Non so se il Milan passerà il turno di Champions, ma non è messo male. Al momento è primo nel girone, dopo aver superato la Dinamo Zagabria campione di Croazia, uno dei vivai nobili del continente europeo (i suoi giocatori sono ovunque nei vari campionati). Non era un avversario impossibile, ma neanche uno sparring partner, tanto è vero che il Chelsea ci aveva rimesso le penne incontrandola solo una settimana fa. Lo stesso Chelsea e il Salisburgo si sono tolti punti nel confronto diretto, una partita giocata a velocità folle, di quelle che, quando passi in vantaggio dopo aver fatto il quarantotto, rifiati e prendi il gol del pareggio per il punto e a capo. Erano in palio 3 punti fra londinesi e austriaci, ma il pareggio ne ha fatto sparire uno che non verrà più assegnato agli avversari del Diavolo meneghino.

Ieri i rossoneri hanno avuto le loro brave gatte da pelare, ma hanno dato l'impressione di essere così solidi, da vincere anche cadendo in una serie di equivoci. 
Se vogliamo capire quali equivoci il Milan si è portato dietro sul manto erboso, dobbiamo leggere le dichiarazioni di Pioli nel dopo partita. Non trascuratele, perché vi spiegheranno tanto la logica delle mosse riuscite quanto quelle degli errori.
Il tecnico ha dichiarato di aver messo Tonali e Diaz fra le linee, ma questa è stata solo un'intenzione, vanificata dall'atteggiamento tattico della Dinamo. Ante Čačić, infatti, allenatore dei croati, aveva chiesto ai suoi di difendere in 9, visto che la difesa era schierata bassissima con 3 centrali, cui a turno si aggiungeva uno dei compagni, spesso ma non sempre di fascia come Ljubicic. Il centrocampista che scalava indietro, quando l'avanzata del Milan era massiccia, veniva rimpiazzato dal talentuoso esterno d'attacco Oršić nel ruolo di esterno sinistro di centrocampo, con conseguente riassestamento dei suoi. In questo contesto, né Tonali né Diaz sono riusciti a giocare fra le linee, perché... be' non c'erano spazi fra le linee. Ciò, peraltro e per avventura, ha favorito proprio Diaz, in quanto l'assestarsi in basso degli avversari gli ha consentito di giocare per larghi tratti del match a non più di 25 metri dalla porta. E sono proprio quei larghi tratti del match che gli hanno consentito di mettersi in bella mostra. Ha sbagliato molti appoggi, ma come tutti i propri compagni, perché con 9 uomini davanti al portiere non era molto facile servire un uomo libero. Nei momenti, però, in cui la Dinamo portava su dai 5 ai 7 uomini, la terra di nessuno croata era troppo grande per essere percorsa in maniera efficiente dallo spagnolo, la cui falcata corta non gli consente di ottimizzare la corsa sulle lunghe distanze. Molto motivato, comunque, Diaz ha recuperato 4 palloni importanti nelle praterie del centrocampo, beccandosi un fallo da cartellino arancione nel primo tempo e vedendosi fischiare contro un fallo a centrocampo che solo l'arbitro Manzano (nel complesso all'altezza della situazione) ha visto. 

Il problema non è la bravura del giocatore in senso assoluto nè la mancanza di grinta, bensì quanto possa essere efficiente l'impiego dello stesso in una certa zona del campo in rapporto alle distanze dai suoi, dagli avversari e dalla porta, come anche in relazione agli schemi di entrambe le squadre. Per ironia della sorte, Diaz è sembrato convincente, proprio perché non ha dovuto fare ciò che il suo tecnico gli aveva chiesto. Del resto, se parlando di Diaz, Pioli sostiene di farlo giocare perché lo vede frizzante, direi che l'equivoco in cui si dibatte il Milan è davvero enorme, in quanto Diaz non è una bibita gasata. Essere frizzante non vuol dire nulla dal punto di vista tecnico e tattico.
Leao ha avuto difficoltà per tutta la prima fase, in quanto lo schieramento basso e ultracompatto della Dinamo lo costringeva a giocare troppo vicino alla porta (se escludiamo un contropiede nel primo tempo), senza poter prendere velocità una volta rubato il tempo agli avversari. E a parte il 2° gol nel derby, Leao dà il 100% sulle grandi distanze.
La forza del Milan
, pur di fronte a uno schieramento avversario che aveva tutto per metterlo in difficoltà, è stata come altre volte l'identità di squadra, con un assetto consolidato e giocatori che si conoscono. E questo non è un equivoco, ma un merito indiscusso del tecnico, che ha costruito il giocattolo. I rossoneri, continuando a macinare il loro gioco, hanno trovato il bandolo della matassa grazie a un rigore procurato da Leao alla fine del primo tempo e al raddoppio di Saelemaekers al rientro nella ripresa. Il belga, in posizione di centravanti, l'ha messa dentro incornando un cross teso dal fondo proprio di Leao 

