Montella : 3 

Da novembre a maggio, sei mesi di puro inferno per il tecnico campano e non si tratta di una metafora con il simbolo rossonero del Diavolo ma di un vero e autentico crollo di prestazioni. Il bilancio finale dell’Aeroplanino é di quelli che si ricordano : appena 20 punti in 14 partite, 2 esoneri, nessuna miglioria tecnico-atletica, bensì tanti esperimenti falliti che hanno addirittura ostacolato il lavoro iniziale di Gattuso, tante dichiarazioni al veleno da parte di giocatori che non si sono sentiti valorizzati nelle doti e nell’allenamento settimanale, di lui rimarrà ben poco a Milanello, forse solo quel suo sorriso sbarazzino e ottimista anche nelle situazioni più grigie che è stato più uno spunto per tanta ilarità piuttosto che un monito di rivalsa. Fallimentare

 

Fassone-Mirabelli : 6

Stimolati a pressione mediatica e non senza precedenti, è come se anche loro sentissero il peso delle 57 partite stagionali disputate dal Milan al pari dei giocatori in campo. Nel periodo gennaio-marzo i risultati dimostrano che, la scorsa estate, i due dirigenti non si erano semplicemente divertiti a depredare il conto corrente di Yonghong Li né i fondi elargiti da Elliot ma avevano costruito le basi per una squadra in grado di offrire qualità e solidità, sugli 11 giocatori acquistati forse solo Kalinic può essere timbrato come vero e proprio flop, il vituperato Andrè Silva tra adattamenti, delusioni, rinascite e attacchi gratuiti, chiude la stagione da terzo miglior marcatore dell’Europa League con appena due segnature in meno di Ciro Immobile a parità di partite giocate e, in campionato porta sei punti decisivi da subentrato che oggi potevano essere celebrati come componenti di un miracolo Champions, giusto due reti in campionato come Patrick Schick, tanti spunti di classe che forse avrebbero meritato più considerazione da ambo gli allenatori.

 

Il non-spostatore di equilibri Bonucci diventa una pedina fondamentale durante la stagione, mostra il carattere e la determinazione tipici della sua figura in campo, capace non solo di mantenere protetta l’area del Milan ma anche di trasformare ufficialmente Romagnoli nel miglior difensore italiano in circolazione per rendimento ed età. La sua caratura umana la si vede allo Stadium quando sotto 45.000 fischi è in grado di segnare e, nonostante l’1-3 finale, di sfornare probabilmente la migliore prestazione stagionale, qualità extra-tecniche che gli hanno conferito la fascia di capitano anche nella Nazionale Italiana tanto da essere ancora oggetto del desiderio di Chelsea, Manchester City e United. Biglia passa da bidone a specchio imprescindibile del centrocampo rossonero tanto da rendere incolmabile la sua assenza come si è visto in finale di Coppa Italia. 

 

Il vero colpo di genio del duo è rappresentato da Hakan Çalhanoglu, acquistato per appena 23 milioni, il trequartista turco è stato recensito dai cosiddetti esperti come un giocatore inadatto, sopravvalutato, fragile, spento, inutile per la Serie A, esubero, scarto e chi più ne ha più ne metta. Da quel gol alla Fiorentina del 30 dicembre 2017, il 10 di Gattuso non si è più fermato, diventato presto titolare inamovibile, ha alzato il livello complessivo di tutta la squadra sia in fase offensiva che di non possesso. Un giocatore in grado di fare la differenza anche contro Arsenal e Juventus che ora più che mai è un punto fermo da cui ripartire. 

 

Franck Kessie è un altro di quelli che non aggradava l’opinione pubblica, ardua sostenitrice dell’eccessiva onerosità dell’investimento per portarlo in rossonero : 28 milioni di euro. Reduce da una stagione a Bergamo fisicamente complessa tanto da non giocare per quasi sei mesi, l’ivoriano più di chiunque è stato il vero riferimento dei rossoneri ad appena 21 anni. Il Milan gioca 57 partite, Kessie ne gioca 54. Il suo contributo è fondamentale sia quando bisogna contenere gli avversari e sia quando c’è da impostare una manovra d’attacco con spunti quasi da prima punta visti in più occasioni come contro la Roma dove propizia l’inserimento di Cutrone sul primo gol o a Cagliari dove trova una doppietta agendo quasi da seconda punta negli scambi con Kalinic. Conclude la stagione con 5 gol all’attivo, appena due in meno rispetto alla scorsa stagione in nerazzurro.

