Dal post Berlusconi/Galliani sono ormai passate diverse sessioni di calcio-mercato e nonostante una buona disponibilità finanziaria non si vede ancora come il Milan possa uscire dal pantano della mediocrità in cui siamo stati abbandonati dalla precedente gestione.

Si parla di giocatori scarsi e sopravvalutati, di campagne acquisto deficitarie, di squadra da rifondare. A mio parere il punto principale sta nella personalità di questa squadra, che in 3 anni non è riuscita a trovare una propria autostima ed una propria identità.

A chi le colpe principali? Alla guida tecnica, in primis. I vari allenatori che si sono avvicendati sulla panchina del Milan non hanno saputo trasmettere uno spirito di squadra ed una concezione di gioco da applicare in modo "maniacale", con l'obiettivo di costruire un sistema ed un modulo che consentisse di sopperire alla mancanza di fuoriclasse veri (se non per qualche rara eccezione di giocatore che ci potrebbe andare vicino - es. Donnarumma e Romagnoli).

Quando non si dispone di campioni, bisogna sopperire con l'organizzazione della squadra: il calcio è e resta uno sport di squadra, dove l'organizzazione di gioco può sopperire alla mancanza di talenti: Atletico Madrid e Ajax, pur seguendo filosofie opposte di gioco, hanno creato squadre in grado di competere (e spesso di vincere) contro formazioni ricche di campioni, ma povere sotto l'aspetto della disciplina e dello spirito di squadra.

Il Milan si trova in questa situazione, cioè con la sola disponibilità di discreti/buoni giocatori: questi sono tali in quanto non in grado di risolvere le partite da soli e la loro performance può variare dalla più assoluta mediocrità all'eccellenza solo in funzione di come sanno stare in campo come squadra, di come sanno aiutarsi, di come sanno eseguire schemi studiati e studiati e studiati ancora, di come sanno correre (con intelligenza), di come sono consapevoli dei propri limiti e di come solo il lavoro di squadra può far crescere anche le singole prestazioni individuali.

Ora, nessuno degli allenatori fin qui visti al Milan ha saputo creare una squadra. Eppure le condizioni di partenza c'erano tutte: giocatori discreti e giovani, con "fame" quindi di crescere ed affermarsi, il blasone di una maglia che comunque ha un fascino ed una storia da ricordare ogniqualvolta la si indossi, uno stadio e dei tifosi che si sono sempre dimostrati fiduciosi e carichi di entusiasmo ad ogni ripartenza, pronti a sostenere l'avvio di un nuovo ciclo, senza pretendere le vittorie immediate. Purtroppo, non si è mai assisto a niente a che facesse presagire che il Milan stava diventando una squadra; anche in occasione di qualche ciclo di vittorie, è stato il gioco che non ha mai dato la sensazione di essere qualcosa di solido su cui poter costruire un futuro.

I giocatori si sono man mano spenti e demotivati, già non sono campioni, ma così rendono anche meno di quel che potrebbero; il gioco è sempre stato lento e compassato, come solo chi ha fuoriclasse che con colpo possono far vincere la partita potrebbe forse permettersi, nessuna fame dimostrata sul campo per correre di più degli avversari, nessuno schema che facesse vedere l'idea di un calcio, indipendentemente dagli attori in campo.

Per non ritrovarci nelle stesse sofferenze anche i prossimi anni, l'unica soluzione è trovare un allenatore che abbia un'idea di gioco da far studiare ed applicare.
Trovare il chi non è proprio facile: in Italia abbiamo una situazione che reputo in fase di "decadimento" per quanto riguarda gli allenatori di un certo tipo, e la dimostrazione sono le disfatte che prendiamo in Europa a qualsiasi livello anche con squadre che presentano individualmente giocatori inferiori ai nostri. De Zerbi, Di Francesco, Gasperini i nomi che segnalo in Italia, il sogno tra gli stranieri rimane Klopp.
Poi magari salta fuori il Sacchi di turno, allenatore sconosciuto che si rivela un rivoluzionario...