Alcuni mesi fa mi trovavo in vacanza a Budapest contornato dall'affetto del figlio e dei nipotini. Uno di loro, il primogenito, frequenta una scuola di allievi juniores intitolata a Ferencs Puskas, vera icona del calcio magiaro. Ferenc Puskas nasce a Budapest nel 1927 è considerato il miglior giocatore ungherese e tra gli attaccanti big del calcio mondiale di tutti i tempi, professore assoluto nell'arte di trattare il pallone con una classe indiscussa, accostabile solo al carioca Pelé. Figlio di un altro calciatore, il padre Franz,  svevo di etnia tedesca, il cui vero cognome era Purczeld e che deve il suo attuale nome per suo volere, in quanto lo volle scegliere  "magiarializzandolo" nel 1937 alla sua famiglia. Crescerà nella sua umile casa a Kispest, un sobborgo di Budapest. Si sposerà nel 1950 con Erzsebet dalla quale avrà l'unica figlia Aniko. A latere della sua vita da calciatore prima e da allenatore in seguito, scalerà rapidamente la gerarchia dell'Esercito per passare dal grado di Maggiore a quello di Tenente Colonnello nel 1992. La sua carriera da giocatore iniziò con la Honved, squadra della capitale Budapest nel 1943, e terminerà con il Real Madrid nel 1966 e vedrà  totalizzate 521 reti in 508 presenze con l'impressionante media di un gol a partita, praticamente un cannoniere costante ed imperterrito lungo tutti i suoi 23 anni di carriera realizzando, da autentico bomber spaventaportieri, una media di 23 gol a campionato cui vanno a sommarsi gli altri 85 segnati nelle 84 partite giocate con la Nazionale, risulterà così il miglior marcatore nella storia dell'Ungheria e fino al 2018 è risultato il massimo goleador di una Nazionale, primato recentemente battuto da Cristiano Ronaldo.  Il suo Palmares vanterà 1 Oro alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952, 1 Coppa Intercontinentale nel'53, 1 Argento ai Mondiali di calcio un Svizzera nel'54.

Con il Real Madrid conquisterà 3 Coppe Campioni ('59/'60/'66). Nel 1967 all'età di 50 anni inizierà la sua carriera itinerante di allenatore che lo vedrà sedersi per 26 anni sulle panchine dei campi di calcio sparse su tutti i continenti, a cominciare dalla Spagna (Hercules Alicante) per passare negli States e nel Canada, a seguire per 4 anni al Panathinaikos in Grecia per poi nel '78 atterrare in Arabia Saudita. A metà degli anni 80 allenerà due squadre paraguaiane, il Sol de America e il Cerro Portano. Dal 1989 al 1991 sarà in Australia alla guida del South Melbourne. Concluderà la sua carriera da allenatore realizzando il suo tanto desiderato sogno divenendo il C.T. della nazionale di Ungheria nel 1993. Ferenz Puskas alias Pancho o "zio Ocsi", come suole essere chiamato dai suoi connazionali il leggendario calciatore, muore il 17 Novembre 2006.  Le sue spoglie riposano nella Basilica cattolico romana di Santo Stefano al centro di Budapest, l'edificio ecclesiastico più importante in Ungheria. La stessa Basilica è stata anche la sede dei suoi funerali. La cerimonia si svolse il 7 Dicembre 2006 e al rito parteciparono stelle e celebrità, ex compagni del Real Madrid come Gento e Santamaria con l'allora Presidente Ramon Calderon, Franz Beckenbauer, Michel Platini, Bobby Charlton.

Decine di migliaia di persone seguirono il feretro al quale furono organizzate esequie solenni al pari di un eroe alla presenza del Presidente della Repubblica Lazlo Solyom e del primo uomo della FIFA Joseph Blatter. La televisione nazionale ungherese trasmise in diretta tutta la cerimonia fino alla sepoltura delle sue spoglie nella stessa Basilica di Santo Stefano. Da un decennio a questa parte il Premier ungherese Viktor Orban investe nel pallone affinché il suo paese possa tornare ad essere un punto di riferimento per tutto il mondo sportivo dell'Est Europa. Il recente campionato europeo di calcio ha riportato la Nazionale magiara nelle cronache delle prime pagine di tutti i quotidiani specie dopo il palpitante pareggio ottenuto con i campioni mondiali di Francia. "Qualificarsi è stato un gran risultato perciò adesso non abbiamo nulla da perdere!". Questa la dichiarazione del piemontese Marco Rossi, attuale C.T. dell'Ungheria che lo vedrà allenare nel 2012 e per due stagioni la Honved, la stessa squadra, vincitrice di 16 trofei nazionali, che 70 anni prima vide debuttare il campionissimo Ferenc Puscas. Passerà nel 2018 alla guida della Nazionale ungherese. Ma in un girone di ferro con Francia, Portogallo e Germania dalla simpatica compagine magiara sinceramente non si poteva pretendere di più anche perché ad un così malevolo sorteggio si aggiungeva anche l'assenza del talentuoso trequartista del Lipsia Dominik Szoboszlai fermo da mesi a causa di una fastidiosa pubalgia. Marco Rossi è il principale artefice della rinascita dei magiari. Il coach nativo di Druento (Torino) classe '64 dopo un'umile ed onesta carriera nelle panchine della serie C troverà maggior fortuna sulle sponde del Danubio. Con il suo arrivo la Nazionale magiara ha fatto un importantissimo salto di qualità tornando a sognare la realizzazione di un nuovo ricorso storico con la speranza che torni a celebrare le celebri gesta del suo eroe calcistico Ferenc Puskas, e gran parte del merito sarebbe e sarà del tutto suo. Grazie Marco Rossi, l'Italia è fiera di te!   

