Forse Messi andrà a giocare a Manchester, un borgo di 500mila abitanti freddo e piovoso, casa del City del suo ex mentore Pep Guardiola. Lo farà guadagnando cifre monstre, solo in parte giustificate dal suo talento, dal momento che ha 34 anni e che non vince le partite da solo come ha dimostrato l'8 a 2 contro il Bayern. Ma lo scandalo non è questo, quanto piuttosto che a versare buona parte dei 100 milioni che l'argentino intasca ogni anno, sia il signor Mansur, di professione sceicco. Proprio lo stesso che fino a qualche mese fa era stato accusato di aver infranto per anni tutte le regole di fair play finanziario, attraverso sponsorizzazioni gonfiate. Certo poi ci ha pensato il TAS di Losanna, a riammettere la squadra di Guardiola sostenendo che "Non ci fossero prove insufficienti per sostenere tutte le conclusioni del Club Financial Control Body in questo specifico caso e che molte delle presunte violazioni fossero prescritte a causa del periodo di 5 anni previsto nei regolamenti Uefa”...

Insomma non proprio un'assoluzione con formula piena. Un "vizio" condiviso con il cugino, il signor Tamim bin Hamad al-Thani proprietario del Paris Saint Germain capace di spendere ben 222 milioni per comprare, sempre dal Barca, Neymar. Anche in questo caso i soldi sarebbero arrivati tutti dagli sponsor, di cui i più consistenti "stranamente" provenienti del Qatar.

Al contrario Milan e Inter si sono viste imporre sanzioni e restrizioni per sbilanci che avevano il difetto di non essere coperti da misteriosi sponsor beduini. Insomma speriamo che con il trasferimento di Messi, si possa davvero chiudere questa pagliacciata del FFP che in pochi anni ha finito per taroccare tutte le competizioni nazionali ed europee, trasformando le stagioni in dinastie, rafforzandosi rispetto alla concorrenza in maniera sleale.