Quella contro la Spal è stata la classica partita dove la migliore notizia è rappresentata dai tre punti portati a casa. Vincere 1-0 contro la sedicesima del campionato, esultando al triplice fischio finale per un paio di grandi parate del proprio portiere, non era quello che ci si aspettava ieri dagli azzurri. Tuttavia -come insegna la Juventus schiacciasassi di questa prima parte di stagione- passa da vittorie sofferte e prestazioni in chiaroscuro, la strada per elevare sempre più il rendimento di questa squadra. Un team capace, va ricordato, da fine settembre di perdere una sola partita (1-0 in casa del Liverpool, capolista in fuga nel campionato più difficile d'Europa) e di ottenere otto vittorie e due pareggi nelle ultime dieci giocate in Serie A. Non sarebbe altrimenti possibile avere, a girone d'andata nemmeno concluso, un vantaggio di otto punti sulla terza, la strombazzatissima Inter, plebiscitariamente valutata in estate come la vera anti-Juve. Gli uomini di Ancelotti soffrono più del dovuto contro gli estensi, sprecano un paio di gol (clamorosi gli errori a portiere battuto di Koulibaly e Mertens) e ringraziano Meret se non vengono beffati da una Spal che non avrebbe rubato pareggiando. La squadra di Ferrara, del resto, seppur in trasferta, tira nello specchio della porta più del Napoli, guadagnando anche un numero maggiore di calci d'angolo.

MERET REGALO DI NATALE- Proprio la conferma del pieno recupero di Meret è il regalo più bello che il Napoli trova sotto l'albero: un paio di suoi interventi sono stati decisivi per portare a casa la vittoria. Impressiona la tecnica con cui para e la padronanza con cui si muove tra i pali. In un'epoca di portieri sgraziati stilisticamente, la cui miglior qualità è giocare coi piedi, il 21enne estremo difensore nato a Udine sembra, per le caratteristiche con cui interpreta il ruolo, un portiere "old style". Occorrerà senz'altro rivederlo, ma intanto, si intuisce per fortuna il motivo del grosso investimento estivo da parte del Napoli per tesserarlo.

FASE DIFENSIVA NUOVO PUNTO DI FORZA- Il Napoli mantiene la porta inviolata per la quarta volta nelle ultime cinque partite di campionato e, inoltre, una sola volta (a Parigi) nelle ultime quindici partite gli azzurri hanno subito più di un gol a partita. Cambiano tre portieri, variano continuamente le coppie di centrali (Koulibaly a parte) e di terzini, ma la linea difensiva, nonostante rispetto al passato sia posizionata in maniera diversa (più bassa e vicina al portiere), grazie all'aiuto di tutta la squadra, ha trovato un equilibrio soddisfacente. Il Napoli ha la porta inviolata da più di 300 minuti e -per la terza volta consecutiva in casa- realizza il clean sheet.

KOULIBALY VALE IL PREZZO DEL BIGLIETTO- Si esagera nel dirlo, ma non troppo: il senegalese è stato autore dell'ennesima prova monstre. Sempre più, diventa un piacere per gli occhi ammirarlo in campo: per l'eleganza con cui si muove a testa alta palla al piede, per la fisicità straripante con la quale effettua alcuni recuperi che lasciano a bocca aperta, per la tecnica da centrocampista e la velocità da grande atleta. Non per campanilismo, ma davvero non si capisce come si possa dire da varie parti che Chiellini, Skriniar, Manolas o De Vrij possano insidiargli il titolo di miglior difensore della Seria A: o è cattiva fede, o non hanno visto molte delle 17 partite giocate da Kalidou quest'anno in campionato. Se davvero malauguratamente l'anno prossimo dovesse essere inevitabile cederlo, accettare un prezzo minore ai 100 milioni per un difensore 27 enne con queste qualità, equivarrebbe a farsi derubare. Benitez lo ha portato in Italia e iniziato a sgrezzare, Sarri gli ha dato disciplina tattica, con Ancellotti, leggermente più libero da movimenti sincronizzati e automatismi, il suo immenso talento da difensore del terzo millennio si sta facendo ancora più ammirare.

SI SEGNA ANCHE DA CALCIO DA FERMO- Prima di Napoli Stella Rossa, gli azzurri non avevano ancora segnato di testa, una pecca grave per le grandi squadre, che devono aggrapparsi a queste situazioni di gioco quando non sono nella serata giusta. C'era stato il gol (ininfluente) di Milik col Frosinone e poi è arrivato contro la Spal quello di Albiol (prima rete per lui dopo le tre della scorsa stagione), che ha scongiurato un primo tempo che, per lo sbagliato approccio e la scarsa incisività offensiva, ricordava pericolosamente quello col Chievo. Sommato al gol su punizione di Milik la scorsa settimana, certifica il Napoli come squadra di primissimo livello, grazie anche alla appunto trovata abilità di segnare anche da fermo.

A DIGIUNO DAL 2 NOVEMBRE- Alla diciassettesima giornata, il Napoli continua -assieme alla Juve- ad avere il miglior attacco della Serie A. Insigne e Mertens protraggono la loro astinenza dal gol in Serie A: per entrambi l'ultimo è stato realizzato in Napoli-Empoli. Dopo un grande inzio di stagione -in campionato alla undicesima giornata erano già a quota sette reti- hanno segnato solo in Champions (rigore contro il PSG per Lorenzo, doppietta al San Paolo contro la Stella Rossa per Dries). Inutile dire quanto il Napoli abbia bisogno di un loro ritrovato feeling col gol per poter aspirare a continuare a tenere vivo il campionato: anche per questo, il secondo 1-0 consecutivo (proprio come fatto dalla Juve) permette di andare con più serenità a San Siro. Non sarà facile: i nerazzurri in casa non hanno perso nemmeno contro squadroni come Tottenham e Barcellona, ma provare a vincere è l'unica strada per continuare a tenere vivo il campionato.