Ed  arriviamo così allo scorso mese di Giugno a sbirciare tra le sfide del torneo europeo della Nations League. Mentre l'Italia crollerà 5-2 in Germania trovandosi a -2 dalla scatenata Ungheria del nostro Marco Rossi, che travolgendo per 4-0 l'Inghilterra si ritroverà quale assoluta ed inaspettata protagonista nel suo gruppo. Sarà questa vittoria a rinverdire ancora una volta il calcio magiaro in questi ultimi tempi dopo decenni di assoluto mutismo. Nella seconda amichevole stagionale, il Milan  si trova impegnato in Ungheria contro lo Zalaegerszegi FC squadra militante nel massimo campionato ungherese a distanza di una settimana dall’1-2 ottenuto sul Colonia. I Rossoneri testano la propria condizione in casa dei magiari nel capoluogo del TransDanubio Occidentale Zalaegerseg una cittadina di 62.000 abitanti a poche decine di km dall'Austria. Pioli schiera gran parte della formazione titolare vista all’opera con successo in Germania, grazie alla preziosa doppietta realizzata da Olivier Giroud. Nel primo tempo cambia solo la coppia di centrocampo con Tonali affiancato da Brescianini, in campo al posto di Pobega e Bakayoko indisponibili per il match odierno. Ma la prima parte della gara sarà da incubo per i rossoneri. Alla mezzora, gli ungheresi saranno addirittura in vantaggio con una mini goleada di 3 reti a 0. Al 2′ minuto inizierà le marcature Ubochioma con un tiro dall’area di rigore sugli sviluppi di un’azione da calcio d’angolo.  Dopo solo una ventina di minuti, sarà un colpo di testa di Mocsi a beffare una difesa imbambolata ed uccellare Tatarusanu. Infine al 27' con una squadra visibilmente molle sulle gambe, arriverà la terza rete con un’autentica prodezza di Tajti che piazzerà un gran tiro all’incrocio dei pali e questa volta imparabile per Tatarusanu.

Il pubblico ungherese sarà in visibilio per l’incredibile e inaspettato inizio di partita della propria squadra (terminata ottava in campionato a 12 squadre con 39 punti mentre il Ferencvaros ha vinto il titolo con 72) al cospetto dei Campioni d'Italia. Ma sarà al 30′ che il Milan quanto meno riuscirà' a limitare i danni trasformando un penalty, procurato da Ballo Toure, per opera di Olivier Giroud. Per il transalpino, ancora una volta il migliore ed il più anziano in campo, arriva il terzo gol in due partite dopo la bella doppietta realizzata a Colonia. Ma nella ripresa, il Milan prova a impensierire maggiormente la retroguardia dello ZTE  con ' serie di cambi con cui Pioli manda in campo, per l’esordio stagionale, Leao, Hernandez, Maignan, Tomori, Bennacer, Krunic, Saelemaekers, Daniel Maldini e il nuovo acquisto Adli. Leao con i suoi guizzi si mette subito in bella mostra  ed i marcatori dello ZTE si vedono costretti a ricorrere spesso al fallo.  Anche Theo Hernandez  si rende pericoloso con un tiro da distanza ravvicinata poi salvato sulla linea. Buono per mobilità e partecipazione alla manovra offensiva l'esordio di Adli.

Vivace e caotica la manovra del Milan  che accorcia ulteriormente le distanze all’85’ con il gol di Krunic su servizio di Adli, il bosniaco supera un difensore ed infila il portiere  con un'autentica rasoiata. A nulla servirà un'ultima occasione per pareggiare l'incontro capitata al nostro Calabria. Niente da far , giornata dal sapore amaro per il Diavolo che ancora una volta con le squadre " provinciali " palesa le sue difficoltà. I piccoli ungheresi vincono la loro gara della vita battendo i freschi scudettati italiani per  3-2. Il Milan tornerà in campo mercoledì, in Austria, in Carinzia contro il Wolfsberger (Bundesliga austriaca) al Lavantthal Arena (appena 7.300 posti) dell'omonimo capoluogo di una ridente cittadina  dagiata sul greto del fiume Lavant  contante appena 25.000 abitanti. Ed allora occhio caro e vecchio Milan! È pur sempre una gara di preparazione in attesa dello scontro molto più impegnativo contro il Marsiglia, ma i giornali mormorano come gettassero coriandoli in piena estate ed i grandi nomi non arrivano. All'aeroporto di Ostenda, gira la voce, che da qualche giorno sarebbe pronto al decollo un Jet Stream Prive in rotta di volo per Milano. Una coppia di dirigenti Rossoneri sarebbe sul posto per trattare il suo arrivo al Diavolo e qualche giornalista spazientito tra le sale d'attesa a Linate direbbe, come proferirebbe il buon Ezio Greggio nell'ennesima puntata di "Striscia la notizia" "...ma è lui o non è lui? Ma certo che è lui! Signori è arrivato!". Ed è pronto anche Cristiano Militello con il suo " Striscia il Cartellone" e tutti all'unisono in coro: "Ben arrivato Charles De Ketelaere! E buona fortuna con il nostro Milan!".

                               Massimo 48