Partita finita? No e non perché Diaz, con la Dinamo in attacco, è andato sotto sforzo. In un certo senso, sono stati bravi Oršić e Petković a confezionare un bello scambio nell'area rossonera affollata con conclusione vincente del primo. Una rete meritata al 50% dai croati, ma da addossare per il 50% al Milan, che in quel momento aveva 7 giocatori in area contro due avversari. Un'evidente distrazione, perché nessuno deve prendere gol in 7 contro 2, a meno che quei due non siano Maradona e Best redivivi.
Qui è proseguito l'equivoco Diaz, la cui presenza in campo era ormai del tutto priva di senso, visto che la Dinamo saliva. Al 65°, Diaz perdeva due contrasti a centrocampo, nonostante stesse trottolando come un Gattuso dietro agli avversari. Era un brutto segnale, ma Pioli proseguiva sulla propria strada e non lo sostituiva. Infilava Pobega per Tonali (mossa eccellente, visto il Napoli in arrivo e la bravura di un Pobega in crescita) nonché De Ketalaere per Giroud (mossa a mio avviso errata). Diaz era sulle gambe e lo si vedeva quando provava a rilanciare i compagni in contropiede, ma dopo 20 metri di corsa nella prateria aveva la vista annebbiata e serviva gli avversari piuttosto che il neo-entrato Messias. Pobega chiudeva la partita da campione (quello che è, del resto) mettendo sotto la traversa un sinistro prepotente. Pioli prendeva finalmente atto delle difficoltà di Diaz e dava spazio a un Krunic onesto, di ruolo e fresco.

E De Ketalaere? Era stato schierato centravanti nella seconda fase contro il Sassuolo, quando occorreva sfondare, ed era andato male. E' stato schierato in quel ruolo ieri nel finale contro la Dinamo, quando bisognava sfruttare gli spazi in contropiede, ed è andato ugualmente male. In tal senso, mi viene in mente Teotino quando, diversi anni fa, disse che Vieri e Ronaldo potevano giocare insieme nell'Inter, perché erano bravi. Non erano, tuttavia, la coppia ideale, in quanto il loro utilizzo contemporaneo non ottimizzava le risorse della squadra. Ecco, De Ketalaere è bravo e si può adattare a qualsiasi ruolo, ma non si ottimizza la sua presenza schierandolo centrattacco. Se mai, l'unico risultato sarebbe... di lasciare libero un posto a Brahim Diaz a centrocampo. E se la motivazione era la penuria di punte, si poteva avanzare Saelemaekers, che non avrebbe fatto certo peggio, visto il gol.

Parlo di ottimizzare, in quanto è stato lo stesso Pioli a sottolineare che si può fare di più. Quando sostiene ciò, gli dò ragione, ma se si procede con la mentalità che è un problema di applicazione dei giocatori, allora ricordo a Pioli che così, vista la forza e la generosità dei suoi, riuscirà solo ad avere una squadra efficace come ieri, che non è poco, ma non certo efficiente. L'efficienza nasce principalmente dall'ottimizzazione nell'utilizzo delle risorse, non certo dal "Dai dai ragazzo, che se ti impegni ce la fai anche a giocare in porta pur essendo un centravanti".
Ripeto, grande merito a Pioli per aver dato un'identità solida alla squadra, cosa che ne costituisce un punto di forza enorme. Ma se il tecnico è convinto che si possa massimizzare il rendimento senza ottimizzare l'utilizzo dei giocatori schierandoli nel loro ruolo, si ritroverà sempre a dire che... si può fare ci più, perché è dentro di te. 
E tanto le bibite gasate quanto le canzoni di Sanremo hanno poco a che vedere col calcio.