Sono da sempre un estimatore di Mihajlovic, ma ieri è andato nel pallone, schierando un Bologna che non si è chiuso del tutto in difesa, ma non ha neanche attaccato con decisione per cercare la vittoria. Sinisa è rimasto a metà strada nel limbo dell'indecisione, indiscutibile quindi il 5-1 a favore dei rossoneri. Gattuso, un altro ex-tecnico del Milan, era riuscito a mettere alla frusta i suoi ex giocatori in Napoli-Milan di pochi giorni fa, mancando la vittoria per l'incapacità delle sue squadre, ottime nel soffocare il gioco avversario, di essere creative in fase offensiva. Il Bologna di Mihajlovic, invece, è crollato. Il Milan aveva gamba e gioco, a testimonianza dell'ottimo lavoro di Pioli nell'impostare la preparazione della nuova mini-stagione. perché di fatto questo finale di campionato è un mini-torneo. Cosa avesse combinato Giampaolo in estate non lo so e, a questo punto, non mi interessa saperlo, ma evidentemente aveva avuto effetti esiziali. In un certo senso, il Covid-19 ha poi favorito i rossoneri.

Gli errori di Giampaolo sono stati deleteri anche nello sminuire il valore dei giocatori, elevato, ma fatto passare per infimo dalle gambe molli per la preparazione sbagliata. Lo stesso Gattuso, un ex-centrocampista di contenimento, aveva svilito la creatività dei suoi, condannandoli a smistare la palla sulle fasce, dove Suso e Chala erano obbligati a spararla in area per un Piatek che, esaurito lo slancio delle prime settimane, era marcato a donna (cioè tenuto stretto come si fa con una fanciulla, secondo il paradosso di Eugenio Fascetti). Pioli, non un decisionista, era rimasto intrappolato da questo fardello per il quale senza Piatek e Suso non si poteva giocare, in quanto si faceva peccato e si andava all'Inferno. Il parco giocatori rossonero, almeno nella fascia dei titolari, è molto alto, ma è non eccelso in diversi rincalzi, che in un campionato a 20 squadre contano tantissimo. E' ovvio che non si può vincere lo scudetto con Calabria, che pure ieri è andato in gol, né con Musacchio o il bravo, ma inesperto, Gabbia. Leao sta crescendo, ma ha ancora margini di maturazione che deve sfruttare, se vuole diventare qualcuno.

Durante il lock-down Pioli, e questo è un suo merito indubbio, ha fatto proficue considerazioni. Da un lato,  a mente fredda, ha realizzato che il finale di stagione sarebbe stato un mini-campionato a sé, per il quale bisognava lavorare sulla velocità e per una tenuta fisica da mantenere per soli 2 mesi. Ha poi capito ciò che né Gattuso, né Giampaolo né egli stesso avevano capito: Chala e Kessie devono giocare a briglia sciolta, senza essere confinati in una zona precisa del campo, ma cercare da sé posizione e spazi. Ciò era stato evidente per Chala nel 2018, quando era stato impiegato come ieri, realizzando due prestazioni maiuscole in Milan-Dudelange e Milan-Parma. Dopo questi match, Gattuso, terrorizzato dalla creatività come il diavolo da un esorcista, aveva relegato il turco a intristire tatticamente sulla fascia sinistra.

Quanto sopra non sminuisce l'ottimo lavoro di Pioli, ma lo definisce meglio. Conferma, anzi, le capacità del tecnico di far bene nei periodi brevi (quello attuale e le prime settimane all'Inter) o a medio raggio (il terzo posto di alcuni anni fa con la Lazio). Non fuga, tuttavia, i dubbi sulla tenuta dell'allenatore nei periodi lunghi, vista la carriera costellata di esoneri, dimissioni o mancate riconferme.

Continua, purtroppo, la guerra fra l'ambiente, che comprende anche alcuni opinionisti, e Gazidis, spalleggiato dalla proprietà. Spuntano, infatti, voci su un ripensamento della società che vorrebbe lasciare la panchina a Pioli, insediando Rangnick solo dietro la scrivania. Più che una notizia mi sembra uno strano suggerimento, che potrebbe mettere in difficoltà Elliott e Gazidis. Il rischio, infatti, è che si ripeta quanto avvenuto nel 2017, nel momento in cui Mirabelli confermò Montella, perché era arrivato in Europa League con un buon finale di stagione. Aveva però in mente Gattuso e lo portò in rossonero, dandogli la formazione Primavera. Al primo intoppo di Montella, uno 0-0 contro il Torino con 7 palle gol nette (legni compresi...), il tecnico di Pozzuoli fu esonerato per insediare Gattuso alla guida della squadra. Il morale fu che la prima parte della stagione fu buttata via e il Milan iniziò a macinare punti dal derby di Coppa Italia vinto il 27 dicembre con gol di Cutrone nei supplementari.

Non si può restare a metà strada, come ha fatto Mihajlovic ieri sera: se restasse Pioli, non dovrebbe arrivare Rangnick, mentre se arrivasse il tedesco, bisognerebbe salutare Pioli. Preferisco la seconda ipotesi, ma la prima sarebbe assai meglio di una coesistenza improbabile fra i due. E poi, ricordatelo, negli anni '90 a Foggia, Catuzzi, altro allenatore collezionista di esoneri, fece un paio di mesi da urlo ed era ai primi posti in classifica. Poi il tecnico fu esonerato e, a fine anno, i Satanelli retrocessero. No, il breve periodo non fa testo, ma comunque la prossima stagione deve iniziare senza equivoci.