28 maggio 2003: in quel di Manchester, all'Old trafford, il Milan scrive una pagina importante della sua storia. Il Milan vince la Champions League, la sesta della sua gloriosa storia. Il rigore decisivo è di Andriy Shevchenko. La tranquillità, la determinazione, la sicurezza che traspaiono dagli occhi dell'ucraino quando va sul rigore decisivo sono l'emblema della forza di quel Milan. Quel Milan era il re della Savana. La consapevolezza della sua forza, che non deve essere scambiata per arroganza, ma è solo sicurezza nei propri mezzi, traspare dallo sguardo tranquillo di Sheva ma al tempo stesso determinato. Lo stesso Shevchenko dichiarò che era molto tranquillo quando si recò sul dischetto pronto a fare la storia. Spiazzò Buffon con un tiro di piatto preciso e regalò al Milan la vittoria della Champions League contro la Juventus. Era un Milan imperiale. Era il vero Milan, quello puro, quello che deve tornare ad essere per forza. 

Battere un rigore decisivo in una finale di Champions non è una emozione da poco, come direbbe Anna Oxa o Ivano Fossati, autore di quella bella canzone cantata dalla Oxa rilanciata dal bellissimo film "Lo Chiamavano Jeeg Robot", dove il "cattivo" del film, una specie di Joker nostrano, interpretato da Luca Marinelli detto" Lo Zingaro" nel film, la interpreta cantandola in un locale dove si riunisce con la sua combriccola. Il protagonista di questa pellicola è Claudio Santamaria che interpreta Jeeg Robot.
Sheva, da grande campione quale è stato, non si è fatto giocare brutti scherzi dall'emozione, ma ha mantenuto lucidità, freddezza, sicurezza e ha battuto Buffon. Quegli occhi, quello sguardo, quella sicurezza, che solo i grandi campioni che trionfano possono avere, al Milan non lo vediamo da un po' di tempo. Questo Milan è in una fase transitoria come ben sappiamo, e alcuni supporter rossoneri non riescono ad accettare questa realtà. 

Credo fortemente che questa realtà, questo Milan sbiadito, sia temporaneo. Sono convinto che entro pochi anni il Milan, probabilmente con una nuova proprietà, ritroverà se stesso. Per rinascere occorre attraversare delle tempeste per poi raggiungere il sole. La Juventus ci è passata. Non è arrivata a prendere il Cristiano Ronaldo della situazione dopo essere risalita dalla Serie B subito. Ha attraversato delle tempeste, due settimi posti, preso calciatori come Leandro Rinaudo, Guglielmo Stendardo, Armand Traoré, Almiron, Martinez e così via per poi stabilizzarsi e ritornare nelle Élite del calcio prelevando i calciatori più importanti e competitivi. Stessa cosa ha fatto l'Inter. Non è stato sempre rosa e fiori. L'ultimo Moratti che prendeva Tommaso Rocchi in prestito dalla Lazio, lo stesso Thohir che prendeva Kondogbia accolto come una star per poi deludere nonostante le aspettative, il primo Suning che prendeva Joao Mario, Gabigol, Dalbert, gettando alle ortiche molti soldi, per poi rinascere prendendo top player come Romelu Lukaku.
Come potete constatare non c'è stato subito il presente glorioso. Per arrivare ad esso, anche per Juventus e Inter c'è stato un passato turbolento fatto di transizione. Ed è la stessa che sta accadendo al Milan. Ma il club rossonero è destinato, come è successo ad altri club, dopo questo periodo di transizione, a tornare ai livelli più alti e che più gli si addicono, tornando così ad essere un club che lotta per vincere.
La determinazione e la forza, la sicurezza, consapevolezza della propria grandezza e della propria forza che trasparivano dallo sguardo di Sheva e dai suoi occhi quando battè Buffon quel 28 maggio del 2003 rappresentano bene quello che era il Milan e quello che deve tornare ad essere. Dagli occhi di Sheva agli occhi di Shiva. Proprio come la divinità della antica India, della mitologia di essa, il quale aveva tre occhi, due classici e uno nella fronte e per questo era anche chiamata Trinetra. Questo terzo occhio rappresenta il sapere, la conoscenza, l'intuizione, il percepire. Shiva in sanscrito significa propizio e benevolenza. I tre occhi simboleggiano sole, luna e fuoco, ovvero le fonti di illuminazione della terra, dello spazio e del cielo.

Il Milan e i suoi tifosi hanno bisogno dei tre occhi di Shiva. C'è il passato che viene sempre guardato per ricordarsi chi si era e chi si deve tornare ad essere, c'è il presente che vede il Milan dover terminare questa stagione con una coppa Italia da giocare e con un campionato da finire con dignità e magari con il riuscire ad agguantare un posto in Europa. E poi c'è il futuro da guardare, che già sta nascendo con il nuovo Milan di Rangnick che scalpita per subentrare a quello presente ma che già sembra passato perchè gli occhi dei rossoneri e dei propri supporter sono più concentrati sul nuovo Milan che verrà e che sarà, con i possibili nuovi colpi di calciomercato. 
Tuttavia un occhio deve essere tenuto al presente, alla squadra tutta, ma in particolare a due elementi dai quali i supporter rossoneri si aspettano di più, ovvero Rafael Leao e Lucas Paquetà.
Leao deve comprendere che il Milan ha bisogno dei suoi gol e deve prendersi la responsabilità di questo cercando di essere più incisivo sotto porta, mentre Lucas Paquetà si gioca la conferma. E' dato per partente.
Solo un grande finale di stagione che zittisce tutti gli scettici da parte sua può portare il nuovo Milan a prendere in considerazione una sua conferma. Ibrahimovic resterà sempre una figura determinante per questo Milan, così come Gigio Donnarumma, Alessio Romagnoli, Theo Hernandez, Ismael Bennacer e Ante Rebic, ma il tifoso rossonero medio avrà un occhio critico maggiormente e guarderà con più attenzione Rafael Leao e Lucas Paquetà. Devono fare di più, perché hanno le potenzialità per poter fare meglio. Il Milan ha bisogno di loro!
Un occhio di Shiva sarà per il presente, ma soprattutto per loro due: Rafael Leao e Lucas Paquetà.