“Beh, hai risolto l’indovinello?” disse il Cappellaio, rivolto nuovamente ad Alice.  

“No, mi arrendo” rispose Alice. “Qual è la soluzione?”  

“Non ne ho la più pallida idea” disse il Cappellaio.  

“Nemmeno io” disse la Lepre Marzolina.  

Alice sospirò, stanca. “Secondo me potreste impiegare meglio il vostro tempo” disse “invece di sprecarlo con indovinelli senza risposta”.

 

Nella puntata di oggi... Kaio Jorge

 

Il Cappellaio Matto di Lewis Carroll si batteva alla ricerca d' una risposta per il suo complicatissimo indovinello, dunque rivolse il suo interrogativo al Bianconiglio ed allo Stregatto, poi ad Alice. Ma niente. Un corvo ed una scrivania sono così diversi. Immaginate la forma, le dimensioni, i colori, le situazioni in cui si imbattono il volatile ed il mobile, oppure dove soggiornino i due, o le rispettive compagnie ed il numero delle lettere per comporre i due sostantivi singolari, ma uno maschile e l'altro femminile. Ma... il niente cosmico. Scio me nescire. E per tutto il romanzo il cervello del Cappellaio Matto, già combustibile, andrà in fiamme. Il nostro Matto girerà per valli e viali, chiedendosi: "perchè un corvo assomiglia ad una scrivania? Perchè perchè perchè?" Era obbligo urgente conoscere la risposta dell'arcano. Ma la pena del Cappellaio è inestinguibile, non c'è soluzione.

Accadde qualche anno dopo alla pubblicazione di "Alice nel Paese delle meraviglie" che dei giornalisti chiesero all'autore del romanzo il perchè della similitudine interrogativa. "Perchè un corvo assomiglia ad una scrivania, Signor-scrittore Lewis Carroll?" "Ma io non lo so..." Era chiaro che la trovata fosse stata trovata per non avere una soluzione, solo per gettare il Cappellaio in un mare di dubbi. Infatti un corvo ed una scrivania non dovevano assomigliarsi affatto. Maledetto Carroll, Carroll che scriveva! Cappellaio, quella penna ti dannò.

Arriviamo al Milan, e che poi devo necessariamente toccare i cuori di chi è interessato ad altri club quali Juventus e Benfica. Dunque, è uscito dal tuorlo di un uovo (forse è nato ieri perchè nessuno lo conosceva?) il nome di questo ragazzino: Kaio Jorge Pinto Ramos, diciannove anni, centravanti da Olinda, Brasile, prima squadra del Santos FC, 6 milioni circa per lasciarlo partire.

Poi è uscito fuori anche che Jorge sarebbe un baby fenomeno ed n centravanti da numeri importanti alla sua età, da Show dei Record con Gerry Scotti in prima serata. Ball don't lie, ed io le sue gare ad onor del vero non l'ho viste, però ho letto le statistiche della Brasileiro Serie A. Premetto come queste non possano indicare il valore effettivo di un giocatore, ma in seguito le riporto: nelle ultime due stagioni per Jorge sono 42 partite (da titolare una cifra inferiore al 30%), che vengono condite da 5 gol e 3 assist. Quello che è chiaro oggettivamente, ed anche nei tatticismi brasiliani dello score and score (probabilmente andrebbe anche peggio con i numeri in Europa), è che Jorge non è un centravanti, ad oggi, con grandi cifre realizzative. Mi è sembrato più una seconda punta preziosa sui 25 metri, così da sostenere la costruzione della manovra. Ma non è un bomber. Ma dico io, invece tutti che fanno "brrrrrr! Portatecelo! Portatecelo! Ma che Maldini non capisce niente, cosa aspetta? Questo è da prendere! Perchè non offrire i 6 milioni? Il gioco vale la candela. Non capisco perchè! Brrrrr!"

Kaio Jorge, oggi, è un gran pezzo di corvo, ma hanno deciso di definircelo come se assomigliasse ad una scrivania. Ma non può fare la scrivania, dico io è un corvo! Il peso in libbre potrebbe mostrare la grande bugia. Bluff.

Intanto non è semplice fotografare nel Lago dei Cigni brasiliani, un panorama di giocate belle ed ad effetto, dei giocatori incisivi, al contrario i corvi sono in tanti. Poi è necessario spiegare che Jorge in Europa occuperebbe uno (l'ultimo nel Milan) degli slot per i giocatori extracomunitari. E non commettiamo l'errore di definire 6 milioni come fossero bruscolini. Come riportato da Carlo Pellegatti infatti, il Milan per Kaio sarebbe stato disposto solo ad uno sforzo a costo zero o quasi. Perchè l'affare non si sarebbe chiamato Jorge, ma Opportunità per un giocatore in scadenza di contratto. Il Milan non ha perso una scrivania, è la Juventus che sta suonando le grancasse immaginando un giocatore già funzionale. Non voglio, e nemmeno penso di giurarvi che Kaio Jorge tra tre o quattro anni sarà "un bidone assoluto". Non sarebbe giusto sparare a zero su un diciannovenne, comunque, in rampa di lancio. Non è che stia trattando uno zero assoluto chiaramente. Ma sapete come funzionerebbe in Europa? Immaginate Jorge come terzo attaccante del Milan e diamo per certo che ad oggi sia acerbo, perchè la scommessa Kaio non è per il 2021 ma almeno da compiersi nel 2023. Bene... sapete, dopo una decina di partite, magari quindici, verrebbe inevitabilmente etichettato. Non è da Milan! O magari era solo acerbo? No, no. Non è da Milan! Non è da Milan! Lapalissiano che non sarebbe nemmeno una squadra come la Juventus l'ideale per migliorarsi, troppo-troppo-troppo presto!

