosi.

C'è da sottolineare che una colpa la società rossonera ce l'ha perché lo slittamento del closing ha trascinato questo rinnovo molto vicino alla scadenza del contratto e, di fatto, il giocatore è effettivamente proprietario del proprio destino, ma il sistema calcio deve a questo punto interrogarsi su alcune questioni:

  1. Ha senso che i giocatori minorenni possano fare contratti di soli tre anni?
  2. E' eticamente sostenibile che ragazzi di 18 anni possano guadagnare queste cifre?
  3. Ormai i procuratori sono i padroni del gioco del calcio, non è arrivato il momento di mettere dei freni a questo sistema?

Attendiamo fiduciosi che Tavecchio & co. siano in grado di dare delle risposte chiare.