Siamo arrivati ad un momento cruciale per la stagione di tutte le squadre, ovvero l'ultimo turno di Uefa Champions League, in particolare nel girone F, dove la situazione per il secondo posto è ancora tutta in bilico (dato che il Manchester United è già qualificata come prima).
L'Atalanta questa sera dovrà affrontare in casa il Villareal e se vuole continuare il cammino nella più ambita competizione, deve obbligatoriamente vincere, visti i suoi sei punti in classifica, rispetto ai sette degli spagnoli. Nell'ipotesi peggiore, con la sconfitta dei bergamaschi e la vittoria dello Young Boys a Manchester, l'Atalanta si ritroverebbe fuori da ogni competizione.

L'Atalanta si trova alla terza partecipazione in Champions League e ha la possibilità di passare il girone per la terza volta di fila, dopo le edizioni del 2019-20 e del 2020-21, in cui è arrivata entrambe le volte seconda. Quindi una realtà ormai consolidata quella atalantina che da vari anni è divenuta una notevole avversaria sia in campo italiano che in quello europeo. Questa trasformazione è dovuta alla straordinaria gestione societaria e soprattutto alla guida di Gian Piero Gasperini. Quest'ultimo raccoglie un'Atalanta che viene da stagioni mediocri e incolori, classificatasi negli ultimi anni sempre nella "parte a destra" della classifica. Gasperini prende il comando nel 2016-17 al posto di Edy Reja, arrivato tredicesimo, e inizia a imporre il suo stile di gioco caratterizzato dal modulo 3-4-3 e da un pressing asfissiante con marcatura "a uomo" a tutto campo. I frutti del suo gioco si vedono subito e alla prima stagione da allenatore della Dea, si piazza al quarto posto centrando l'Europa League. Nella stagione seguente supera i gironi, ma viene eliminato subito dopo dal Borussia Dortmund ai sedicesimi, mentre in campionato arriva soltanto settimo, accedendo ai turni preliminari per l'Europa League. La stagione 2018-19 inizia male per l'Atalanta che è costretta a rinunciare ai gironi di Europa League dopo la sconfitta ai calci di rigore nello spareggio decisivo contro il Copenaghen. A fine anno, però, arriva la svolta per i nerazzurri che sfiorano il primo trofeo dell'era Gasperini, perdendo in finale di Coppa Italia contro la Lazio, e centrano il terzo posto in classifica e quindi la prima storica qualificazione in Champions. La Dea si ripete nei successivi due anni arrivando terza in Serie A e qualificandosi perciò in Champions. Alla prima volta nella migliore competizione europea viene eliminata solamente nei minuti conclusivi contro il Paris Saint-Germain ai quarti di finale, mentre nella stagione successiva esce per mano del Real Madrid agli ottavi.                 
Oltre al lavoro di Gasperini, bisogna aggiungere la fenomenale politica societaria del presidente Percassi riguardo al mercato sia in entrata che in uscita.
Nelle passate stagioni l'Atalanta è riuscita a vendere a peso d'oro i giocatori che non rientravano più nei piani della società; cessioni che riguardano anche calciatori di grande livello, ma che comunque sono stati rimpiazzati magistralmente, senza far indebolire la squadra che ha continuato per la sua strada. Sono molte le squadre che hanno comprato dall'Atalanta, a partire dalle big italiane, come Juve, Inter, Milan e Roma e anche qualche big europea, soprattutto in Premier. Ricordiamo le cessioni di Kessié e Conti al Milan ( 32 e 24 milioni), Gagliardini e Bastoni all'Inter (22,5 e 31 milioni), Kulusevski e Caldara alla Juve ( il primo acquistato per soli 165mila euro è stato rivenduto a 35+9 milioni di bonus, il secondo invece è stato venduto per 19 milioni), Cristante, Mancini e Ibanez alla Roma (22, 21 e 8+2 milioni di bonus). I trasferimenti all'estero sono stati quelli più redditizi a partire da Castagne, ceduto per 20 milioni al Leicester, Gollini e Romero volati al Tottenham di Paratici, il portiere in prestito con diritto di riscatto fissato sui 15 milioni e il difensore con la cifra record di 50 milioni più 5 di bonus, dopo averlo riscattato dalla Juve a soli 16 milioni e per finire con il giovane talento classe 2002 Amad Traorè, venduto per 40 milioni al Manchester United.     
La forza della Dea risiede anche nel fiorente settore giovanile capace di far emergere giovani promesse e nell'abilità di scovare talenti sconosciuti che si sposano perfettamente con il gioco di Gasperini, sviluppato principalmente sulla corsa e sulla forza fisica. Un esempio lampante è Robin Gosens acquistato per soli 2 milioni di euro dall'Heracles Almelo e diventato ormai una pedina fondamentale dell'Atalanta e della nazionale tedesca, essendo uno dei migliori esterni in circolazione. 

In conclusione, la Dea rappresenta un modello da seguire per tutto il calcio italiano e per tutte quelle squadre che partendo dal basso vogliono iniziare a competere più in alto, magari cambiando la mentalità societaria. Infatti, un altro passo avanti dell'Atalanta è stato quello di ristrutturare lo stadio di Bergamo, l'ex Stadio Atleti Azzurri d'Italia, ora denominato Gewiss Stadium, intestandolo a sua proprietà grazie allo sforzo economico del presidente.