Ma devo ammettere che la gestione della trattativa a livello mediatico è stata gestita alla grande dal Santos. Innanzitutto perchè Jorge ha dimostrato molto meno dei recenti fuggitivi Paquetà e Gabigol, e molti leggendo i giornali questo dettaglio non l'hanno inteso. Stamattina le dichiarazioni dell'allenatore del Santos evidenziano tutta la fretta dei brasiliani relativa all'accomodare il giocatore a casa di qualcun altro. Sentite "la mossa del cuculo" che toglie il figlioletto dal proprio nido: "Kaio Jorge vuole andarsene, ma vuole anche che il club sia ricompensato."  È evidente la goffaggine nelle parole dell'allenatore Fernando Diniz, che non nasconde affatto la volontà dell'intero sistema Santos: Give it away, give it away, give it away now. Give it away, give it away now. E poi Diniz ricorda anche come Jorge voglia andarsene subito, non a gennaio, così da portare del denaro nelle casse del Santos. Maledetto corvo, maledettissimo! Give it away now!

E poi sono proprio tutti questi titoloni a costituire un esempio indissolubile di marketing nel mondo. Un'agenzia di pubblicità ne andrebbe fiera, Tyler Durden ne sarebbe totalmente disgustato. Kaio Jorge è un figlio del consumismo, la propaganda la tesse ad esempio il signor Luciano Santos, allenatore delle giovanili del Santos: “Può ricoprire diversi ruoli. È un goleador, un centravanti, ma ha piedi e intelligenza da mezzapunta e passo da ala. Bisogna solo farlo maturare. In pratica saltò dall’Under 17 alla prima squadra al Santos in un baleno. Aveva già i crismi del professionista, anche se era un ragazzino allegro. Kaio tira con entrambi i piedi, è bravo di testa, veloce, si allena con volontà. Gli do dieci in pagella: ha tutto per avere successo.”

Ma questa è compravendita da canale 75 o 85 della vostra TV nel salotto! Ma dai! Secondo me sa cucinare anche le uova alla coque, la bouillabaisse, ed oltre al passo dell'ala (l'ala da corvo), ha il passo del camoscio, della cavalletta, del giaguaro, dell'allodola e dello Stelvio nel codice genetico, inoltre in spiaggia costruisce i castelli di sabbia con ampie camere da riservare ai gamberi ed ai paguri sperduti per la spiaggia? È anche un bravo ragazzo! Signor Santos, quanto fiato speso!

E volete sapere l'ultima della lista? Essendo del Santos questo ragazzino è stato anche paragonato ad un ex del club: beh, Silva Santos Júnior, noto come... Neymar Jr! Noooo! Nooo! E invece sì. Già.

Tutte queste chiacchiere non fanno bene nemmeno a Kaio. Temo che pur di venderlo questi dirigenti sarebbero capaci di asserire che l'ombra di uno spaventapasseri è quella di Godzilla che si reca verso le Olimpiadi di Tokyo? O forse di asserire che un corvo possa assomigliare ad una scrivania? Bene Maldini! Ma... io non sono stato del tutto onesto con voi, i lettori!

 

Non andrò avanti con altri indovinelli da Party del Tè: "perchè i tramonti son palazzi da levare?"

Ebbene sopra ho scritto: "Maledetto Carroll, Carroll che scriveva! Cappellaio, quella penna ti dannò." L'avevate notato il grassetto del termine penna? No, non è un errore sfuggito. Non m' era scappato. E si evidenzia quanto di più importante, quanto debba risaltare.

Nel 1989 la England"s Lewis Carroll Society istituì un concorso per individuare le migliori soluzioni all'indovinello di Carroll. Alla domanda "perchè un corvo assomiglia ad una scrivania?" vi furono risposte plurali.

- Perchè Edgar Allan Poe scrisse su entrambi. Infatti Poe scrisse la celebre poesia "Il Corvo", e sicuramente posandosi su una scrivania.

- Perchè producono note. Ci si riferisce al canto del corvo ed alle note scritte su una scrivania.

- Perchè entrambi sono dotati di... penne. Sia il corvo che la scrivania. Chissà se qualcuno l'avesse inteso già?

 

Come sempre vince lui su di me, aveva ragione Einstein con la teoria del "tutto è relativo". Un corvo può assomigliare ad una scrivania e per tanti motivi dunque. Ed allora, l'acerbo Kaio Jorge, anche perchè il bello del calcio è che questo non possa essere letto in anticipo con algoritmi perfetti, per qualche oscuro arcano, possa assomigliare ad un bomber, ed anche in Europa.

Ma secondo me no. Non oggi.

"Give it away, give it away, give it away now. (Give it away now)"

 

Damiano Fallerini