Indovina indovinello: cosa hanno in comune Sensi, Demiral, Correa, Everton, Taison, Torreira, Caballos, Olmo, Everton  e Modric?

Ci siete arrivati? Sono tutti gli obiettivi della campagna di rafforzamento del Milan, tutti incredibilmente falliti. Il che ci fa sospettare una certa improvvisazione, nemica acerrima della pianificazione indispensabile per "creare le fondamenta" a qualsiasi progetto.

Ma perché parlo di improvvisazione? Prendiamo il caso di Ceballos, il primo tra tutti dei desiderata da parte dei dirigenti milanisti, dopo le sontuose prestazioni del ragazzo nella Under 21 spagnola. 

La premessa di questa trattativa fu il famoso viaggio di Maldini a Casa Real, dal numero uno madridista Florentino Perez. Ricordate? Si disse che la visita di cortesia sarebbe servita come apripista di tante operazioni che avrebbero interessato il Milan; da James Rodriguez a Kovacic, da Bale a Jovic, da Casemiro a Izco, da Brahim a Mariano Diaz e non sono certo finiti qui.

Sembrava che sarebbe bastato sedersi al tavolo e puntare un dito a occhi chiusi su uno qualunque dei nomi nella lista "esuberi" a firma del nuovo allenatore "blancos" Zinedine Zidane e si sarebbe creato un Milan ultracompetitivo.

Ma torniamo a Ceballos e al perchè il giocatore non è arrivato per le illogiche scelte dei dirigenti rossoneri: Il Milan lo voleva a tutti i costi, ma lo voleva acquistare in proprietà; non era interessato a formule diverse, tipo prestito con diritto e l'accordo non è stato raggiunto. Presto Ceballos è stato cancellato dalla lista della spesa: qualcuno su You Tube, tronfio di orgoglio, si lasciò scappare: il Milan non valorizza giocatori da restituire successivamente.

Bravi, bene bis: cosi mentre Ceballos è finito all'Arsenal (paradossalmente l'ex club di Gazidisis...) in prestito secco, il Milan rimaneva fedele al " niente giocatori in prestito", salvo che poi, in PRESTITO BIENNALE CON DIRITTO DI RISCATTO è stato preso REBIC. 

E non mi venite a dire che i rapporti col Madrid non consentivano al Milan di potersi riservare il riscatto del calciatore spagnolo, perchè questa sarebbe una grossa balla. Quindi alla fine i dirigenti milanisti, hanno dovuto piegarsi alle esigenze di mercato, cosa che non hanno ritenuto di fare nel caso di Ceballos.

Vogliamo un altro esempio? Il caso Sensi. Certo lo definisco "caso" perchè Sensi oggi gioca nell'Inter e soprattutto sembra l'acquisto migliore della faraonica campagna nerazzurra. Eppure il Milan l'aveva in mano sin dal mese di giugno grazie al tempestivo prodigarsi di Leonardo. 

La proposta al Sassuolo, proprietario del cartellino di Sensi, come riportato dai giornali di metà giugno era imperniata su un prestito biennale con OBBLIGO di riscatto fissato in 15 milioni. Il Sassuolo rifiuta, mentre dal Milan trapela che il club non modificherà di una virgola l'offerta fatta.

E così, mentre i soliti aziendalisti rossoneri, sui Social, con la ormai nota tracotanza, sottolineavano come il Milan, con questa fermezza,  recuperava la stima e il rispetto e lo stile del club che fu, la concretezza dell'Inter beffava il Milan, chiudendo velocemente l'acquisto di Sensi con un prestito ONEROSO DI 5 MILIONI E UN DIRITTO DI RISCATTO FISSATO A 20 MILIONI, e -udite udite- inserendo un paio di giovani virgulti di belle speranze nerazzurre, col duplice scopo di abbattere il cash e ricavarne pure delle plusvalenze di Bilancio. 

Caro Milan questa non è una sconfitta, ma una disfatta, anche se il solito youtubista non ha mancato di spiegarci che è stato il Milan a rinunciare a Sensi e non l'Inter che lo ha beffato. La famosa favola di Esopo, la volpe e l'uva è niente al confronto... 

E siamo a due indizi circa i gravissimi errori dei nostri inesperti (?)... dirigenti; allora proseguiamo col terzo caso: Duarte.

La questione nasce quando il Milan tratta con Cristian Zapata, classe 1986, il rinnovo del contratto in scadenza che prevede per il calciatore un corrispettivo netto di 1,7 milioni di euro. La proposta del Milan è il prolungamento di un anno a 2 milioni più bonus. Zapata potrebbe accettare l'ingaggio,  ma vorrebbe una durata biennale. Le parti non trovano l'accordo e Zapata firma  col Genoa per due anni e, si ipotizza, con un ingaggio annuale vicino ai due milioni.

A questo punto il Milan si mette ufficialmente alla ricerca di un centrale difensivo: il top sarebbe Ubamekano, ma il suo costo è subito ritenuto fuori portata; si comincia a parlare con la Juve di Demiral, che i bianconeri hanno appena prelevato dal Sassuolo per 18 milioni. Al Milan nessuno si aspetta che la Juventus spari una richiesta di 40 milioni; tuttavia i rossoneri  sono disposti a spendere anche un importo rilevante, certi come sono delle qualità del giovane turco. Probabilmente aspettando gli ultimi giorni di mercato e senza l'infortunio di Chiellini la Juve alla fine potrebbe anche accettare di cederlo a 30/35 milioni.

