11 maggio 2001 è una data marchiata a fuoco nei cuori dei tifosi di Inter e Milan. Quella partita, terminata 6-0 per i rossoneri, rappresenta una data memorabile per entrambe le tifoserie. Per motivi, evidentemente, agli antipodi. Gli interisti si rattristano ancora oggi al pensiero di quella ecatombe; i milanisti di contro hanno fatto di quella incredibile vittoria una pietra miliare della loro storia. Nonostante siano passati ben 17 anni, il ricordo di quella partita è ancora fresco nelle menti di tutti, non fosse altro per l'impronosticabile risultato finale.

Una parziale giustificazione per i nerazzurri fu la forza di quel Milan, che solamente poco tempo dopo avrebbe vinto due Champions League. Ma in questi 17 anni sono cambiate molte cose: "Tutto Scorre", Panta Rei diceva il filosofo greco Eraclito. E infatti n'è passata molta di acqua sotto i ponti del Naviglio. Tanto che un risultato del genere oggi sarebbe impossibile, analizzando la situazione odierna delle due squadre meneghine. L'Inter - grazie soprattutto ad una maggiore solidità societaria garantita da Suning - può volgere lo sguardo con fiducia verso l'avvenire.
Quel futuro che invece si prospetta nebuloso e ricolmo di incertezze per i cugini rossoneri
. La differenza di solidità societaria è la prima enorme, lampante differenza tra i due club. Suning - che detiene il 70% delle quote nerazzurre, destinato a divenire a breve il 100% (Thohir permettendo) - rappresenta un modello di gestione virtuoso e inattaccabile. Il colosso cinese degli elettrodomestici non solo sta eliminando i debiti lasciati in eredità dalla Fam. Moratti (che Dio la benedica), ma ha anche sensibilmente aumentato il fatturato, grazie soprattutto alla diffusione del brand interista in Asia. 

Lo stesso progetto che aveva in mente l'imprenditore Yonghong Li al momento dell'acquisto del Milan dalla Fininvest. Un progetto che subirà un brusco stop a causa delle ultime vicende societarie. Ora...appellandomi al celebre aforisma di Socrate "so di non sapere", non mi addentrerò nei meandri delle vicissitudini milaniste. Amici della community ben più preparati di me come Angelo o Talent mi farebbero letteralmente la pelle, qualora io sbagliassi le cifre della multa che la Uefa comminerà al Milan oppure il nome del nuovo socio di minoranza americano. Una cosa però lasciatemela dire: il Milan non merita tutto questo. Merita una società solida che la riconduca ai fasti passati. Se è pur vero che con Berlusconi i rossoneri hanno vinto una sfilza di trofei prestigiosi, il modo vergognoso in cui il "Cavaliere" ha lasciato il club è quantomeno discutibile. Sono mesi che i tifosi leggono sui giornali di bonfici, consigli d'amministrazione e quant'altro. Penso siano stufi.

Una seria progettualità si ripercuote anche sul campo e sul mercato. Non a caso è stata l'Inter, tra le due, quella che si è qualificata per i prossimi gironi di Champions, entrando in un circolo virtuoso che la riporterà a grandissimi livelli. Il Milan invece si trova in una impasse dalla quale difficilmente ne uscirà a breve. Confusione societaria, mercato bloccato, difficoltà sul campo - sebbene nell'ultimo campionato ci sia stato un miglioramento di classifica, che verrà però vanificato con l'esclusione dalle coppe - sono tutti cofattori di una situazione preoccupante in casa rossonera. Mercato, si diceva. Mentre quello gestito da Mirabelli è in standby per ovvie ragioni, quello nerazzurro è in continuo fermento. Nonostante il recente prolungamento del Settlement Agreement, Ausilio ha superato se stesso in questa sessione estiva. Bloccati i tre arcinoti parametri zero - che colpo De Vrij! -, la ciliegina sulla torta sarà Radja Nainggolan, messo frettolosamente sul mercato dalla Roma. Il Ninja sposterà gli equilibri (frase non casuale), facendo guadagnare all'Inter tra i 10 e i 15 punti in più in campionato. Fatiche di coppa permettendo...

L'Inter procede spedita e sicura percorrendo il viale del successo, mentre il Milan non riesce ancora a mettere in moto l'automobile. Di una cosa però sono sicuro: entrambe, un giorno non troppo lontano, torneranno a sfrecciare nell'autostrada del calcio.