Cosa abbiamo visto nemmeno 24 ore fa... forse dobbiamo ancora metabolizzare ma quello a cui abbiamo assistito ieri pomeriggio resterà scritto nella storia del calcio.
Una partita inverosimile, una finale inverosimile, con un punto interrogativo fino al 140º minuto (sommando anche i recuperi).
Una finale indimenticabile che rimarrà scritta nella storia del calcio per ovvi motivi.
Parto col dire che forse ieri, 18 dicembre 2022, abbiamo assistito alla partita del secolo. Spero di sbagliarmi, ma credo che difficilmente rivedremo una partita di tale livello e con così tante sorprese.
Forse possiamo definire questa finale la gara del nuovo secolo, bella quasi quanto quell’Italia-Germania 4-3 del 1970, la partita più bella dello scorso. E il fatto che si tratti di una finale di un campionato del mondo la rende ancora più indimenticabile.
Abbiamo assistito alla finale per eccellenza, fra la storia degli ultimi 18 anni calcistici e il futuro dei prossimi 10, ma che insieme oggi vivono il presente, la sfida fra Leo Messi e Kylian Mbappé. Avevamo parlato dei presupposti di questa partita ma credo che ci abbia regalato molte più emozioni di quanto si possa immaginare.
Per 80 minuti c’era una squadra che giocava, l’Argentina, e una che guardava l’altra avvicinarsi con troppa facilità alla coppa del mondo, la Francia. Il goal di Messi su rigore, il grande goal di un grandissimo Di Maria e dominio totale territoriale dei ragazzi di Scaloni sembrava portare a un esito “troppo facile”.
La Francia sembrava una squadra morta, senza fame, come se partisse sconfitta in partenza. Sembrava tutto troppo facile, ma in una finale di una coppa del mondo le partite finiscono al 90º.
In due minuti la Francia con due episodi ha ripreso la partita con il proprio fuoriclasse Mbappé nel momento in cui sembrava tutto finito. 2-2, supplementari e palla al centro.
Iniziano i supplementari e l’Argentina riprende in mano la partita e trova a inizio 2º tempo il guizzo vincente con Messi su ribattuta dopo una conclusione di Lautaro.
Minuto 108, Argentina 3 Francia 2, sembrava la fine... e invece al 117º, calcio di rigore per la Francia e tripletta di Mbappé.
3-3 a pochi minuti dai rigori, ma non finisce.
Ultimi 20 secondi di partita, miracolo di Dibu Martinez su Kolo Muani e in ripartenza Lautaro che colpisce male un pallone interessante. Vicinissime entrambe al 4-3, soprattutto la Francia, ma nulla.
Calci di rigore: tirano Mbappé e Messi e segnano, poi ecco i momenti che hanno determinato la finale: Coman si fa parare il rigore da Martinez, Dybala (entrato per il rigore) segna, Tchouaméni calcia fuori, Paredes segna.
3-1 a due conclusioni dalla fine. Kolo Muani segna, 3-2.
Ultimo rigore, ci va Montiel. E SPIAZZA LLORIS.
Argentina campione nel mondo per la terza volta della sua storia e dopo il 1978 e dopo il 1986 arriva la terza coppa nel 2022. Una finale infinita e una partita straordinaria, terminata con l’esito più giusto. Perché non esiste calciatore in questa terra più “campione del mondo” di Leo Messi. Un calciatore che nell’arco della sua carriera è sempre stato spesso criticato, TROPPO criticato, da persone che hanno un modo di vivere il calcio troppo lontano dai miei gusti, che non vedono l’ora di veder crollare un campione di tale grandezza per dire semplicemente “Non è il numero uno”. 
Io mi sento oggi di dire “grazie” a Leo Messi per le emozioni (e non i titoli) che ci ha regalato in questi anni e soprattutto per i suoi insegnamenti. Io, a 20 anni, posso dire di essermi goduto Leo Messi nelle vittorie e nelle sconfitte in ogni sua sfaccettatura, perché la grandezza di un campione non la si misura dalla quantità di trofei che si portano a casa o dalle vittorie, ma la si misura nella totalità della sua persona. Messi in carriera ha vinto tanto, ma ha anche perso dimostrando sempre, da campione quale è, che nel calcio non conta quanto tu vinci ma la passione che ci metti per provare a vincere, quella che ti aiuta spesso a superare anche le sconfitte.
Io a 20 anni posso dire di essermi goduto Leo Messi e sarò fiero un domani di raccontare ai miei figli e ai miei nipoti le gesta di questo fuoriclasse che ha saputo vincere e ha saputo perdere dimostrando sempre di essere il numero uno, oltre ai numeri e oltre ai titoli.