 

Il resto del mercato dice Musacchio, Borini, A.Donnarumma, R.Rodriguez e Conti. Per ovvi motivi non ci soffermeremo sul terzino ex Atalanta. 50 milioni totali circa spesi e ognuno di loro ha saputo dare il suo apporto costruttivo alla rosa, il pirata ‘tappabuchi’ ex Roma e Liverpool, arrivato alla modica cifra di 5 milioni è stato il vero gregario di questa squadra, nato come punta centrale, nel Milan ha giocato in ogni ruolo possibile tranne proprio punta centrale.. un lavoratore instancabile che ha dato polmoni e grinta in momenti fondamentali del match rispecchiando appieno il carattere dell’allenatore Gattuso. Rodriguez è diventato il terzino titolare e appare davvero difficile sostituirlo, non sempre perfetto ma mai un danno per la squadra. Musacchio è passato da titolare nella difesa a 3 montelliana con esiti chiaro-scuri a riserva di lusso del duo indissolubile Bonucci-Romagnoli, giovane e sicuro capace di primeggiare da titolare contro il Napoli mantenendo la porta inviolata, qualcuno negli anni ha speso 25 milioni per Maksimovic, qualcun altro 18,5 milioni per Ranocchia, i 18 investiti su Musacchio rappresentano alla luce dei risultati finali un ottimo affare. Antonio Donnarumma, questioni extra calcistiche a parte, ha disputato due sole partite in stagione contro Inter in Coppa Italia e Ludogorets in Europa League, i numeri dicono 0 gol subiti e, nel caso del derby dei quarti di finale, prestazione decisiva.

 

La valutazione finale dei dirigenti si attesta su una sufficienza piena ma non di più. Il mercato è stato sicuramente positivo ma è risultato essere incompleto, nella speranza che venga completato in questa sessione estiva. I due dirigenti hanno tuttavia commesso degli errori nella gestione stagionale come ad esempio l’eccessivo ritardo nell’esonero di Montella che ha irrimediabilmente compromesso le possibilità di battagliare ad armi pari con le contendenti al posto Champions League conquistato dall’Inter, troppa attesa nel mandare via Montella ma troppa fretta nel rinnovare il contratto di Gattuso provocando un inevitabile rilassamento generale culminato con la sconfitta interna contro il Benevento e i pareggi contro Torino e Sassuolo. Gattuso aveva un contratto di due stagioni e un semplice adeguamento d’ingaggio sarebbe apparso più opportuno rispetto al prolungamento triennale effettivamente attuato.

 

Gattuso : 6,5

Ringhio ha fatto divertire tutti e ha riportato il popolo rossonero all’unione e alla compattezza tanto da credere a tratti in un sogno Champions che sembrava irraggiungibile, ha legittimato il mercato estivo e, numeri alla mano, chiude la sua personale stagione al terzo posto dietro a Juventus e Napoli. Gattuso ha sempre messo al primo posto il gruppo e non è passato oltre ad atteggiamenti passivi come quello assunto da Kalinic nell’allenamento pre Milan-Chievo. Guai a dirgli che è tutto cuore e grinta, a lunghi tratti il mister è stato in grado di riscoprire concetti tecnici semplici ma efficienti che hanno reso il Milan una squadra davvero scomoda per molti, un duro lavoro anche sui principi difensivi che hanno fatto di Bonucci e Romagnoli una coppia solidissima oltre alla totale esplosione del giovane Davide Calabria; tuttavia non è esente da errori: troppa rotazione tra le punte che ha ricordato l’indecisione di Montella, una rotazione che non ha mai permesso a Silva e Kalinic di sbloccarsi davvero e se 50% di responsabilità può essere addebitata a loro due, il restante 50 va purtroppo assegnato a Rino Gattuso. Troppa dipendenza dal modulo, prima di Milan-Fiorentina mister Gattuso si era detto impossibilitato ad esperimenti tattici data l’importanza degli impegni. Vero ma non fino in fondo. La carenza di un centravanti assoluto avrebbe dovuto portare ad una riflessione tattica proiettata verso l’impiego di due punte, così come la parabola discendente di Suso e Bonaventura. Discutibile la scelta di affrontare la sfida decisiva contro l’Atalanta con l’esperienza, data la freschezza e il ritmo della rosa di Gasperini, di contro assolutamente impensabile fronteggiare la finale contro la Juventus con così tanti giovani. Forse si poteva fare qualcosa di più così come è altrettanto vero che si poteva fare molto di meno. Europa League diretta raggiunta, rosa rivalutata e Gattuso senza dubbio promosso.

 

Stagione : 5 

Impossibile definire sufficiente la stagione, la prima parte di Montella è da 4, la seconda di Gattuso è da 6 soprattutto per il fatto che si sia creata un’idea di gioco e di sviluppo delle trame assolutamente nulle nel girone d’andata, una buona parte di voto è influenzata dal triste epilogo della finale di Coppa Italia, si può perdere ma non così, bisognava avere rispetto di sè stessi e della propria storia così come bisognava ricordarsi il sacrificio della semifinale contro la Lazio sotto la neve, 60 minuti di parità poi il tracollo contro una squadra che appena un mese prima era stata controllata nel suo stadio e solo una traversa e dei centimetri avevano impedito il realizzarsi di un’impresa. Una squadra che ha deliziato il suo pubblico ma poi ha mollato tutto sul più bello. Non solo la Coppa Italia ma anche il derby contro l’Inter, tanta attesa dopo il rinvio per la tragedia di Astori e la possibilità di riaprire tutto invece ne è uscito uno sfocato 0-0 che è rimasto tale solo grazie agli errori di Icardi, poi il pareggio contro Sassuolo e Torino che conditi dal capitombolo contro il Benevento che hanno costretto il Milan a lottare per mantenere l’Europa League. Un buon punto per ripartire ma non abbastanza per essere pienamente soddisfatti.

 

LM