Non lo sapremo mai, perché il Milan è senza un valido sostituto di reparto per Romagnoli e Musacchio a parte il giovanissimo Gabbia e quindi,  inaspettatamente e in tutta fretta, chiude l'acquisto del classe 96 Duarte, brasiliano che costa 11 milioni e percepirà un ingaggio di 1,5 milioni netti per 5 anni.

Insomma, valeva la pena non accontentare Zapata e intanto aspettare la guarigione di Caldara e la maturazione di Gabbia? Credo proprio che siamo su posizioni molto opinabili...

Proseguiamo col caso Correa: questo... (corteggiamento? trattativa? interessamento? fate voi); siamo nella prima decade di luglio (!) quando si comincia a parlare  del Milan che si informa sul giocatore dell'Atletico Madrid, dove il loro (non è il caso di chiamarlo "nostro") fa la riserva; sì avete capito bene, una bella riserva, che presto diventa il tormentone estivo dei rossoneri.

Al Milan funziona così, è una specie di flusso telepatico; ci sono nomi, idee, fantasie su cui tutto l'ambiente converge spontaneamente e tutto il club dirigenti, tecnici, dipendenti, tifosi si convince che quella soluzione è l'unica senza alternative. Intendiamoci, ciò non riguarda soltanto il campione già affermato, per esempio Modric che benchè 34enne tutti al Milan vorrebbero.

Ma questa sorta di magia (se si conclude positivamente) o sortilegio (se va male) può accadere anche per calciatori non ancora affermati e qui potrei citare gli esempi di Sheva, Kakà, Pato, Van Basten, Hateley, tutti "scelti e condivisi" in un amen. Ecco Correa è diventato così "un bisogno" una "necessità" imprescindibile. Eppure sono molti che a parte il cognome, ben poco conoscono del calciatore e quale ruolo ricopre e quale utilità ne poteva trarre il Milan.

I dirigenti hanno sfogliato la margherita Correa fino al penultimo giorno di mercato; forse fidavano che la folle pretesa dell'Atletico (55 milioni) si sarebbe ridimensionata mano mano che si avvicinava la fine del calciomercato; raggiunta l'intesa col Procuratore di Correa (che ha preso residenza fissa a Milano durante l'intera trattativa), pare che ogni giorno e forse più volte al giorno, ci siano stati colloqui tra le due dirigenze. Affabilità, rispetto, stima reciproca, ma alla fine Correa è rimasto a Madrid e il Milan è rimasto... bloccato su di lui fino al penultimo giorno, allorquando avrebbe voluto comprarne DUE di attaccanti: Rebic e Taison.

Qualcuno sa spiegarmi perchè? Concluso Rebic a che serviva Taison? E se ci sono avanzati i soldi relativi al mancato acquisto di Correa, perchè siamo stati fermi un mese intero?

Rispondendo a un twitterista che ipotizzando una possibile formazione invitava gli utenti del Social a esprimere le loro riflessioni, mi sono calato nella parte e ho individuato diverse criticità; intanto sono usciti dalla rosa della scorsa stagione 4 giocatori italiani (Montolivo, Abate, Cutrone, Bertolacci), MENTRE I NUOVI ARRIVI SONO TUTTI STRANIERI.

L'allenatore che il Milan ha scelto per la RINASCITA SEMBRA AVER ABIURATO LA SUA IDEA DI GIOCO CHE IN CAMPO SI ATTUAVA ATTRAVERSO UNO SCHEMA CHE PREVEDE IL TREQUARTISTA, per ripiegare sul mai digerito 433 dello scorso anno, con il quale però siamo rimasti fuori dalla qualificazione in Champions.

L'attuale rosa a fine mercato presenta ancora esuberi (esempio i centrali e le punte sono troppe) e deficienze (esempio manca un trequartista di ruolo, manca almeno numericamente un centrocampista, manca un attaccante che abbia qualità realizzative significative in aggiunta a Piantek).

Sono presenti problematiche tecniche irrisolte che creeranno turbative di spogliatoio ( lo schema, la posizione di Suso, di Chanalogu, di Bonaventura e di Paquetà).

Sono presenti problematiche contrattuali irrisolte che creeranno turbative tra giocatori e Società  (i contratti dei portieri quello di Suso e di Bonaventura da rinnovare, Andrè Silva verrà riscattato o sarà un boomerang).

Vedremo dal rendimento quali saranno le questioni che verranno risolte e quelle che saranno invece da affrontare o almeno da rimandare fino alla prossima sessione invernale del Calciomercato, cioè a gennaio.

Ciò chiaramente sospende il giudizio su questa sessione, dove l'arrivo di molti giovani di belle speranze implica incertezza di rendimento; chiaramente ci sarà chi farà bene e chi no; azzardato pensare che tutti faranno benissimo o tutti malissimo, quindi non resta che aspettare.