Alcune persone di 50/60 anni invece dovrebbero imparare a vivere questo sport mettendo in primo piano la bellezza e le emozioni che trasmette.

Messi, mai come in questo mondiale, ha invece incarnato il personaggio di Maradona. Infatti è stato capopopolo di una squadra di giovani ragazzi e di un paese intero. Ha trascinato nel momento in cui doveva trascinare, ha guidato quando doveva guidare e ha cambiato l’inerzia quando doveva cambiarla. Pensate solo alla gara contro il Messico; a 20 minuti dalla fine l’Argentina era praticamente fuori e ci ha pensato la pulce con una conclusione dai 25 m.
Contro la Polonia ha sbagliato un rigore ma ha inciso nella gara, con l’Australia ha segnato il goal che ha sbloccato il giacchio, con l’Olanda ha segnato e servito l’assist più bello del torneo, con la Croazia ha segnato e fatto segnare a seguito di una giocata stratosferica. E in finale ha segnato una doppietta e il primo rigore della lotteria proprio come contro l’Olanda. Quando si accendeva Messi si accendeva l’Argentina. Anche nei momenti di difficoltà è sempre uscito Leo, con un goal, un assist, un dribbling, un passato, una conclusione. Bastava poco per accendere i ragazzi (perché tolto Di Maria e qualche altro giocatore, parliamo veramente di ragazzi), che dopo essersi solamente aggrappati al loro dieci sono riusciti contro Croazia e Francia ad accompagnarlo nella partita.
Non sempre l’Argentina ha convinto e non sempre ha entusiasmato ma è sempre stata gruppo anche nelle difficoltà. Dopo un inizio difficile con l’Arabia Saudita nessuno avrebbe mai immaginato un esito simile ma la crescita avuta è inequivocabile nell’arco della competizione anche grazie al lavoro dell’allenatore, Lionel (sembra fatto di propositivo) Scaloni, che ha cambiato in corso d’opera prendendo delle decisioni forti ma non lasciando mai nessuno da parte.
All’inizio del mondiale per tutti noi i titolari erano Paredes e Lautaro, ma il rendimento non è stato esaltante, di conseguenza sono subentrati Enzo Fernandez (eletto miglior giovane) e Julian Alvarez che sono stati dopo il dieci i migliori, ma quando i giocatori di Juventus e Inter sono subentrati hanno sempre dato tutto segnando dei rigori decisivi. Oppure pensate a Dybala che ha giocato pochissimo minuti ma Scaloni gli ha dato la possibilità di battere uno dei calci di rigore nelle finale. Oppure pensate a De Paul che non ha fatto un bel percorso fino alla semifinale ma non è stato mai tolto e ha finito per regalare una finale di alto livello. Oppure a Mac Allister che partiva indietro nelle gerarchie e che dalla 3ª giornata non è più stato tolto. Di Maria in finale è stato incredibile. Scaloni ha giocato con qualsiasi modulo e ha sfruttato i calciatori al massimo venendo ripagato da tutti, segno che stiamo parlando di un grande gruppo che nasce da lontano(dall’arrivo di Scaloni e da quando Messi ha deciso di fare “Maradona”). Tutti hanno dato tanto e tutti hanno dato tutto.
Solo così si vincono con i mondiali, con un grande gruppo e con una grande guida. E quella guida si chiama Leo Messi, che ha chiuso la sua storia nei mondiali nel miglior modo possibile alzando un trofeo tanto sognato e tanto inseguito, non perché dovesse dimostrare qualcosa a qualcuno (Messi è Messi e sarebbe stato Messi anche senza mondiale) ma perché era giusto che la profezia di Diego Armando Maradona venisse confermata.
Ci sarà uno che prenderà  il mio posto” disse Diego, che nel giorno dell’esordio di Messi in un mondiale nel lontano 2006 fu il primo ad esultare come quando un padre quando vede il proprio figlio. Semplicemente perché Diego aveva capito tutto.
E oggi, 19 novembre 2022, possiamo dire che Messi nel mondiale appena concluso ha fatto quello che fece Maradona nel lontano 1986, semplicemente perché quando Leo va in campo gioca con Diego dentro.
E i ragazzi, dal “Dibu” Martinez con le sue parate fino al sacrificio di Julian Alvarez, passando per le lotte dei centrali, le corse degli esterni e la qualità dei centrocampisti, hanno seguito la propria guida.  
L’ARGENTINA È CAMPIONE DEL MONDO!
Dio benedica i mondiali. Dio benedica Leo Messi. Dio benedica il calcio!